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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Luglio 2014
 
   
  VIOLENZA SULLE DONNE, ASSESSORE UMBRIA: FRUTTO DI REGRESSIONE CULTURALE; DOPO I FATTI DI PONTE VALLECEPPI NECESSARIO CAMBIO DI ROTTA

 
   
   Perugia, 9 luglio 2014 – "In Umbria si sono nuovamente accesi i riflettori sulle questioni ‘violenza sulle donne´ e ‘femminicidio´, a seguito dell´ultimo gravissimo episodio di violenza di genere accaduto il 6 luglio a Ponte Valleceppi. Carosello di interventi e prime pagine dei media locali non avranno però nessun peso se non si va oltre nella riflessione e nell´azione". È quanto commenta l´assessore regionale Stefano Vinti. "Difficile trovare analisi, per lo meno a livello locale, che vadano oltre il racconto e la cronaca. Se superiamo questo primo livello e ci inoltriamo nell´analisi – afferma - il primo dato da prendere in considerazione è l´innegabile regressione della condizione e dei diritti delle donne". "Se confrontiamo il nostro Paese al resto d´Europa – prosegue - salta all´occhio che al regresso vertiginoso sul piano dell´uguaglianza di genere e delle pari opportunità, corrisponde un´impennata in quanto a violenza contro le donne e femminicidi. Il femminicidio diventa così una sorta di cartina di tornasole di una società, quella italiana, in forte regresso culturale, con un ritorno alla famiglia patriarcale in cui l´uomo è padrone di tutto. Non è un caso che accanto alle donne vengano colpiti, sempre più, anche i figli. Vuol dire che in mancanza di certezze, e certamente la crisi economica in questo non ha aiutato, l´uomo si sta drammaticamente riappropriando delle sue antiche prerogative: il padre-padrone di tutto e tutti. Il fenomeno – rileva - è sociale e culturale allo stesso tempo, sociale in quanto la stessa cultura maggioritaria è impregnata di un´ideologia e di comportamenti di tipo patriarcale, e culturale perché ha a che fare con mentalità, ideologie e comunicazione". Secondo Vinti, "dobbiamo poi prendere in considerazione anche un altro fattore: le donne hanno sempre più difficoltà a rispondere collettivamente, ad avere un peso politico. In questo quadro – dice - le Istituzioni, a tutti i livelli, sono chiamate ad abbandonare la logica emergenziale per mettere a punto interventi strutturati, organici e costanti. La formazione e l´informazione sono questioni centrali per la prevenzione: la scuola, la stampa e la televisione, il web saranno chiamati ad assumersi l´impegno di cambiare il linguaggio e il pensiero sui ruoli e la rappresentazione di donne e di uomini con l´obiettivo di abbattere stereotipi e discriminazioni". La Regione Umbria "non smetterà di sostenere, quindi – dice l´assessore -, l´impegno dei centri antiviolenza ‘Catia Doriana Bellini´ di Perugia e ‘Liberetutte´ di Terni, così come l´azione delle associazioni già da tempo attive nel settore. Nel frattempo ci si augura che la ‘Convenzione del Consiglio d´Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica´, la cosiddetta Convenzione di Istanbul, che sarà vincolante da qui a breve, porterà innovazione anche nel nostro Paese. Il testo - spiega Vinti - indica un approccio innovativo, punta sull´autodeterminazione delle donne e chiede di mettere in campo strategie e azioni strutturali ed integrate per affrontare il problema da un punto di vista culturale e politico". "L´umbria – conclude l´assessore - farà la sua parte e chiede al Governo nazionale, ormai da troppo tempo in silenzio sull´argomento, di fare altrettanto".  
   
 

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