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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Settembre 2014
 
   
  L’ANDAMENTO DELLA CONGIUNTURA IN PIEMONTE: BILANCIO DEL II TRIMESTRE E PREVISIONI PER L’ULTIMA PARTE DELL’ANNO.

 
   
  Torino, 24 settembre 2014 - Lo scorso 22 settembre 2014, Unioncamere Piemonte e Confindustria Piemonte hanno diffuso i risultati a consuntivo e previsionali delle rispettive indagini, con l’obiettivo di monitorare l’andamento della congiuntura in Piemonte. Dopo i saluti del Presidente di Confindustria Piemonte Gianfranco Carbonato, sono intervenuti la responsabile dell’Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte Sarah Bovini, che ha analizzato i risultati della performance congiunturale del periodo aprile-giugno 2014, e il responsabile dell’Ufficio Studi economici di Confindustria Piemonte Luca Pignatelli, che ha presentato le linee di sviluppo dell’industria piemontese nel Iii e Iv trimestre 2014. A commento dei dati illustrati da Unioncamere Piemonte e Confindustria, sono poi intervenuti Antonio Nucci, Direttore Regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo, e Giovanni Forestiero, regional manager Nord Ovest Unicredit. Ha chiuso i lavori il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello. Le indagini presentate da Unioncamere Piemonte e Confindustria Piemonte mostrano come nel Piemonte la ripresa resti incerti ed esposta a rischi di involuzione. La buona performance della produzione industriale registrata dall’indagine di Unioncamere Piemonte nel Ii trimestre 2014 non trova immediata conferma nelle previsioni di Confindustria Piemonte per i trimestri successivi, che risentono di un clima di fiducia ancora molto fragile e fortemente condizionato da un difficile contesto economico globale. “La produzione industriale della nostra regione è cresciuta nel periodo di rilevazione (Ii trimestre), così come gli ordinativi e il fatturato. I dati ci dicono che uscire dalla crisi è possibile, anche grazie all´impegno sinergico delle istituzioni a supporto delle realtà produttiva. Anche e soprattutto nei periodi più critici, infatti, i nostri imprenditori hanno potuto contare sul sostegno all’internazionalizzazione, così come su politiche per la valorizzazione e la tutela delle produzioni: strumenti, questi, messi a disposizione dal Sistema camerale e che, con le riforme in atto, rischiano di venir meno proprio in un momento così delicato per le imprese del nostro territorio” commenta Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte. “I dati dell’indagine raffreddano i segnali di ripresa emersi prima dell’estate - commenta il Presidente di Confindustria Piemonte Gianfranco Carbonato -. I principali indicatori restano attestati su valori negativi, a conferma delle incertezze e precarietà della attuale fase congiunturale. La tenuta dell’export ribadisce la forte dicotomia tra aziende legate alla domanda interna (fortemente pessimiste) e imprese ben posizionate sui mercati esteri (ottimiste nel breve periodo). L’indebolimento di alcuni tra i nostri principali mercati costituisce dunque un motivo di forte preoccupazione per le nostre imprese; le tensioni geopolitiche (crisi ucraina, Medio Oriente) determineranno inevitabilmente spinte protezionistiche, penalizzando soprattutto alcuni settori del made in Italy. Il dato complessivo risente della perdurante, grave crisi dell’edilizia e del suo indotto, mentre sia la metalmeccanica che gli altri settori manifatturieri esprimono previsioni cautamente favorevoli.” "La produzione industriale di luglio, in calo dopo il rimbalzo di giugno, appare molto correlata all´andamento della domanda domestica per consumi e per investimenti. - dichiara Antonio Nucci, Direttore Regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo -. Lo spaccato per settore di attività economica resta