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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Luglio 2014
 
   
  TENDENZE SCIENTIFICHE: IL CURIOSO CASO DELLA SCOMPARSA DEI RIFIUTI IN MARE

 
   
 

Bruxelles, 8 luglio 2014 - Quando si pensa agli oceani della Terra, si immaginano distese di acque scure e profonde, vita marina esotica e onde incontaminate. Probabilmente non vengono in mente le vaste isole di rifiuti di plastica come la Great Pacific Garbage Patch, una distesa di rifiuti che alcuni dicono sia più grande degli Stati Uniti continentali. Si temeva che le raccolte di detriti di plastica come queste stessero crescendo in linea con la nostra crescente produzione di plastica negli ultimi decenni. Tuttavia, gli scienziati hanno recentemente scoperto che queste brutture galleggianti stanno misteriosamente diminuendo - e ciò non è affatto una buona cosa... Live Science ha segnalato questa settimana un nuovo studio condotto da un team dell´Università di Cadice, in Spagna, che suggerisce che la grande quantità di rifiuti di plastica presente sulla superficie del mare stia scomparendo. Ciò che stia esattamente accadendo a questi rifiuti è un mistero, anche se i ricercatori offrono alcune possibili spiegazioni. Forbes ritiene che la plastica stia probabilmente precipitando nelle profondità dell´oceano: "Vari animali e piante marini si potrebbero a loro volta ancorare ai detriti - un processo chiamato bioincrostazione - rendendoli talmente pesanti da non galleggiare più". In alternativa, le minuscole particelle di plastica verrebbero mangiate da piccole creature marine, le quali a loro volta sono mangiate dai pesci più grandi, che possono, in ultima analisi, finire nella catena alimentare umana. Un´altra possibilità è che i batteri marini stiano degradando i piccoli pezzi di plastica fino a dimensioni submicroscopiche. Un quarto scenario - al quale, secondo Forbes, gli autori dello studio danno poco credito - è che le particelle più piccole vengono depositate a terra. Live Science cita Andrés Cózar, co-autore dello studio ed ecologo presso l´Università di Cadice: "L´oceano profondo rappresenta una grande incognita. Purtroppo, l´accumulo di plastica nell´oceano profondo potrebbe modificare questo misterioso ecosistema - il più grande del mondo - prima che ce ne accorgiamo". Secondo Live Science, i ricercatori hanno tratto le loro conclusioni analizzando la quantità di detriti di plastica galleggianti nel mare, nonché i tassi globali di produzione e smaltimento della plastica: "Negli anni 70 la National Academy of Sciences ha stimato che circa 45 000 tonnellate di plastica raggiungevano gli oceani ogni anno. Da allora, la produzione mondiale di plastica è quintuplicata. Cózar e i suoi colleghi hanno voluto capire la dimensione e la portata del problema dei rifiuti negli oceani". Il gruppo di ricerca lo ha fatto circumnavigando il globo con una nave chiamata Malaspina, nel 2010, raccogliendo campioni di acqua di superficie e misurando le concentrazioni di plastica. Il team ha anche analizzato i dati provenienti da diverse altre spedizioni, per un totale di 3 070 campioni. Alla luce del drastico aumento di plastica prodotta dal 1970, i ricercatori hanno stimato che ci sarebbero milioni di tonnellate di rifiuti negli oceani. Tuttavia, mancava la grande maggioranza dei piccoli pezzi di plastica - di dimensione inferiore a 5 mm. La sintesi della ricerca afferma: "Il carico globale di plastica sulla superficie del mare aperto era stimato essere dell´ordine di decine di migliaia di tonnellate, molto meno del previsto. Le nostre osservazioni della distribuzione dimensionale dei detriti di plastica galleggianti indicano la presenza di importanti pozzi selettivi che rimuovono i frammenti millimetrici di plastica galleggiante su larga scala". Sembra che il mistero della scomparsa dei rifiuti in mare per il momento rimarrà un segreto del mare! Per maggiori informazioni, visitare: http://www.Pnas.org/content/early/2014/06/25/1314705111.
abstract

 

 
   
 

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