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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Luglio 2014
 
   
  ROMA: AL COMPLESSO DEL VITTORIANO, DAL 17 LUGLIO AL 7 SETTEMBRE, UN’ESPOSIZIONE RACCONTA IRENE PETRAFESA IN MOSTRA CIRCA 40 OPERE – TRA CUI TELE E LAVORI REALIZZATI CON TECNICHE MISTE, OSSIDI E MATERIALI DI RISULTA, OLTRE CHE A OLIO E PASTELLI

 
   
   Roma, 9 luglio 2014 – Dal 17 luglio (anteprima stampa e visita alla mostra mercoledì 16 luglio alle 18.00) il Complesso del Vittoriano ospita Irene Petrafesa con la personale dal titolo “Tra Terra E Mare – Opere 2001-2014”, in programma nella splendida cornice di Via di San Pietro in carcere fino al 7 settembre prossimo (orario 9.30 – 19.30; ingresso libero). L’esposizione – che è stata patrocinata dalla Regione Lazio, da Roma Capitale, dal Presidente del Consiglio regionale della Puglia, dalla Provincia di Bari, dalla Provincia di Bat (Barletta, Andria e Trani) e dal Comune di Andria – offre la possibilità al grande pubblico di ammirare da vicino i lavori di un’artista che ha raggiunto ormai da tempo un ruolo di primo piano nell’arte contemporanea italiana e internazionale ottenendo riconoscimenti significativi. Pittrice poliedrica e dalla spiccata sensibilità, Irene Petrafesa è cresciuta in un contesto familiare sensibile all’arte che ha notevolmente condizionato la sua successiva attività in un groviglio di percorsi emozionali scaturenti da un forte impulso alla creatività. Si tratta di tracciati che sono frutto di una ricerca interiore piuttosto emotiva e ricca di implicazioni sociali che trovano un retroterra autorevole in artisti come Pasolini, Moravia, Antonioni e Bertolucci, a buon diritto considerati dalla Petrafesa come suoi “padri spirituali”. Abile tanto nella sperimentazione quanto nella tecnica, questa pittrice è dotata di un talento multiforme e non comune, prodigioso e assolutamente originale, capace di esplodere in un’arte che sa comunicare le sue più intime emozioni. “Materia, spazio, ricordo, istinto, immagini captate e sedimentate nella memoria - scrive la Petrafesa - vengono evocate nell´atto creativo”. E, interessata come è a narrare non il reale immediato, ma l´anima della realtà, la dimensione più oscura della vita, la magia delle cose, spiega: “Non descrivo quel che accade ma cerco di collocare me stessa e l´osservatore nell´evento, tentando di coinvolgerlo emotivamente, creando un effetto estetico seducente che lo inviti a lasciarsi trasportare dai propri sensi”. La mostra – curata da Claudio Strinati, Nicolina Bianchi e Comunicare Organizzando in collaborazione con il periodico Segni d’Arte – punta a raccontare la prorompente forza creativa di questa pittrice attraverso un’ampia raccolta di opere, circa 40, che sono il risultato degli ultimi quattordici anni di lavoro e rappresentano l’espressione più recente della sua preziosa produzione. Essenziali per una ottimale comprensione delle sue opere le fasi proposte all’interno del percorso espositivo: dal ciclo “Mediterraneo” a “Frammenti Metropolitani”, da “Paesaggi industriali…ciminiere” passando per “What identity”, “Profili” fino a “Respiri”, “Passeggeri e “Sospeso”, serie quest’ultima in cui, come spiega l’artista stessa “qualsiasi suono viene ovattato, attutito, qualsiasi movimento o immagine perdono di intensità, diventano fluidi ed è lì che io immagino possa anche avere origine la vita”. Così accanto a opere che sono “istantanee” mentali capaci di trasudare poesia, “scatti” in cui a rubare il posto alla natura è “un orizzonte buio e fumoso, spesso opaco e rotto solo da fabbriche e gru” - come affermano critici di chiara fama che si sono interessati alla sua arte - si impongono all’attenzione dello spettatore quadri i cui protagonisti sono esseri che sembrerebbero vivere sospesi nel cosmo e trascorrere la propria esistenza tra terra e mare, tra essere umano e natura, e ancora creazioni pittoriche più attuali che vedono campeggiare sulla tela personaggi inediti, passeggeri ideali, “figure sospese – come scrive Nicolina Bianchi nel suo testo editoriale a catalogo - in un’etere di intime simbologie, silenziose ma prepotentemente presenti nella mente e nell’animo di Irene”. Si tratta, continua ancora la Bianchi nel suo testo, di “visioni poetiche che dialogano con i luoghi delle sue nostalgie, con i colori evanescenti delle sue atmosfere preferite, espressioni immediate e concrete dell’uomo alla incessante ricerca di una realtà di valori, di un mondo interiore ricco di rispetto, di fiducia, d’amore”. Nata a Bari