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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Settembre 2014
 
   
  VENETO: EMBARGO RUSSIA E AGRICOLTURA

 
   
  Venezia - “Il Veneto è forte nelle export agroalimentare, in particolare nell’ortofrutta e nei suoi prodotti a denominazione e di alta qualità, ma per fortuna non è dipendente dal mercato russo. Può sopravvivere senza dover esportare in quel Paese, anche se questo ha ricadute negative sugli agricoltori. Certo che la situazione attuale provoca una caduta degli impegni in essere”. Così si è espresso l’assessore all’agricoltura Franco Manzato, dopo aver attentamente analizzato i dati ufficiali dell’Istat sul valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari dal veneto verso la Federazione russa. “I dati per il 2013 ci danno un totale in valore di quasi 97 milioni di euro – fa presente Manzato – corrispondenti all’1,9 per cento del totale regionale. A livello nazionale l’export complessivo in Russia ammonta ad un valore di 706 milioni 485 mila euro, pari al 2,1 per cento sul totale dell’intero Paese. A destare preoccupazione è la ricaduta sul mercato interno di una possibile invasione di prodotti agroalimentari dai paesi vicini, come la Germania, spinti da un prezzo di “svendita” che potrebbe squilibrare i mercati”. “Si tratta di un importo sicuramente importante, ma non determinante a livello di massa critica sul totale export – ha fatto presente Manzato – e su questa base il nostro obiettivo è di dirottare le potenzialità di sviluppo del settore agroalimentare su altri mercati, verso i quali abbiamo già delle trattative in atto: mi riferisco ai programmi Italia – Cina, già partiti nel 2014 e che si prolungheranno nel 2015, ma anche al programma Wine & Food, che alcune settimane fa ha visto incontrare buyers e giornalisti da Stati Uniti, Messico e Canada con le nostre aziende. Stiamo osservandone gli sviluppi e i risultati, mentre lavoriamo all’organizzazione dei successivi appuntamenti. Ricordo infatti – ha aggiunto – che i migliori mercati dell’agroalimentare veneto sono costituiti da Usa, Canada, Germania e Gran Bretagna, anche se la brusca interruzione con un mercato promettente come quello russo è fonte di grande preoccupazione”. “Sono peraltro molto preoccupato per quanto sta accadendo a livello mondiale nel settore del latte, indipendentemente dall’embargo russo – dice ancora Manzato – in vista anche dell’eliminazione dell’attuale sistema delle quote. Molti mercati si stanno rifornendo di latte in polvere dalla Cina, uno dei fattori che sta contribuendo alla diminuzione costante del valore del nostro prodotto, passato nel giro di un anno da 50 centesimi/litro a 40 centesimi/litro, avvicinandosi sempre più ai 35. Riscontro peraltro che la produzione di latte veneto sia, nell’anno corrente, in leggero aumento. Se questo è un dato confortante, dobbiamo comunque prepararci contro l’invasione di prodotti a basso prezzo e di dubbia qualità”. “Quanto agli effetti dell’embargo russo – conclude Manzato – mi domando a quale causa serva l’adesione del nostro Governo ad una proposta di politica estera rispetto alla quale siamo molto più esposti di altri Paesi. Stati che non hanno un agroalimentare valido come il nostro rischiano poco o nulla, ma noi stiamo parlando di un settore forte e in espansione, rispetto al quale non c’era alcuna effettiva necessità di intrupparci in una scelta che ci si sta ritorcendo contro”.  
   
 

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