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Notiziario Marketpress di Mercoledì 01 Ottobre 2014
 
   
  FIRENZE, ELEZIONI DELLE CITTÀ METROPOLITANE: SFIDA BELLA E IMPEGNATIVA, CRUCIALE DEFINIRE COMPETENZE E RISORSE

 
   
  Firenze, 1 ottobre 2014 - A partire da domenica 28 settembre, data del voto a Firenze per il Consiglio metropolitano “è partita una nuova storia nel rapporto tra istituzioni territoriali e cittadini, che vede ancora una volta protagonisti i sindaci. La città metropolitana non è un ente burocratico ma uno strumento istituzionale di coesione territoriale e di stimolo allo sviluppo e alla ricerca di soluzioni condivise. Per i Comuni è un’occasione per allargare i propri confini, aumentare le opportunità e migliorare le condizioni per la ricerca di soluzioni adeguate. La sfida che ci pone la città metropolitana è bella e allo stesso tempo impegnativa”. E’ quanto dichiara il sindaco di Firenze e delegato Anci alle Città metropolitane, Dario Nardella, all’indomani della prima giornata di elezione nelle Città metropolitane, dove gli amministratori locali sono stati chiamati alle urne per eleggere il nuovo Consiglio metropolitano. Una sfida, dice Nardella che obbliga da una parte i Comuni a “migliorare e modernizzare i servizi per i cittadini” dall’altra “le imprese e l’intera comunità e a rinnovare il rapporto tra cittadini e Istituzioni, soprattutto nella dimensione di una reale partecipazione, che dovrà essere accompagnata dalla costituzione di una solida identità di ‘cittadini metropolitani’”. Per il primo cittadino di Firenze, “la Città metropolitana si presenterà come nuova se riuscirà a mettere in rete, in maniera sinergica e intelligente, le strategie, le politiche, i soggetti, i programmi, gli strumenti e ovviamente le istituzioni”. Ma per far sì che questo avvenga “serve l’impegno di tutti” ovvero “soggetti pubblici e privati, rappresentanti delle categorie e della società civile e l’intera popolazione”. Secondo il delegato Anci, poi, “un tassello chiave della progettazione della futura città metropolitana sarà il Piano strategico metropolitano, da vedere in un’ottica di Patto per lo sviluppo del territorio che coinvolga tutti gli attori metropolitani: penso alle imprese, al terzo settore e al privato sociale, ma anche al mondo della cultura e della formazione”. Anche per il sindaco di Genova, Marco Doria, nell’area del capoluogo ligure, dove si è votato domenica 27 settembre, “tutti avvertono l’esigenza di una forte integrazione nelle scelte per l’area metropolitana, che è unita da interessi comuni o complementari, pur nella specificità delle singole aree e nella loro diversa relazione con la grande città capoluogo”. Esigenze di ottimizzare e condividere, dunque, ma non decisioni calate dall’alto. “Le scelte della Città metropolitana – spiega infatti Doria - non devono essere precostituite. Abbiamo voluto intraprendere un confronto tra i Comuni”, per questo il sindaco metropolitano deve essere “garante di decisioni partecipate e trasparenti”. Ma al fine del buon funzionamento della città metropolitana, "a Genova come in Italia”, tiene a precisare il sindaco di Genova “sono cruciali la certezza dei compiti e la disponibilità delle risorse. Le competenze, che sono chiaramente delineate nella legge Delrio, devono essere effettivamente riconosciute e attribuite. Vanno scoraggiati o bloccati sul nascere atteggiamenti di conservazione e ambiguità che finirebbero per annacquare o ritardare il processo”. Quello che si deve realizzare, perciò “è una profonda riforma istituzionale, non un cambiamento superficiale e nominalistico di organi amministrativi. Proprio per questo la Città metropolitana deve disporre delle risorse necessarie all´espletamento dei compiti che la legge le affida obbligatoriamente e delle altre funzioni che potrebbe acquisire”. (ef) “E’ un momento storico molto importante. La Città metropolitana può sicuramente dare risposte più efficienti alle necessità dei cittadini ma, per raggiungere questo obiettivo, sono necessarie risorse (che al momento non ci sono) e chiarezza sulle competenze. Forse, mentre si lavora per i grandi cambiamenti, bisognerà far vedere in tempi ragionevolmente brevi, alcuni, anche se limitati, risultati concreti”. Così il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, sintetizza quali sono i tasselli mancanti della riforma Delrio, che domenica 27 settembre ha mosso i primi passi con l’elezione dei Consigli metropolitani oltre che a Milano, a Bologna, Genova e Firenze. Per Pisapia, ad oggi, non c’è “la piena consapevolezza” da parte dei cittadini che “ci sarà quando si vedranno i primi risultati concreti”. “E’ da quando è stata approvata la legge Delrio – ricorda il sindaco di Milano - che continuo a dire che, più che organizzare convegni o dibattiti tra esperti o amministratori, è fondamentale confrontarsi col territorio ma, purtroppo sono state poche le occasioni e i momenti di discussione e informazione con i cittadini nei diversi comuni della Città Metropolitana”. Ricordando poi l’esempio di Barcellona dove “il sindaco Xavier Trias mi ha confermato che solo dopo anni sono riusciti a far comprendere ai cittadini i vantaggi della Città metropolitana”, Pisapia riconosce essere “fisiologico un periodo di rodaggio. Ma con il passare del tempo – e non parlo di mesi - i servizi ai cittadini li immagino senza confini”. Ad esempio? “Una nuova gestione di alcuni servizi come l’integrazione tariffaria, il tema della lotta all’inquinamento, piuttosto che la raccolta differenziata dei rifiuti. Penso poi alla capacità, e necessità, di mettere in rete le iniziative culturali, le bellezze dei territori, i parchi e anche all’offerta sportiva”. Di una “nuova istituzione che renderà la nostra comunità coesa e più forte e coesa" ne è convinto da parte sua Virginio Merola, sindaco di Bologna che per Anci ha la delega alle Riforme istituzionali e da tempo segue i vari passaggi della riforma Delrio. "Diventeremo - spiega - con gli altri Comuni una città federata, nel caso di Bologna arriveremo a un milione di abitanti. Questo nuovo assetto istituzionale porterà benefici in termini di semplificazione delle regole e riduzione dei tempi della burocrazia”. Per Merola “la vera sfida è quella di saper dare uniformità e omogeneità (e quindi semplificazione) a tutti quelle attività che possono e devono essere svolte in sede metropolitana, a favore di tutti, e allo stesso tempo rispettare e anzi valorizzare le differenze e il diverso grado di avanzamento dei territori". “Ci troviamo di fronte a una grande occasione – conclude il sindaco di Bologna - per la crescita dei nostri territori”.  
   
 

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