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Notiziario Marketpress di Martedì 09 Settembre 2014
 
   
  OSSERVATORIO CONGIUNTURALE I SEMESTRE 2014 DI UNINDUSTRIA COMO E CONFINDUSTRIA LECCO

 
   
  Como, 9 settembre 2014 - Il primo semestre del 2014 si è chiuso favorevolmente per le imprese di Como, sebbene le previsioni formulate nella precedente edizione fossero più ottimistiche. I primi sei mesi fanno seguito ad un secondo semestre del 2013 anch’esso chiusosi in maniera positiva e a periodi precedenti (2012 e inizio 2013) di pesanti perdite. Importante è lo scarto negli andamenti di imprese di medie o grandi dimensioni, se raffrontate con imprese di piccole dimensioni. Le differenze nei trend talvolta superano i 5 punti percentuali, come nel caso di ordini e attività produttiva. Le diversità nel caso delle vendite si attenuano anche se, monitorando il solo periodo aprile-giugno, è visibile un’accelerazione del fatturato (sia estero che nazionale) per le imprese più grandi. In generale, il segno “più” ritorna sui dati di domanda, attività produttiva e fatturato se si effettua il raffronto tendenziale, quindi rispetto ai primi sei mesi del 2013. Unici dati critici restano quelli sull’occupazione e sul credito alle imprese. Piatto invece l’andamento del fatturato, si registra un -0,2% rispetto al secondo semestre 2013. Rispetto alla seconda parte dell’anno scorso gli ordini crescono del 1,9%, mentre l’attività produttiva cresce meno (+1,1%). Come detto in precedenza, calano le vendite anche se di poco, -0,2%. La performance congiunturale è parzialmente legata a caratteristiche stagionali della produzione, riscontrata per il 39% del campione. Migliori i dati tendenziali annui, riferiti al periodo gennaio-giugno 2013. In questo caso, si è recuperato un po’ del fatturato (+0,6%), l’attività produttiva ha registrato un incremento del 1,4% e ancor meglio gli ordini che fanno segnare +3,4%. Le previsioni per i sei mesi finali del 2014 sono positive e superiori al 3,5%. L’utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata risulta in crescita rispetto ai livelli molto bassi riscontrati nel 2012. Infatti, per il terzo semestre consecutivo si fanno segnare incrementi. Il dato si attesta al 72,8%. La propensione all’export delle imprese nel complesso è buona, con poco più del 60% del fatturato realizzato entro i confini nazionali, sebbene la maggior parte delle esportazioni siano effettuate in Europa occidentale. Il costo associato all’approvvigionamento delle materie prime registra, nel corso del primo semestre, minime variazioni al rialzo (minori dell’1%) rispetto ai listini di fine anno o di dodici mesi fa. L’incidenza media dei costi delle materie prime sul totale dei costi risulta pari al 33%. Le imprese del campione continuano a vivere criticità nei loro rapporti con gli Istituti di Credito, oltre un terzo del campione riscontra incrementi di spese e commissioni, poco più di un quinto rileva minore disponibilità a concedere linee di credito. La situazione occupazionale conferma quanto sperimentato nelle rilevazioni precedenti, nella maggioranza dei casi si ha stabilità (66,5%), nel 21% invece peggioramenti. Le aspettative per i prossimi mesi del 2014 paiono confermare tale scenario. Ordini - L’indicatore associato agli ordini mostra un incremento nei primi sei mesi del 2014. Il confronto con la prima metà dello scorso anno si attesta a +3,4%, anche il parallelo con il secondo semestre del 2013 è positivo ma più moderato: +1,9%. Le previsioni per i prossimi sei mesi sono anch’esse molto buone, si prevedono ordini in aumento per il 3,5%. Il buon andamento della domanda è rilevabile particolarmente per i settori tessile e metalmeccanico (rispettivamente +5,2% e 6,9% per la variazione tendenziale). Produzione - Sul fronte dell’attività produttiva si riscontrano variazioni differenti a seconda delle dimensioni considerate. Infatti, se il dato dell’attività produttiva delle imprese nel complesso è pari a +1,1% (dato congiunturale), la produzione per le imprese medio-grandi è aumentata del 3,3% mentre cala dello 0,6% per le imprese piccole. Analogo andamento per il dato