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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Ottobre 2014
 
   
  BOSCO LEGNA: FILIERA GARANTISCA ECONOMIA E GESTIONE TERRITORIO

 
   
  Tirano/so - "La nostra burocrazia non permette il taglio dei boschi con facilità. Boschi che nel resto dell´Unione europea, così come nella vicina Svizzera, sono polmoni produttivi, da noi sono il totem della burocrazia". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava che ha visitato la centrale di teleriscaldamento di Tirano (Sondrio) e ha fatto una serie di sopralluoghi tra Bormio e Sant´antonio Valfurva, per toccare con mano il lavoro di manutenzione ambientale svolto dal Consorzio Forestale Alta Valtellina. Con 26 operai impiegati, oltre a 6 addetti negli uffici, il Consorzio opera su un ambito che vale da solo il 28 per cento del totale del territorio provinciale. Sbagliato Non Toccare Il Bosco - "Gli operatori del comparto - ha detto Fava, che ha visitato anche la segheria Ghilotti, sempre a Tirano - hanno sottolineato, ancora una volta, quanto il preservare il bosco non toccandolo, idea cara a certe posizioni ambientaliste, condanni in realtà il bosco stesso. Che ha bisogno di essere tagliato e regolato per vivere. C´è anche un problema di frazionamento delle proprietà, per cui è difficile mettere d´accordo tutti sulla necessità di intervenire". Fava è stato accompagnato nella visita dal presidente dell´Associazione regionale Consorzi Forestali Carmelino Puntel e dal presidente della Fiper (Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili) Walter Righini. Momento Di Fare Scelte "Sono stato invitato a fare questo sopralluogo dal consigliere regionale Corrado Tomasi, presidente del Consorzio Due Parchi Valcamonica - ha precisato Fava -. Ho avuto modo di vedere di persona un modello, quello della Valtellina e della Valcamonica, che ha come denominatore comune, da un lato, la gestione della filiera del bosco per uso industriale, dall´altro, quello del recupero energetico della stessa. Fermo restando che considero in ogni caso prioritario il recupero di materia direttamente impiegata in cicli tecnologici, come del resto indica la Ue, e solo in subordine il recupero a fini energetici degli scarti che derivano dalla prima attività, quella della trasformazione del legno a livello industriale, non c´è dubbio che quello visto oggi sia un modello a cui guardare con attenzione". Chiarire Percorsi - "È arrivato il momento di fare scelte - ha proseguito l´assessore - che vadano a chiarire quali debbano essere i percorsi privilegiati all´interno del settore stesso: ben venga la definizione di una filiera, che rispetti il recupero della materia a fini industriali". Garantire Continuità A Gestione Forestale - "La filiera bosco-legno garantisce economia e gestione del territorio alla montagna, nel solco della tradizione - ha ribadito Fava -, come abbiamo visto oggi, visionando alcuni interventi di recupero ambientale, anche con riferimento ad alcune problematiche fitopatologiche, in aree che altrimenti non sarebbero presidiate dagli Enti locali. Ho potuto anche evidenziare le prospettive che le imprese boschive hanno in tema di Psr. Abbiamo discusso, inoltre, della possibilità di reperire risorse nel Bilancio 2015 finalizzate alla gestione della fase di transizione tra le vecchia e la nuova programmazione, causata peraltro da ritardi imputabili all´Unione europea. Modalità necessaria per garantire continuità alla gestione forestale ed evitare che il buco possa avere effetti negativi in una fase di ricomposizione del territorio che sta dando risultati". Attività Da Incentivare - Focus dunque sul tema dell´utilizzo concreto del bosco e della sua valorizzazione economica. "Le segherie sono costrette a importare dall´estero buona parte del legname - ha ricordato l´assessore -: occorre ridurre gli oneri burocratici che impediscono oggi il corretto sfruttamento di una risorsa e, quindi, far cambiare mentalità a chi, con una visione troppo conservatrice del bosco come entità intoccabile, ha prodotto risultati opposti a ogni obiettivo di valorizzazione. La presenza dell´uomo in boschi e foreste deve tornare a essere quella tradizionale e originaria, che garantiva un recupero appropriato della risorsa legno anche sotto l´aspetto economico. Il bosco è vita e, allo stesso tempo, economia, ma è chiaro che un´attività scarsamente remunerativa deve però essere incentivata. Non consegniamo ai nostri figli boschi malgestiti per l´incuria e la scarsa attenzione dell´uomo".  
   
 

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