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Notiziario Marketpress di Mercoledì 28 Marzo 2007
 
   
  IL CONSORZIO TUTELA VINI DEL PIAVE AL 41° VINITALY CON TRE IMPORTANTI METE ACQUISITE

 
   
   Due nuovi nomi nella Doc Piave. Due nuovi successi per il relativo Consorzio di che ha ottenuto il riconoscimento della tipologia “Superiore” per il suo Raboso e che ha trovato il supporto necessario per definire l’anomala posizione del vitigno Carmenere. E in più, un grande progetto che prende le mosse: la zonazione viticola dell´area Doc Piave, che fornirà importanti strumenti utili per l’ottimizzazione delle risorse viticole del territorio. Procediamo con ordine, facendoci illustrare da Pierclaudio De Martin - presidente del Consorzio di Tutela Vini del Piave – e da Antonio Bonotto, suo vicepresidente - i risultati ottenuti. A cominciare dalla zonazione che, secondo De Martin :“E’ un’opportunità realizzata grazie alla Regione Veneto, un progetto senza precedenti nella zona che consentirà un’analisi precisa ed approfondita della realtà vitivinicola del Piave. Proprio in questi giorni stiamo passando dalla fase progettuale a quella operativa che durerà le prossime quattro campagne agrarie, ossia un arco di tempo sufficiente ad acquisire risultati attendibili. E sono certo che i nostri produttori, al termine di questa indagine delle relazioni tra vitigno, ambiente e qualità dei vini, avranno tutti gli strumenti necessari per ottenere risultati davvero importanti”. Da un’operazione appena iniziata, ad una andata in porto con successo dal Consorzio, ossia l’importante modifica al disciplinare dei vini Piave Doc che ha introdotto la tipologia “Raboso Superiore”. “Si tratta– spiega De Martin - di una denominazione che definirà, dalla vendemmia 2006, le produzioni di Raboso Piave che si sono attenute a precise e restrittive regole, tanto in vigneto quanto in cantina, dettate dal nuovo disciplinare. Abbiamo voluto che nascesse il Raboso Superiore per conferire al Raboso Piave una sorta di titolo di merito, anche alla luce della rivalutazione di questo vigneto operata da alcuni tenaci ed appassionati produttori, che hanno fatto sì che con il Raboso i vini del Piave trovassero una sorta di “bandiera” capace di comunicare ad un pubblico molto vasto e di attirare l’attenzione di critici e consumatori verso tutta la produzione del Piave. Ora che lo strumento “Superiore” è a disposizione di chi vorrà attenersi alle nuove regole, sono certo che il Raboso potrà ottenere ulteriori e grandi gratificazioni”. "Ma va anche ricordato che all´interno della Doc Piave il Raboso – sottolinea De Martin - rappresenta "numeri" pressoché irrisori: è più nello spirito che nella sostanza che il Raboso Piave, anche se Superiore, rappresenta i vini del Piave. ” Molto più significativa in termini “numerici” è la collaborazione che il Consorzio ha ottenuto dalla Regione del Veneto per la definizione della paradossale situazione del vigneto Carmenere, antica varietà bordolese arrivata nel Nordest italiano assieme al Cabernet Franc nell’Ottocento e presto confusasi con quest ultimo. Non tanto dai viticoltori, che sanno ben distinguere quest’uva a lungo definita “Cabernet franc italiano”, quanto dalla Legge, che ne ha lungamente vietato non solo l’utilizzo per ricavare vini che ne dichiarassero il suo nome in etichetta, ma anche la coltivazione di uve così denominate. “Così abbiamo prodotto una non irrilevante quantità di Carmenere annegandolo nel mare magnum del Cabernet Franc - commenta il vicepresidente del Consorzio, Antonio Bonotto – mentre il successo di alcuni vini cileni realizzati da questo vitigno ha segnare una sua autentica rinascita”. E in un periodo in cui i vitigni autoctoni sono sempre più apprezzati e ricercati, i vignaioli del Piave hanno dovuto “nascondere” questo peculiare prodotto. E’ ancora Bonotto a spiegare che “sin dal 1991, ossia da quanto l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura ha chiarito l’identità del Carmenere, è stato avviato l’iter per ottenere l’autorizzazione all’impianto di questo vitigno con il suo vero nome. Adesso la Regione del Veneto sta mandando avanti una riforma d’ufficio del disciplinare che renderà molto più agevole il completamento del percorso burocratico, e che vorremmo consentisse ai viticoltori interessati d’autocertificare il possesso di vigneti di Carmenere, per la veloce iscrizione degli stessi nell’apposito registro”. Con questi tre importanti fiori all’occhiello il Consorzio Tutela Vini del Piave si presenta al 41° Vinitaly, con ben 32 aziende associate presenti, con grande ottimismo sul futuro dei vini del Piave. .  
   
 

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