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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Luglio 2014
 
   
  DISSESTO IDROGEOLOGICO: ASSESSORE UMBRIA ADERISCE ALLA PETIZIONE ON LINE DI ANCE, ARCHITETTI, GEOLOGI E LEGAMBIENTE. "IN UMBRIA OCCORRONO ULTERIORI 180 MILIONI DI EURO"

 
   
   Perugia, 1 luglio 2014 - Il problema del dissesto idrogeologico ciclicamente riemerge: in questi giorni in cui il maltempo ha messo in ginocchio ancora una volta l´Italia, è nuovamente diventato di imprescindibile attualità. Ecco perché l´assessore regionale Stefano Vinti ha deciso di aderire alla petizione lanciata da Ance, Architetti, Geologi e Legambiente che chiedono di partire subito per risolvere il problema del dissesto idrogeologico, sbloccando le risorse disponibili per gli interventi di manutenzione e prevenzione del rischio. La rete di imprenditori, professionisti e ambientalisti, che a febbraio scorso è stata promotrice di #Dissestoitalia, l´inchiesta multimediale sul dissesto idrogeologico, chiama all´appello il Governo e l´attenzione dell´opinione pubblica con tre richieste per uscire dall´emergenza. Nella petizione infatti si chiede di far partire entro l´estate un Piano unico nazionale di manutenzione e prevenzione per il dissesto idrogeologico; liberare tutte le risorse già stanziate che Stato e enti locali non sono riusciti a spendere a causa dei vincoli del Patto di stabilità e reperirne di nuove attraverso i Fondi strutturali ed infine garantire a livello nazionale un controllo sulla qualità dei progetti e degli interventi ispirati a un modello di sostenibilità ambientale ed economica, efficacia, trasparenza delle regole e delle procedure. "In Umbria, ha affermato l´assessore Vinti, i dati disponibili fanno rilevare che l´8,7% del territorio collinare-montano è in frana, un valore in linea con la media nazionale (8,9%), con una superficie totale instabile pari a 651 Km2 ed un numero molto elevato di singoli eventi (34.545) per la maggior parte quiescenti (73%) e riferibili a frane a cinematica lenta (88%). Il rischio si genera quando la pericolosità da frana si riscontra in territori abitati, e può essere di vario grado a seconda della ricorrenza e intensità delle frane e della vulnerabilità dei beni esposti. Sotto questo profilo il Pai (Piano di Assetto Idrogeologico) dell´Autorità di Bacino del fiume Tevere, in cui ricade il 95% del territorio regionale, delimita e vincola in Umbria 185 aree esposte a rischio di frana elevato o molto elevato e riconosce 63 aree a rischio medio, la cui disciplina è demandata alla Regione". "Nella nostra regione, l´abbondanza di frane quiescenti, ha sottolineato l´assessore Vinti, configura uno scenario di "attesa" su cui le condizioni meteo-climatiche possono provocare riattivazioni, anche con gravi danni al patrimonio antropico, come è accaduto nel novembre 2005 e più recentemente nel novembre 2012. Prevedere gli scenari di riattivazione è una sfida ancora aperta, per le numerose variabili in gioco legate sia alle forzanti meteorologiche che alle frane stesse, ma sicuramente non può prescindere dalla conoscenza della frequenza storica degli eventi franosi nel territorio regionale. Sotto questo aspetto, in Umbria si contano ad oggi 266 ambiti urbanizzati maggiormente esposti a ricorrenza storica di frane, catalogati dal Servizio Geologico e Sismico. Ma, oltre ai numeri e alle statistiche, è importante evidenziare il carattere proprio della franosità dell´Umbria, che si contraddistingue come diffusa, cioè distribuita su quasi tutto il territorio collinare-montano anche se prevalentemente con forme quiescenti, persistente, in quanto le frane tendono a ripetersi nelle stesse zone in cui si sono verificate in passato, e ricorrente, soggetta cioè a riattivazioni periodiche. E´ inoltre necessario rimarcare che in Umbria, per ragioni geologiche, le frane sono una componente imprescindibile del territorio, che può riattivarsi stagionalmente o eccezionalmente, per eventi meteorologici estremi o terremoti, mentre in condizioni ordinarie presenta un´ evoluzione per la maggior parte lenta, quindi controllabile con adeguate azioni di prevenzione e di governo del territorio". Fino ad oggi, ha concluso l´assessore, abbiamo speso oltre 550 milioni di euro, più di 400 interventi realizzati, 82 aree a rischio del Pai messe in sicurezza, almeno parzialmente, a fronte delle 185 totali in Umbria. Volendo fare una proiezione a medio-lungo termine della spesa ancora necessaria per mettere in sicurezza tutte le aree ancora a rischio in Umbria, questa si aggira intorno ai 180 milioni di euro. Queste le cifre e lo scenario di pericolosità da frana in Umbria che richiedono un forte ed immediato impegno del Governo nazionale"  
   
 

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