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Notiziario Marketpress di
Giovedì 24 Luglio 2014 |
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TORINO: A PALAZZO CISTERNA AVVIATO IL CONFRONTO TRA LE PARTI SOCIALI E LA NUOVA CITTA’ METROPOLITANA
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Torino, 24 luglio 2014 - La scadenza più impegnativa che attende nei prossimi mesi gli amministratori locali di Torino e provincia è la costituzione della Città Metropolitana, prevista alla Legge Delrio: una riforma istituzionale complessa e fortemente innovativa, che richiede un coinvolgimento attivo e diretto degli amministratori, delle forze politiche, delle parti sociali e dell’associazionismo. Per poter condividere il percorso, gli adempimenti e gli obiettivi dei prossimi mesi il Sindaco di Torino Piero Fassino e il Vice-presidente della Provincia Alberto Avetta hanno tenuto oggi pomeriggio a Palazzo Cisterna un incontro con le parti sociali, durante il quale è stato illustrato il piano di lavoro per la transizione verso la Città Metropolitana, che prevede per il 28 settembre l’elezione del nuovo Consiglio Metropolitano, cui farà seguito la stesura dello Statuto del nuovo Ente. Il Vice-presidente Avetta ha tratteggiato brevemente le fasi della transizione dalla Provincia alla Città Metropolitana, sottolineando il tema delle risorse, di cui l’Ente che concluderà la sua attività il 31 dicembre prossimo necessita per garantire i servizi essenziali e la continuità amministrativa. Avetta ha ricordato che, oltre all’elezione del nuovo Consiglio e all’adozione dello Statuto, si dovrà provvedere all’elaborazione del Piano Strategico della Città Metropolitana. Secondo Avetta, la Legge Delrio ha messo un punto fermo nel più che ventennale dibattito sulle Città Metropolitane, generando sicuramente criticità nel processo di mediazione tra gli interessi locali, ma creando anche opportunità che i territori dovranno saper cogliere. La Città Metropolitana di Torino, ha fatto presente il Vice-presidente della Provincia, è peraltro un caso unico, essendo l’unica italiana a confinare con l’Europa, a comprendere vallate alpine e ad ospitare una grande infrastruttura di livello continentale in via di realizzazione: la Tav Torino-lione. La nuova gestione dell’area vasta dovrà suscitare un nuovo senso di appartenenza tra i cittadini ed in questo senso il contributo delle parti sociali per la redazione del Piano Strategico sarà fondamentale. Il Sindaco Fassino ha fatto riferimento al quadro normativo ed ha sottolineato che la nuova istituzione dovrà avere una propria riconoscibilità e dovrà suscitare identificazione: un processo politico e sociale lungo, perché non basta che la legge preveda l’istituzione di un nuovo Ente a fare in modo che gli amministrati lo sentano come un patrimonio comune. Fassino ha poi affermato come la Legge Delrio, pur non esente da criticità, è un tassello di un più ampio processo di riorganizzazione istituzionale. In questo senso, la nascita delle Città Metropolitane è la più importante novità dai tempi dell’istituzione delle Regioni a Statuto ordinario. E’ alle porte una revisione del Titolo V della Costituzione che va nella direzione di assegnare funzioni legislative e programmatorie alle Regioni, riconoscendo quelle amministrative ai Comuni, alle Unioni di Comuni e alle Città Metropolitane che amministreranno in futuro i territori. Il Sindaco di Torino ha poi sottolineato che la costituzione delle Città Metropolitane italiane è in linea con una tendenza europea, la qual sua volta corrisponde ad esigenze e a processi economici, sociali, urbanistici e territoriali di dimensione planetaria, se è vero che, entro il 2050, il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane. Per evitare che si aprisse una discussione sui confini delle Città Metropolitane il legislatore ha definito che il loro territorio fosse quello delle Province preesistenti. A tal proposito, il Sindaco Fassino è tornato sul tema, già affrontato nell’assemblea dei Sindaci della settimana scorsa, della necessità di riequilibrare il rapporto tra i 250 piccoli Comuni (con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti) e la Città di Torino, tenendo conto della specificità delle aree esterne all’area metropolitana, assicurando ad ogni territorio la necessaria rappresentanza, elaborando meccanismi di governance e di decisione che coinvolgano tutte le comunità locali. Il primo cittadino del capoluogo ha anche accennato alla questione delle funzioni proprie del nuovo Ente (che vanno oltre quelle delle attuali Province) e del riassetto delle funzioni sinora delegate dalle Regioni alle Province. Senza dimenticare il tema delle risorse per il funzionamento della nuova