tendenziale (confronto con il primo semestre del 2013). Le piccole imprese hanno un’attività produttiva pressoché invariata rispetto a dodici mesi prima (+0,5%), le imprese medie invece rilevano +2,7% e il totale del campione è pari a +1,4%. Le aspettative per i prossimi sei mesi del 2014 risultano invece positive indipendentemente dalle dimensioni e dal settore. L’analisi della capacità produttiva mediamente impiegata dalle imprese con oltre 50 occupati esprime un incremento rispetto a quanto registrato nelle ultime rilevazioni: il tasso passa infatti dal 69.7% all’80%. Il dato contrasta in maniera rilevante con quanto comunicato dalle imprese più piccole per le quali, invece, il tasso di utilizzo della capacità produttiva è pari al 67,1% (era 62,3% sei mesi fa). I valori sono quindi in aumento ma con delle differenze piuttosto marcate che il dato medio (72,8%) non esprime. Fatturato - La rilevazione del primo semestre 2014 ha riscontrato un fatturato in lieve calo rispetto alla rilevazione precedente mentre un incremento del 3,4% rispetto al primo semestre 2013. Analogamente alle considerazioni tratte per produzione e ordini, anche il dato complessivo sulle vendite risente di andamenti differenti tra piccole imprese e medie imprese. Il dato negativo (-0,2%) indicato in precedenza è trainato dalle piccole imprese che registrano -1,1% (le aziende medio-grandi segnano +0,8%). Una distinzione a livello settoriale fornisce una lettura similare: imprese tessili e metalmeccaniche con vendite in aumento e aziende di altri settori invece in stallo. Analizzando nello specifico le vendite nel periodo aprile-giugno 2014 per le imprese oltre i 50 dipendenti, si evidenziano saldi di risposte positivi, indifferentemente per fatturato in Italia o all’estero. Le risposte positive superano in ogni caso il 40% del campione e quasi la metà delle aziende rileva incrementi nelle vendite all’estero. Diversa è la situazione per imprese piccole, dove il 41% indica riduzioni nelle vendite all’estero e il 40% stabilità e un saldo di risposte quasi nullo per le vendite in Italia. Suddividendo il fatturato in base al Paese di destinazione si evince che c’è una buona propensione ad esportare i propri prodotti anche se la metà del fatturato fuori dai confini nazionali riguarda mercati consolidati come l’Europa Occidentale. Riassumendo: il 61,8% delle vendite avviene in Italia, il 19,3% in Europa Occidentale, il 2,9% nei Brics, il 2,5% negli Stati Uniti e il 2,4% in Asia Occidentale. La restante parte è divisa tra Est Europa, America centro-meridionale e altri Paesi. I giudizi sul futuro prossimo sono improntati all’ottimismo e alla fiducia; in media il fatturato è previsto crescere del 5%. Credito - Le condizioni praticate dagli istituti di credito riguardo spese e commissioni bancarie, richiesta di garanzie e tassi d’interesse applicati risultano in peggioramento per il 34% delle imprese, mentre stabili per il 57%. La disponibilità ad espandere linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove è in peggioramento per un’impresa su cinque e stabile per il 68%. Occupazione - La stabilità è il giudizio che si riscontra da tempo; lo scenario occupazionale risulta infatti caratterizzato da un mantenimento dei livelli in due terzi dei casi, anche se le indicazioni di riduzione restano alte (21% degli intervistati). Il commento del Presidente di Unindustria Como, Francesco Verga - «Se da un lato i dati del primo semestre di quest’anno – commenta il Presidente di Unindustria Como, Francesco Verga - confortano per la tendenza leggermente positiva, già accennata a fine 2013, dall’altro non possiamo ignorare che questo miglioramento per ora è dovuto principalmente alle performance positive delle aziende medio – grandi, mentre le piccole, in particolare quelle rivolte unicamente al mercato interno, ancora non mostrano i segnali positivi che avremmo voluto registrare. Restano, inoltre, ancora critici i dati riguardanti l’occupazione e il credito alle imprese, due aspetti fondamentali per poter affermare che il peggio sia definitivamente alle spalle e per i quali non ci stancheremo mai di fare appello a