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Notiziario Marketpress di Martedì 30 Settembre 2014
 
   
  AGRICOLTURA. LA DISTRIBUZIONE NAZIONALE DELLE RISORSE PUNISCE IL VENETO.

 
   
  Venezia - “Desidero rassicurare il collega Azzalin: le aziende agricole del Veneto non si accorgeranno né avranno conseguenze dal ritardo nell’applicazione nazionale della nuova Pac. Subiranno invece, e pesantemente, gli effetti di quelle scelte, punitive per gli agricoltori veneti e che la Regione ha criticato dall’inizio di marzo”. Lo ribadisce l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato replicando duramente alle affermazioni del consigliere regionale del Pd, “che si sveglia con mesi di ritardo su un tema strategico, sul quale non ha mai preso prima le difese dell’agricoltura regionale, e che ricalca pedissequamente la non risposta alle critiche del Veneto data dell’ufficio stampa del ministro. O è uno sprovveduto che non ha seguito la vicenda, oppure, più semplicemente, fa da cassa di risonanza a livello locale alle fantasiose giustificazioni a posteriori date da Roma, delle quali il Polesine dovrà subire le conseguenze per quanto riguarda grano duro e zootecnia, con il connesso settore maidicolo. In ogni caso è certo che su questa partita si è dimostrato imbelle e il suo attivismo non si è mai attivato con il suo ministro per salvaguardare le nostre imprese”. “Il mio primo allarme, politico e pubblico – ricorda Manzato – è del 6 marzo scorso, quando formalizzai la posizione del Veneto sul punitivo impatto che sarebbe risultato per i nostri agricoltori dal processo di rimodulazione, rispetto al quale ho proposto “meccanismi di compensazione ad esempio mediante un utilizzo strategico del pagamento accoppiato”. Questa posizione è stata da me sempre sostenuta in tutte le riunioni con il ministro e dentro la commissione politiche agricole ed è stata anche ripresa dai nostri produttori. Ho inviato tre lettere al ministro prima della decisione finale ricordando e ribadendo i motivi del “no” del Veneto. Dico ad Azzalin, che dovrebbe saperlo bene anche perché aveva apprezzato le nostre posizioni intervenendo alla discussione sul Prs in Polesine, che è dunque il “suo” ministro che non ha voluto e non vuole operare una scelta strategica per il Paese, distribuendo ancor una volta soldi a pioggia come nelle migliori tradizione della prima repubblica, diversamente da quanto fatto da Spagna e Francia. Di questo pagheremo le conseguenze come Paese, reso incapace di mantenere la già scarsa quota di autoapprovvigionamento di carne bovina, con tutti gli effetti economici negativi conseguenti. Dispiace che ora si faccia portavoce di questa “negligenza” di parte”.  
   
 

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