macchina amministrativa, della fiscalità e del rispetto del Patto di Stabilità. Infine il Sindaco Fassino, illustrando le ragioni del’incontro odierno, ha spiegato che la Città Metropolitana dovrà necessariamente avere una dimensione sociale e dovrà coinvolgere le organizzazioni di categoria, che peraltro si stanno già riorganizzando sulla nuova dimensione amministrativa. In questo senso, lo Statuto dovrà riconoscere la funzione dei soggetti sociali, culturali ed economici che agiscono sul territorio. Richieste E Proposte Delle Parti Sociali Nel suo intervento, Alessandro Barberis, Presidente della Camera di commercio di Torino, ha ricordato che le 230.000 imprese dei 315 Comuni del territorio provinciale attendono molto dal nuovo Ente. L’ente camerale torinese è già oggi parte integrante di un Club che riunisce 15 Camere di commercio metropolitane europee. Alberta Pasquero, Presidente del Consorzio per gli insediamenti produttivi del Canavese, ha sottolineato che il nuovo Piano Strategico della Città Metropolitana dovrà rappresentare e comporre gli interessi di una serie di aree geografiche che sono già oggi complementari, con un’attenzione particolare alle vallate montane. Gianni Cortese, Segretario Generale della Uil Piemonte, ha chiesto che il sindacato sia coinvolto nella fase di definizione delle nuove politiche del lavoro e della formazione professionale, sia come soggetto portatore di interessi diffusi che come organizzazione di rappresentanza dei lavoratori. Il rappresentante dell’Unione Industriale di Torino, ha espresso l’auspicio che la Città Metropolitana aiuti il mondo produttivo nella competizione globale tra aree geografiche e distretti produttivi. Confindustria ritiene che questioni come la semplificazione burocratica e le politiche urbanistiche debbano essere governate da un Ente con poteri forti e tralasciando l’atteggiamento esclusivamente burocratico. Enrica Valfrè, Segretario Generale della Cgil di Torino, ritiene che la Città Metropolitana sia una grande opportunità in un momento di crisi, ad esempio per attrarre nuovi investimenti e risorse europee. La Cgil chiede che lo Statuto preveda alcune linee programmatiche per il lavoro, la solidarietà sociale, la mobilità. Occorrerà tenere i conti in ordine, ma anche, a giudizio della Camera del Lavoro, garantire l’occupazione dell’attuale personale a tempo indeterminato della Provincia e dei precari. Giampiero Riva Vercellotti, rappresentante dell’Unione Sindacale di Base, ha preannunciato che la Usb si sta organizzando per essere presente e far sentire la sua voce a livello di Città Metropolitana su tematiche come casa, trasporto e grandi infrastrutture come la Tav. Nicola Scarlatelli, Presidente della Cna Torino, ha sottolineato che le piccole aziende chiedono attenzione alla nuova Città Metropolitana su temi come la formazione professionale. Domenico Lo Bianco, Segretario della Cisl Torino, è tornato sul tema della tutela dell’occupazione dei dipendenti della Provincia, ma ha anche chiesto una forte integrazione tra il Piano Strategico della Città Metropolitana e quello della Città di Torino su temi come energia, trasporti e istruzione. Gianni Gallo, Presidente di Confcooperative Torino, ha ricordato come anche le associazioni del settore cooperativo si stiano unificando per semplificare la rappresentanza. Ha quindi lanciato un appello ai 315 Sindaci della Città Metropolitana affinché lavorino insieme per il territorio. Infine Pierangelo Cena, Vice-presidente della Cia, ha chiesto certezze sulle competenze della Città Metropolitana in materia di agricoltura e sviluppo rurale e montano. Il Sindaco Fassino ha chiuso l’incontro ricordando che, dopo l’elezione del Consiglio Metropolitano e l’adozione dello Statuto, dovranno essere definite le priorità strategiche a livello di Zone omogenee del territorio, da integrare poi nel Piano Strategico della Città Metropolitana. Ha inoltre annunciato che nell’assegnazione dei fondi comunitari europei per il periodo 2014-2020 sono previste risorse espressamente dedicate alle Città Metropolitane. Il primo cittadino del capoluogo subalpino ha poi sottolineato che molte politiche (ad esempio in tema di rifiuti) dovranno essere pensate e strutturate nella dimensione della Città Metropolitana, seguendo gli esempi positivi della Smat e della Gtt per quanto riguarda la gestione dell’acqua potabile e del trasporto pubblico. Per riequilibrare il rapporto con il capoluogo, occorrerà inoltre percorrere (anche con un’adeguta politica di incentivi da parte dello Stato centrale) la strada delle Unioni di Comuni, che non fanno scomparire le identità locali ma mettono insieme le risorse dei piccoli centri. |
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