Governo e Sistema Bancario affinché pongano in essere misure reali di sostegno alle imprese. Senza un intervento deciso e la partenza di riforme strutturali, infatti, anche le aspettative per la seconda parte di questo 2014 rischiano di rimanere deluse, in un momento dove ci sono già forti tensioni sui mercati internazionali a causa della situazione ucraina e dei relativi embarghi verso i prodotti europei e della polveriera nordafricana e medio orientale. Gli imprenditori, seppur tra mille difficoltà, stanno facendo la loro parte e continueranno a farla, ma serve una politica industriale di vero rilancio per far ripartire seriamente il nostro Paese, approfittando anche del cenno di svalutazione dell’Euro nei confronti del Dollaro che può ulteriormente stimolare le esportazioni». L’analisi Congiunta Como – Lecco - Secondo i dati dell’Osservatorio Congiunturale sul primo semestre 2014 elaborati dai Centro Studi di Unindustria Como e Confindustria Lecco - che hanno analizzato gli indicatori associati alla domanda, all’attività produttiva e al fatturato, nonché gli aspetti legati ai costi dell’approvvigionamento delle materie prime, ai rapporti con gli Istituti di credito e all’andamento dello scenario occupazionale - per le aziende comasche e lecchesi si rilevano indicatori in parziale recupero per i primi sei mesi del 2014, sia sul fronte congiunturale, sia a livello tendenziale. È riscontrabile infatti un lieve miglioramento rispetto a quanto registrato nella precedente edizione dell’Osservatorio riferita al semestre luglio-dicembre dello scorso anno. Non mancano tuttavia differenze e seconda della dimensione e a livello settoriale. La congiuntura con la seconda metà del 2013 mostra segni positivi in particolare per la domanda (4,2%) e per l’attività produttiva (2,2%); il raffronto tendenziale evidenzia invece un miglior risultato per il fatturato (3,4%) e per la produzione (2,6%). Per quanto riguarda i giudizi sull’andamento della domanda, le indicazioni positive incidono maggiormente rispetto a quelle di diminuzione, sia a livello di export sia per il mercato domestico. Sul versante dei costi di approvvigionamento delle materie prime, le imprese delle due province non segnalano particolari anomalie, con livelli pressoché stabili considerando i costi nel loro complesso (+0,2% rispetto al corrispondente semestre 2013 e +1,1% dai listini dello scorso dicembre). In media, l’incidenza del costo delle materie prime sul totale dei costi si attesta al 36,6%. Anche le aspettative per gli ultimi sei mesi dell’anno sono di segno positivo, con indicatori che si attestano in media al 3,1%. A fianco degli elementi sinora evidenziati, l’analisi rivela il permanere di criticità legate, in particolare, allo scenario occupazionale ancora rallentato e al peggioramento delle condizioni nel rapporto tra le imprese e gli Istituti di credito. Evoluzione Della Domanda - Gli ordini delle imprese delle due province nei primi sei mesi dell’anno fanno registrare un +4,2%, mentre nel confronto con giugno 2013 si registra un +1,9%. Risultati che vanno oltre le previsioni formulate ad inizio anno (che si attestavano intorno al +2,5%), ma che arrivano dopo un periodo decisamente negativo. Nella precedente edizione dell’Osservatorio era infatti stato registrato un valore in diminuzione (-2,4%). I risultati sono inoltre almeno in parte influenzati dalla caratteristica stagionale di alcuni prodotti realizzati dalle aziende aderenti all’indagine. Anche le aspettative rilevate per la seconda parte dell’anno prevedono un ulteriore incremento degli ordini pari al 2,5%. Attivita’ Produttiva - L’indicatore relativo alla produzione, per le aziende delle province di Como e di Lecco, mostra una variazione tendenziale rispetto ai primi sei mesi del 2013 pari a +2,6%, mentre la congiuntura con il secondo semestre dello scorso anno si attesta a +2,2% confermando le previsioni formulate durante la precedente edizione dell’Osservatorio (che indicavano +2,7%). Sul fronte previsionale, i giudizi sull’attività produttiva per la seconda metà del 2014 confermano l’andamento registrato per i primi sei mesi dell’anno e si attestano