molto differenziato, ma indubbiamente pesano le crisi strutturali in alcuni comparti. La nostra Banca è consapevole del momento difficile, ma occorre arginare quel clima di sfiducia che già sta facendo molti danni, a partire dall’ulteriore diminuzione della domanda di credito. Intesa Sanpaolo nei primi mesi dell’anno ha erogato 20 miliardi di euro a medio-lungo termine. In questi giorni ha avviato la prima adesione al programma Bce: questo ci consentirà di affrancarci in larga misura dallo spread del Btp con il Bund e di offrire condizioni più vantaggiose alle nostre aziende, sostenendo la ripresa degli investimenti e il conseguente rilancio dell’economia". “Nonostante le difficoltà congiunturali - ha sottolineato Giovanni Forestiero, Regional Manager Nord Ovest di Unicredit - i numeri esaminati oggi, soprattutto per l’export, danno comunque il quadro di una Regione che rimane saldamente tra le aree più sviluppate del Paese e dispone di risorse per molti aspetti distintive che la pongono al centro delle prospettive di rilancio della crescita del Paese. Unicredit sta facendo e continuerà a fare la sua parte. Già nei primi mesi di quest’anno c’è stata una notevole ripresa delle erogazioni di prestiti a medio lungo termine e leasing per investimenti alle aziende piemontesi e anche di mutui casa alle famiglie. Ad oggi le prime si incrementano di oltre il 55% sull’anno precedente, i secondi sono cresciuti rispetto al 2013 di 2,6 volte (+160%). Grazie alla maggiore liquidità a disposizione, visti anche i provvedimenti della T-ltro, i prezzi dei finanziamenti per le imprese sono in riduzione e, per i privati, vi sono tassi storicamente ai minimi (agevole trovare mutui sotto al 3% di tasso ‘finito’). Come Unicredit abbiamo ottenuto l´assegnazione di 7,750 miliardi di euro per l´Italia all´asta T-ltro della Bce del mese di settembre. L´importo sarà destinato proprio a realizzare strumenti di finanziamento a favore delle imprese e delle famiglie e per stimolare le migliori condizioni di crescita e di sviluppo sul mercato italiano e sicuramente il Piemonte avrà la sua importante quota”. Ii Trimestre 2014: I Dati A Consuntivo Di Unioncamere Piemonte La produzione industriale piemontese cresce del 4,2% nel Ii trimestre 2014 La fase di espansione del sistema manifatturiero piemontese, trainata dai mezzi di trasporto, prosegue anche nel Ii trimestre 2014, che registra una variazione tendenziale grezza della produzione industriale pari a +4,2%, allungando la serie di risultati positivi a quattro trimestri consecutivi. La buona dinamica del tessuto manifatturiero regionale trova conferma anche nei risultati positivi registrati dagli altri indicatori congiunturali. Per il secondo trimestre consecutivo, gli ordinativi interni registrano un lieve incremento (+0,4% rispetto al periodo aprile-giugno 2013), mentre gli ordinativi esteri rilevano un aumento più sostenuto (+3,7%). Buono anche l’andamento del fatturato: le imprese manifatturiere piemontesi registrano un incremento tendenziale medio dell’1,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, che scende lievemente (+0,9%) se si considera solo la componente estera. Sono, questi, alcuni dei risultati emersi dalla 171ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nel mese di luglio 2014 con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2014, e ha coinvolto 1.223 imprese industriali piemontesi. L’aumento della produzione industriale non ha riguardato tutti i settori di attività economica. Le industrie dei mezzi di trasporto manifestano, per il secondo trimestre consecutivo, la perfomance migliore, registrando una variazione del +28,0%. Convincenti anche i risultati delle industrie meccaniche (+3,0%) e di quelle chimiche e delle materie plastiche (+2,2%). Positive, sebbene più contenute, le variazioni registrate dalle industrie dei metalli (+1,8%), da quelle alimentari (+1,3%) e dal tessile-abbigliamento (+0,6%). Risulta in contrazione, invece, l’output prodotto dalle industrie elettriche (-0,4%) e da quelle del legno e del mobile (-4,5%). A livello territoriale, l’andamento è disomogeneo: alla performance brillante del tessuto manifatturiero della provincia di Torino (+7,6%), si accompagnano i risultati positivi di Cuneo e Novara, che vedono aumentare i rispettivi livelli produttivi del +2,9% e del +2,7%, del Verbano Cusio Ossola (+1,5%) e di Alessandria (+1,2%). L’output prodotto in provincia di Asti è aumentato dello 0,6% e quello di Vercelli è risultato sostanzialmente stazionario (+0,3%), mentre la provincia di Biella si è caratterizzata per la performance meno brillante, registrando una variazione della produzione industriale del -0,1%. Iii e Iv Trimestre 2014: I Dati Previsionali Di Confindustria Piemonte Dopo un terzo trimestre di transizione che aveva fatto registrare indicatori sostanzialmente allineati a quelli del trimestre precedente, l’ultimo trimestre del 2014 segna una battuta d’arresto, rinviando le speranze di ripresa ai mesi successivi. La consueta indagine previsionale trimestrale, realizzata da Confindustria Piemonte su un campione di circa 1.000 aziende associate del comparto manifatturiero e 250 dei servizi, rileva infatti un certo peggioramento del clima di fiducia. Nel dettaglio, il 20,2 % delle imprese manifatturiere si attende, per il prossimo trimestre, un aumento della produzione, a fronte del 22,9% che ne prevede la diminuzione: il saldo è leggermente negativo (-2,7%), a fronte del -3,4% di giugno. Più sensibile il calo del saldo riferito agli ordinativi totali, che passa dal -3,1% di giugno al -9,5%. Non muta di segno la divergenza, già osservata negli scorsi trimestri, tra imprese con meno di 50 dipendenti (pessimiste) e quelle con più di 50 addetti (ottimiste). Rimangono favorevoli le attese sull’export, anche se il saldo si indebolisce lievemente passando da +9,5% a + 6,9%. In questo trimestre, le aziende maggiormente ottimiste sulle previsioni export sono quelle che esportano una quota più elevata del fatturato. Si indeboliscono lievemente le previsioni di investimento. Quasi invariato il tasso di utilizzo della capacità produttiva, che passa da 70,5% a 69,7%. Stabile anche la composizione del carnet ordini. Il 24,4% delle aziende ha ordini per meno di un mese; il 49,7% ha lavoro garantito per 1-3 mesi, il 14,9% per 3-6 mesi, il restante 11% per oltre 6 mesi. Rimangono negative le prospettive occupazionali: l’8% delle imprese prevede un aumento della propria forza lavoro, a fronte del 12,9% che ne prevede la diminuzione, con un saldo pari a -4,9% (contro il -1,9% di giugno). Aumenta lievemente il ricorso alla Cig (dal 23,8% di giugno a 26,3%). Non si accorciano i tempi di pagamento, che rimangono intorno ai 93 giorni (146 i pagamenti della Pa), mentre oltre la metà delle imprese del campione (53,9%) segnala ritardi negli incassi. Un’analisi più puntuale dei dati a livello settoriale non evidenzia, salvo alcune eccezioni, discontinuità rispetto al trend del trimestre precedente. Nella maggior parte dei settori, i principali indicatori sono infatti allineati a quelli di giugno. Nel settore alimentare, la maggioranza delle imprese si attende un andamento favorevole; stagionalità positive contribuiscono a fare salire a livelli elevati i saldi ottimisti-pessimisti. Nel settore chimico, il trend è di stabilità, come nei mesi scorsi, con oscillazioni poco marcate dei saldi. Analoga situazione caratterizza il comparto della gomma plastica. Nel comparto tessile-abbigliamento, le previsioni sono favorevoli, al contrario dei precedenti trimestri; le stagionalità in questo caso non sembrano giocare un ruolo determinante. Anche nel comparto delle industrie varie (gioielli, giocattoli, articoli sportivi, etc.) prevale