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Notiziario Marketpress di
Martedì 23 Settembre 2014 |
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OPEN TOSCANA, A COSA SERVE
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Firenze, 23 settembre 2014 - Open Toscana è una multipiattaforma a più facce: uno spazio con più spazi al suo interno e, come dicono gli addetti ai lavori, interamente ´responsive´, ovvero pienamente accessibile non solo dai pc ma anche da tablet e cellulari, capace di adattarsi automaticamente ai vari dispositivi. Servizi on line, dati aperti e partecipazione sono i tre bottoni già attivi. App, cloud e start up si aggiungeranno nelle prossime settimane. "Un ambiente sviluppato quasi interamente con dipendenti della Regione, dove lavora gente brava che basta motivare, e pochi apporti dall´esterno" sottolinea Bugli. Da Open Toscana da subito si potrà così pagare il bollo auto e le tasse regionali di chi pesca e caccia. Con pochi click si potrà accedere al proprio fascicolo pagamenti e capire se si hanno debiti con la pubblica amministrazione non solo regionale. Si potrà consultare il proprio fascicolo sanitario, pagare il ticket. E poi ancora una porta aperta su musei, biblioteche, garanzia Giovani, il portale della fatturazione elettronica per le imprese, appalti, Durc, Suap. Il tutto in maniera semplice e sicura, mentre altri servizi si aggiungeranno nel tempo. Da Open Toscana si potrà accedere agli open data toscani: statistiche, numeri e informazioni sulla Regione e il suo territorio, liberamente fruibili. Open Toscana diventa infine la casa della partecipazione. "La Toscana non è nuova a laboratori partecipativi avanzati" ha ricordato stamani Ilaria Casillo, esperta e membro dell´Autorità per la partecipazione regionale. La Toscana è stata infatti la prima Regione in Italia, sette anni fa, a scrivere una legge per coinvolgere maggiormente i cittadini nelle decisioni delle istituzioni. La nuova sfida, con la legge rinnovata nel 2013, è la partecipazione (anche) in rete, che si aggiungerà a quella che si produce nello spazio fisico. Per ogni processo partecipativo sarà aperta una ´stanza´, risparmiando sui costi per progettare e realizzare di volta in volta un sito. Dalla rete ognuno potrà dire la sua, condividere documenti, foto e video, far conoscere metodi e esperienze di partecipazione. Ventuno processi sono già pronti a partire. |
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