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Notiziario Marketpress di Mercoledì 23 Luglio 2014
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: INTERVISTA CON ELMAR BROK: "FIAMME ALLE PORTE DELL´UE"

 
   
  Strasburgo, 23 luglio 2014 - Ogni giorno sentiamo notizie sui conflitti in Ucraina, Irak e ora in Israele e Palestina. Mentre in Israele una delle parti ha accettato il cessate il fuoco e in Ucraina i leader europei stanno ancora tentando di trovare una soluzione con la Russia. Con simili conflitti alle porte, l´Unione europea svolge un ruolo centrale di mediatore. Abbiamo chiesto al presidente della commissione affari esteri Elmar Brok (Ppe) il suo parere. Il conflitto Israelopalestinese sta divampando di nuovo. Cosa succede? É sempre la stessa cosa: gli estremisti di ciascuna parte si scontrano gli uni con gli altri. Hamas vuole interrompere il processo di pace e sta riuscendo nel suo intento. Per questa ragione il cessate il fuoco deve essere urgentemente adottato e Hamas deve accettare il cessate il fuoco proposto dall´Egitto. Israele lo ha già fatto. In questo contesto quale futuro per l´Iraq e quali le conseguenze sulla regione? Io penso ci debba essere solo un futuro possibile, ossia che il vincitore delle elezioni, lo sciita Nouri al- Maliki, ed i suoi sostenitori, accettino di realizzare un governo inclusivo. Gli Sciiti vogliono creare un governo di maggioranza, ma se non si alleano con altri partiti politici, ci saranno delle divisioni. Inoltre, i fondamentalisti saranno più attivi, anche in Siria. La situazione nella regione potrebbe precipitare. L´iraq rischia di essere diviso in tre parti, di cui una in collegamento con alcune regioni della Siria. La stabilità dell´area sarebbe totalmente compromessa. Se non dovessimo riuscire a risolvere questo conflitto la minaccia della guerra è reale. Spostandoci verso nord il conflitto in Ucraina dura da più di sei mesi. Cosa occorre fare? Dovremmo fare in modo che l´Ucraina metta in atto l´accordo di associazione ed il contratto di negoziato. Il Paese dovrebbe diventare economicamente e politicamente stabile per implementare le riforme necessarie. Dobbiamo sostenere l´Ucraina al fine di bloccare l´avanzata dei separatisti. É importante estendere la missione Osce insieme con gli Ucraini, per fare in modo che le frontiere con la Russia siano controllate e che né le armi né il personale possano entrare in Ucraina da quella zona. Tutti questi conflitti si sviluppano o all´est dell´Unione europea o nei Paesi a noi limitrofi. I conflitti hanno portato conseguenze sul modo in cui la politica estera europea si organizza? Abbiamo bisogno di un ministro degli Affari esteri di grande esperienza. Dobbiamo utilizzare gli effetti della sinergia dell´Unione europea e concordare una vera politica estera comune sulle questioni cruciali. Non abbiamo politiche concrete per quanto riguarda la Russia, nè per l´energia o per gli affari esteri. Gli Stati membri devono capire che azioni comuni europee su tali questioni rafforzano i nostri interessi. É arrivato il momento di capirlo. Più del 70 per cento dei cittadini vorrebbe una politica estera e di sicurezza comune più efficace in Europa. A differenza di alcuni ministri nazionali i cittadini hanno compreso che è solo lavorando insieme che avremo una possibilità di sopravvivere in questo mondo. I paesi vicini dell´Ue sono in fiamme. Dobbiamo riuscire a siglare una tregua altrimenti potrebbero esserci pericoli per tutti noi.  
   
 

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