un quadro di sostanziale stabilità di produzione e ordini. Non si attenua la crisi strutturale dell’edilizia e del suo indotto (materiale da costruzione, impiantisti). Nell’ampio comparto metalmeccanico, le previsioni sono complessivamente improntate alla stabilità di produzione e ordini. Il saldo riferito ai livelli produttivi (+1,3%) non si allontana dai valori di giugno (+4,8%) e marzo (+3,4%). Il dato medio riflette tuttavia situazioni diverse tra i differenti comparti. Bene la meccanica strumentale, l’automotive e soprattutto l’aerospazio (che presenta i saldi in assoluto più positivi tra i settori manifatturieri); male invece metallurgia e industria elettrica-elettronica. Stabile infine il comparto dei prodotti in metallo, come nei mesi scorsi. A livello territoriale, le differenze tra le diverse aree sono marcate. Prosegue il buon momento della provincia di Alessandria. Nel caso di Biella, le previsioni delle imprese si rafforzano: il saldo sui livelli produttivi ritorna superiore a zero. Ad Asti il clima di fiducia rimane improntato a una sostanziale stabilità: negli ultimi trimestri i saldi ottimisti-pessimisti non si sono allontanati molto dal punto di equilibrio. Nel Canavese, il clima di fiducia appare meno positivo rispetto ai mesi scorsi: il saldo sui livelli produttivi cala di oltre 10 punti. Cuneo rimane una delle aree maggiormente colpite dalla crisi. Gli indicatori sono improntati al pessimismo senza variazioni significative rispetto ai mesi scorsi. Nell’area del Verbano, dalle valutazioni delle imprese emerge un quadro di sostanziale stabilità, con saldi di poco negativi, come a giugno. A Vercelli, come nei mesi scorsi, emerge un quadro non positivo, con attese di ulteriore riduzione dei livelli di attività. Infine, a Torino, si registra un indebolimento del clima di fiducia; il saldo riferito ai livelli produttivi peggiora di circa 7 punti rispetto a giugno, ritornando su valori negativi; più marcato è il peggioramento delle attese sugli ordini. Nel settore dei servizi (circa 250 risposte) il clima di fiducia è complessivamente più positivo rispetto al manifatturiero. Anche in questo comparto, tuttavia, l’indagine di settembre registra un certo peggioramento degli indicatori: nulla di drammatico, ma segnali di debolezza che allontanano le speranza di ripresa. Il saldo riferito ai livelli di livelli di attività rimane sostanzialmente attestato sui livelli di giugno (+3,9% contro +5,7%); l’indicatore sugli ordini peggiora invece di circa sei punti, ritornando al di sotto del punto di equilibrio (da +4,5% a -2,3%). Il saldo sulle previsioni occupazionali peggiora lievemente ma rimane positivo (da +4,5% a +0,8%). Sale di poco il ricorso alla Cig (dal 10,8 al 13,2% delle imprese) che rimane comunque contenuto. Rimangono problematici gli indicatori sulla situazione finanziaria e di liquidità. Peggiora ancora la redditività, con un saldo pari a -13,6%; il 59,4 % delle aziende segnala ritardi negli incassi. Non si riducono i tempi di pagamento: 80 giorni in complesso, 147 giorni per i pagamenti della pubblica amministrazione. La Pa assorbe circa il 13% del fatturato del comparto dei servizi; con essa ha rapporti il 45% delle aziende. Nessun segnale di accelerazione degli investimenti: solo il 18,8% delle aziende ha in programma investimenti significativi (erano il 19,7% dello scorso trimestre), mentre il 44,1% prevede di effettuare interventi di sostituzione (erano il 47,8% a dicembre). Non varia la composizione del carnet ordini: il 17% delle imprese ha lavoro garantito per meno di un mese, il 32% per un periodo tra 1 e 3 mesi, il 17% da 3 a 6 mesi, il 16% da 6 mesi a un anno e il 17% per oltre un anno. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva rimane superiore all’80% (82,4%, era 84% a giugno).  
   
 

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