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Notiziario Marketpress di Martedì 14 Ottobre 2014
 
   
  LATTE, LOMBARDIA: EUROPA RITORNI GRANDE MERCATO AGRICOLO

 
   
  Stresa/vb - "L´europa non perda di vista gli obiettivi per cui era nata, come grande mercato agricolo per rispondere alle tematiche di quel comparto. La nostra cultura, lombarda in primis, è quella del patrimonio zootecnico, un comparto che ha garantito sviluppo e competitività a livello internazionale, grazie a un tessuto industriale di grande importanza". E´ intervenuto così l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, al World Dairy Forum a Stresa, incontro internazionale dedicato al mondo lattiero caseario. A presiedere i lavori Michel Nalet, presidente di European Diary Associazione e Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte (Associazione Italiana Lattiero Casearia). Obiettivo Originario - Fava si è detto "abbastanza preoccupato per la situazione di mercato, nel medio lungo periodo". "Temo - ha detto l´assessore lombardo - che il dibattito in Europa sia poco concentrato su uno di quei temi che avevano ispirato la sua nascita. L´accordo di Stresa del 1951 sull´uso delle designazioni d´origine e delle denominazioni dei formaggi aveva rappresentato un passo fondamentale per l´avvio del primo Mercato Comune Europeo. L´europa nacque come mercato agricolo, per far fronte alle tematiche agricole: non dobbiamo perdere di vista l´obiettivo originario". Riconoscere Specificità - Di qui l´appello di Fava alla platea di operatori internazionali presenti oggi a Stresa: "Chiediamoci cosa vogliamo sia l´Europa. Da parte nostra, vorremmo che fosse riconosciuta specificità ai nostri prodotti, quelli che sappiamo far bene e per cui siamo riconosciuti nel mondo. Per noi il lattiero caseario rappresenta un fatto identitario, la nostra storia, un patrimonio culturale e socio-economico fondato su questa parte consistente di zootecnia". Capaci Di Uscire Da Impasse - Un comparto che ha garantito "sviluppo e competitività a livello internazionale - ha osservato l´assessore - soddisfacendo in grande misura anche il fabbisogno interno. Produciamo in Italia poco più del 50% del nostro fabbisogno, il sistema quote ci ha penalizzato e ha messo a rischio il poter dire di essere garantiti sotto il profilo della sovranità alimentare. Ciò non toglie che la nostra grande capacità abbia consentito di affrontare i problemi, realizzando grandi produzioni alimentari". Expo, Declinarlo In Chiave Politica - "Vorremmo che il grande tema ´Nutrire il pianeta, energia per la vita´ fosse declinato in chiave politica - ha ribadito Fava -. Certo, sarà un grande evento, ma soprattutto un´occasione in cui per sei mesi avremo quasi 150 Paesi - e più del 90 per cento della popolazione mondiale rappresentata ai massimi livelli - a discutere di sviluppo della filiera agroalimentare. Sia questa occasione per l´Europa per dibattere su dove vogliamo andare, convinti come siamo di saper fare poche cose ma buone: ecco perché concentreremo l´attenzione sulla tutela di quei prodotti che sappiamo fare bene, che vogliamo vadano in giro per il mondo a rappresentarci al meglio". E per difenderli "chiederemo sia riconosciuta la loro giusta specificità: il grande obiettivo politico di Expo resta il raggiungimento di accordi multilaterali perché siano riconosciuti primato della qualità delle nostre produzioni e ruolo che la filiera agroalimentare hanno avuto e che vorremmo mantenessero".  
   
 

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