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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Ottobre 2014
 
   
  GIUSTIZIA EUROPEA : TARIFFA ELETTRICA AGEVOLATA È AIUTO DI STATO E L´ITALIA DEVE RECUPERARLA PRESSO I BENEFICIARI ALCOA, PORTOVESME E EURALLUMINA

 
   
   Lussemburgo, 20 ottobre 2014 - Alcoa Trasformazioni Srl, è proprietaria di due stabilimenti che producono alluminio primario, situati uno a Portovesme, in Sardegna, e l’altro a Fusina, in Veneto, già ceduti alla ricorrente dall’Alumix Spa. Portovesme Srl, produce metalli non ferrosi, tra i quali zinco, argento e piombo nei suoi stabilimenti di Portoscuso e San Gavino. Eurallumina Spa produce allumina, materia prima intermedia ottenuta a partire dalla bauxite impiegata per la fusione dell’alluminio. Essa è stabilita a Portoscuso, in Sardegna. Con la «decisione Alumix» del 1° ottobre 1996, la Commissione ha considerato che la tariffa agevolata sull’elettricità applicabile fino al 31 dicembre 2005 non costituiva un aiuto di stato. L’autorità per l’energia elettrica e il gas («Aeeg») nel 1999, ha trasferito ai distributori locali di elettricità la gestione della tariffa. Nel 2004 la Cassa Conguaglio per il settore elettrico (ente pubblico) ha rimborsato direttamente alle ricorrenti le somme corrispondenti alla differenza tra l’importo della tariffa ad esse praticata dall’Enel e quello della tariffa prevista nel decreto del 1995 (in particolare, Eur 12 845 892, 82 per Portovesme e Eur 5 208 152,05 per Eurallumina). La Commissione ha quindi avviato, nel 2004 (per Portovesme ed Eurallumina) e nel 2006 (per Alcoa[1]), il procedimento di verifica della sussistenza di aiuti di Stato. Il 19 novembre 2009 per Alcoa (decisione 2010/460/Ce[2]) ed il 23 febbraio 2011 per Portovesme e Eurallumina (decisione 2011/746/Ue[3]), la Commissione ha dichiarato gli aiuti incompatibili con il mercato comune ed ha inoltre ordinato all’Italia di procedere al loro recupero presso i beneficiari[4]. Le tre società hanno allora chiesto al Tribunale dell’Unione europea l’annullamento delle decisioni della Commissione (nel 2010, Alcoa ha impugnato la decisione 2010/460/Ce [5][6], nel 2011 Portovesme e Eurallumina hanno impugnato la decisione 2011/746/Ue). Con la sentenza odierna, il Tribunale respinge tutti gli argomenti fatti valere da Alcoa, Portovesme e Eurallumina nonché i ricorsi nel loro insieme.  
   
 

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