nel 1952, Irene Petrafesa trascorre l’infanzia e l’adolescenza tra questa città e Barletta. Interrotti gli studi alla Facoltà di Giurisprudenza e successivamente il lavoro presso il Ministero delle Finanze, si fa sempre più strada in lei la passione per la pittura che, dal 2000, la porta a intensificare un’attività artistica iniziata da tempo e a trasferire nelle proprie opere quella innata vocazione cromatica e quella passionale cultura espressiva, acquisita frequentando note gallerie e osservando, nei musei più famosi, le opere dei grandi Maestri. Su invito comincia a prendere parte, in Italia e all’estero, a importanti rassegne di arte contemporanea e a eventi espositivi di portata internazionale: Bari, Montichiari, Padova, Reggio Emilia, Forlì, ma anche il Free Trail al Centro d´Arte Sanvidal di Venezia e Nel Respiro del Tempo a Firenze. Di lì a poco arrivano, notevoli e numerosi, i primi successi e i primi riconoscimenti in terra natia: il Premio Barletta Provincia, la Manifestazione internazionale Culture a Confronto al Castello Svevo di Trani. Fanno presto eco i risultati raggiunti al Premio Arte Mondadori a Milano, il Primo Premio di Pittura al Castello di Montegiardino di San Marino, il Primo premio a Bari nella Rassegna Puri e semplici riflessi di Puglia e il Premio Sanremo 2000. Tra il 2001 e il 2002 partecipa al prestigioso Roma New Age a Palazzo delle Esposizioni. In quell’occasione, così come per la Rassegna Internazionale a Palazzo Barberini Le Grandi Mostre a Roma, si aggiudica il Premio della Critica. Altri riconoscimenti arrivano con il Premio Città di Brindisi, alla Rassegna nazionale Natiolum, e nel 2003 con la menzione di Artista Europeo nell´ambito della New Art Summer di Helsinki. Intanto partecipa a eventi artistico-culturali internazionali a Tenerife in Spagna, a Salisburgo e alla Rassegna Away game alla Sendai Mediateque in Giappone. Dal 2004, una dopo l’altra, si susseguono una serie interessante di mostre personali e rassegne: Frammenti metropolitani, Visioni Urbane, Tangenzemozionali, Art/chitetture e paesaggio urbano. Il 2008 è un anno estremamente significativo per la sua pittura: l’intensa e qualitativa attività artistica viene riconosciuta a Roma con la consegna del Premio Segni D’arte, promosso dalla Direzione dello storico periodico omonimo, una targa con la riproduzione di un disegno del Maestro Montanarini assegnato in passato ai Maestri Attardi, Calabria, Trotti, Leone. Nel 2012 si avvicina al Design e, spinta dall’Architetto Francesco Mancini, inizia interventi pittorici su oggetti da lui creati, Insieme parteciperanno poi a Pugliarch 2012. I successivi due anni portano ancora nuove ispirazioni. E’ il periodo del Museo Crocetti e della partecipazione alla sesta edizione della Donna nell´Arte a Monopoli con la personale Ànemos, alla Mostra di Arte contemporanea La spiritualità nell´Arte ad Andria, alla rassegna L´arte Contro La Violenza e il Dolore presso il Castello Estense a Ferrara in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle donne, e ancora alla Rassegna Murart, alla Rassegna a tema Olio D´artista, allestita nello storico Torrione Angioino e frequentata dalle più qualificate firme dell’arte contemporanea, alla manifestazione Minimalia. Tra le ultime manifestazioni l’esposizione, a Roma, insieme ai Maestri internazionali del Group exibition art collection, dell’opera Muro, e ancora Rebirth/rebuild, La bellezza e le radici Biennale di Arte Contemporanea, organizzata dall’Associazione Culturale Mente Contemporanea e a cura di Cosimo Strazzeri, che si snoderà dal 21 luglio presso gli spazi espositivi della Torre delle Saline Margherita di Savoia. Tra le mostre personali e itineranti che meglio sintetizzano il suo percorso creativo: Fossili, Realtà non conforme, Mediterraneo, Ciminiere suggestioni della memoria e l’attuale antologica presso il Complesso Monumentale del Vittoriano Tra terra e mare. Irene Petrafesa lavora prevalentemente con olio, ma non disdegna tecniche miste e pigmenti naturali su grandi tele. La sua è una pittura evocativa, un mezzo dell’agire in rapporto diretto con la rappresentazione mentale. L’artista è impegnata a mettere a nudo e trasmettere l’anima della realtà e la magia delle cose ed è sicuramente per questo motivo che il suo pennello dà spazio, piuttosto che alle persone, a ombre passeggere che fanno da quinta alla rappresentazione del vero soggetto dei suoi lavori: “il vuoto” inteso come aridità di sentimenti e smarrimento.  
   
 

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