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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Giugno 2014
 
   
  DAVID THESMAR: CHI SPECULA SULLE FALSE CONVINZIONI RIGUARDO ALL´ECONOMIA

 
   
  Trento, 10 giugno 2014 - La distanza fra il pensiero degli economisti e quello della gente comune, il bassissimo livello di competenza economica del cittadino medio e la posizione del politico, che spesso in buona fede crede a certi luoghi comuni ed è quindi un "sincero mentitore": sono stati questi gli argomenti affrontati da David Thesmar il 31 maggio a Palazzo Geremia, accompagnati da una rigorosa analisi su alcuni dati che contraddistinguono l´economia europea e americana. Oggi, infatti, con Thesmar il Festival ha affrontato il tema di "Chi specula sui luoghi comuni", in un incontro che ha suscitato grande interesse tra un pubblico molto attento e partecipativo. Thesmar, docente di Finanza a Parigi, editorialista e scrittore, ha affrontato alcuni "falsi miti" economici che circolano nelle società occidentali di oggi. Si tende a negare alcune verità note agli economisti e certe tesi sbagliate spesso vengono utilizzate dai politici per indirizzare le proprie scelte, non sempre in cattiva fede, o da certe lobby per tutelare interessi di parte. Una di queste, per esempio, ritiene che vi sia la necessità di reindustrializzare l´Europa. Anche alcune fonti autorevoli ritengono che la crescita sostenibile sia legata all´aumento della quota manifatturiera nel Pil, tanto che negli Usa si parla della necessità di un "rinascimento manifatturiero". L´argomento è sostenuto favorevolmente anche in Europa da industriali, sindacati e politici. Ma l´innovazione tecnologica che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, ritiene Thesmar, può e deve cambiare le prospettive, perché con l´aumentare della ricchezza aumenta ancor più la richiesta di beni intangibili e di servizi. Così certi settori, come scuola e sanità ed altri non manifatturieri hanno creato molti nuovi posti di lavoro. Vero è che il processo verso una società post industriale tende ad aumentare le disuguaglianze e quindi è estremamente necessario trovare altre vie per la crescita. Un altro luogo comune è che la politica della concorrenza distrugga la ricchezza e faccia male all´economia e studi recenti hanno dimostrato come la percezione delle persone della rischiosità della concorrenza alimenti questo falso mito. Portando ad esempio l´ingresso di un nuovo gestore di telefonia in Francia o la liberalizzazione delle licenze dei taxi in Italia, Thesmar ha spiegato che si trascura sempre l´aspetto dello stimolo all´innovazione, il miglioramento della qualità dei servizi e la riallocazione dei disoccupati con titolo di studio elevato che generano il confronto concorrenziale. Altra credenza riguarda la ricapitalizzazione delle banche: si pensa che danneggi il credito, in quanto le banche sono portate a prestare di meno. Ma le ricapitalizzazioni, se forse sono a svantaggio degli azionisti, costretti ad un maggiore rischio, risultano a vantaggio dei correntisti e dei contribuenti perché l´uso di maggiore capitale lo rende certamente meno costoso. Concludendo la sua lezione Thesmar ha sottolineato che il ruolo dell´economista è proprio quello di ridurre lo iato tra la gente e la classe dirigente. Ricordandoci, però, che tutto ha un costo e qualsiasi intervento dei governi o qualunque risorsa stanziata per un dato fine non sono senza un prezzo.  
   
 

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