al +3,1%. L’analisi della capacità produttiva mediamente impiegata dalle imprese del campione evidenzia un utilizzo del 74,2%, dato che si rivela in crescita di circa 3 punti percentuali rispetto al 71,1% registrato nella seconda metà del 2013. Il contributo della produzione non realizzata internamente ma affidata a subfornitori contribuisce per il 4% circa; le aziende del campione rivelano di rivolgersi prevalentemente a soggetti operanti entro i confini nazionali (3,3%) mentre residuale è la quota riguardante le aziende estere. Nonostante la dinamica positiva riscontrata per i primi sei mesi dell’anno, resta ancora evidente la distanza che separa dal pieno recupero dei livelli pre-crisi. Si rilevano differenze nei livelli di produzione a seconda della classe dimensionale considerata. Per le imprese con oltre 50 occupati l’attività risulta più vivace e il dato relativo all’utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata si attesta a quota 80,3%; nel caso delle imprese più piccole, invece, il dato si attesta a quota 69,5%. A livello settoriale l’analisi mostra un maggior utilizzo degli impianti per le imprese metalmeccaniche e tessili (oltre l’80,5%) mentre il dato per gli altri settori evidenzia un utilizzo inferiore (65,2%). Evoluzione Del Fatturato - Sul versante del fatturato, le imprese dei due territori registrano dinamiche in linea con domanda e produzione con variazioni positive per entrambi gli orizzonti temporali considerati. Il dato tendenziale si attesta a +3,4% mentre la congiuntura con dicembre 2013 si chiude al +1%. Le aspettative per il secondo semestre indicano fiducia nella prosecuzione della fase positiva e si attestano al 3,8%. La composizione geografica del fatturato mostra un elevata propensione all’export per le aziende del campione: oltre il 40% del fatturato realizzato nel primo semestre è infatti indirizzato al di fuori del mercato nazionale. La principale area di destinazione oltre confine risulta l’Europa Occidentale (23% del fatturato totale); risultano inoltre rilevanti gli scambi con gli Stati Uniti (3,5%), i Brics (3,2%) e l’Est Europa (3%). L’esame dell’andamento delle vendite nel trimestre aprile-giugno evidenzia una maggiore intensità degli scambi rispetto a quanto registrato nel precedente osservatorio (relativamente al periodo ottobre-dicembre 2013). Sul mercato domestico il 34% delle aziende ha comunicato crescita contro una quota del 20,1% indicante la diminuzione; nel caso dell’export, invece, oltre i due terzi dei giudizi (72%) hanno espresso aumento (32,4%) oppure stabilità (39,6%). Andamento Del Credito - Per le aziende di Como e di Lecco - ma per le aziende lecchesi non si registrano scostamenti significativi - permangono le difficoltà nel rapporto con gli istituti di credito. Per oltre il 62% del campione le condizioni relative a spese e commissioni bancarie, garanzie e tassi di interesse non sono variate nei primi sei mesi dell’anno, mentre la situazione è migliorata per circa un’impresa su dieci. Un quarto del campione ha invece registrato un peggioramento in tal senso. Per quanto riguarda la disponibilità ad espandere le linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove non si registrano particolari variazioni rispetto a fine 2013 e i giudizi di peggioramento e miglioramento tendono a bilanciarsi. Lo Scenario Occupazionale - La situazione occupazionale per le aziende dei due territori non risulta particolarmente favorevole. Per circa il 70% delle imprese del campione i livelli occupazionali sono rimasti stabili rispetto a dicembre 2013. C’è da registrare tuttavia una prevalenza di giudizi di riduzione (19%) rispetto a quelli di aumento (11%). Nella precedente edizione dell’indagine si era invece registrata una maggiore stabilità (per l’80% del campione) ed un bilanciamento tra giudizi di crescita e diminuzione. Anche le previsioni per la seconda parte dell’anno sono maggiormente improntate alla riduzione, così come indicato da un’impresa su cinque. Permane una stabilità elevata (oltre il 67%) e una previsione di incremento che raggiunge il 12%.  
   
 

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