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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Giugno 2014
 
   
  ECONOMIA SOCIALE, A PRATO SEGNALI DI CRESCITA

 
   
  Firenze 16 giugno 2014 – Un territorio dinamico, quello pratese, per quanto riguarda l´economia sociale. A certificarlo sono i risultati di una ricerca condotta per il Progetto Prato e presentati nell´ambito dell´iniziativa Prato Social Economy che si è tenuta al Teatro Magnolfi. Sul territorio pratese l´economia sociale ha rappresentato uno dei settori che ha fatto registrare il maggiore dinamismo negli ultimi anni. Il Censimento Istat del 2011 evidenzia la presenza di 1.345 istituzioni no profit: cooperative sociali, associazioni, fondazioni, enti ecclesiastici e società di mutuo soccorso. Dal punto di vista occupazionale, sono circa 4 mila gli occupati, tra addetti e lavoratori esterni, e più di 22.500 volontari. Negli ultimi anni le imprese sociali hanno allargato il proprio orizzonte operativo in molti campi, sebbene i settori in cui presenza è più marcata restano quelli che da sempre rappresentano il nocciolo duro della cooperazione e dell´associazionismo: istruzione, sanità ed assistenza sociale, cultura e sport. L´indagine, che analizza a fondo le caratteristiche dell´imprenditoria sociale in provincia di Prato, è stata condotta dalla società di ricerca Retesviluppo in partenariato con Consorzio Pegaso, Baglioni & Poponcini, Confcooperative e Legacoop su un campione di circa 200 soggetti. Interessanti gli esiti sulla congiuntura e lo stato di salute del comparto. Si conferma anche per l´impresa sociale l´elemento caratteristico della struttura imprenditoriale italiana, riguardo alle dimensioni ridotte, anche se per Prato si rileva una maggiore incidenza di realtà medio-grandi. Oltre la metà del campione d´indagine rientra nella classe di addetti 1-5, percentuale che sale fino al 70% se si considerano le realtà fino a 10 addetti. Buona però la presenza di realtà più grandi, con un numero di addetti superiore a 26: si tratta prevalentemente di cooperative sociali di tipo A, Fondazioni e imprese for profit impegnate nei settori del socio-sanitario, cultura e formazione, gestione di impianti sportivi. A fronte della difficile congiuntura in corso, questi soggetti si sono invece caratterizzati con numeri in crescita per ciò che riguarda l´occupazione, con addirittura un +26% nel confronto inter periodale 2010-2013. Tale dato conferma del resto la migliore tenuta dell´impresa sociale e il proprio ruolo anti ciclico: in Italia nel periodo 2008-2012 il numero di occupati in queste imprese è cresciuto al ritmo del 6% l´anno. Tra i soggetti che hanno risposto, oltre 1/3 registra un giro d´affari inferiore ai 100 mila euro, mentre circa il 27% si pone in una classe di fatturato compresa tra i 100 mila ed i 500 mila euro. Parallelamente a quanto osservato per il numero di dipendenti, non mancano realtà importanti dal punto di vista del fatturato: quasi 1/4 del campione registra un giro d´affari annuale superiore al milione di euro. I dati fanno emergere quindi una forte dicotomia tra due modelli di impresa sociale, con – da un lato – soggetti poco strutturati dal punto di vista occupazionale e con un limitato volume d´affari e – dall´altro – imprese ‘forti´ dal punto di vista delle risorse umane impegnate, con un fatturato importante frutto di un impegno in più settori d´attività, in prevalenza legati verosimilmente all´attività di enti pubblici. L´accesso al credito è stato l´altro aspetto approfondito dall´indagine, tradizionalmente una criticità per l´impresa sociale, maggiormente propensa a ricorrere all´autofinanziamento, strumento sano ma che di fatto limita le possibilità di sviluppo delle attività. Per l´impresa sociale pratese la situazione non sembra scostarsi molto dalla situazione nazionale, con un ricorso al credito – a tasso di mercato o agevolato – che riguarda soltanto il 22% del campione.  
   
 

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