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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Ottobre 2014
 
   
  LOMBARDIA.SUINI:PROPOSTA UNICA CONTRO CRISI COMPARTO L´ASSESSORE: REGIONE DEVE POTER INTERVENIRE CON FONDI PROPRI

 
   
  Cremona - "Occorre decidere una volta per tutte che l´origine del prodotto diventa fondamentale per la sua promozione. Non è irrilevante il fatto che un suino rientri nel ciclo di nato, allevato e macellato nello stesso Paese. Non potendo intervenire sul mercato, bisogna definire regole che stabiliscano questo principio". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, intervenendo, oggi, al forum Italpig, nell´ambito della rassegna suinicola di Cremona. Al confronto sulle problematiche del comparto sono intervenuti: Davide Calderone, direttore generale di Assica; Alberto Allodi, presidente di Assalzoo; Gabriele Canali, direttore Crefis; Lorenzo Fontanesi, presidente Unapros; Elio Martinelli, presidente Assosuini; Aldo Muraro, presidente Unitalia; Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori. Confronto Prosegue - Un confronto, ha preannunciato l´assessore lombardo, che proseguirà nelle prossime settimane, "con le imprese di macellazione lombarde e i suinicoltori, per arrivare ad avere una proposta da portare sul tavolo ministeriale". "In assenza di risposte - ha detto Fava - cercheremo di fare da soli. Quello che non possiamo permetterci è che muoia il comparto, che le aziende chiudano". Risorse, Usarle Al Più Presto - "Le dinamiche di mercato possono essere invertite con investimenti - ha aggiunto l´assessore – ma con il Programma di sviluppo rurale (Psr) possiamo solo accompagnare l´intervento di un privato, oggettivamente in difficoltà in questo momento a mettere del proprio". Le risorse vanno utilizzate subito, pena il rischio, ha aggiunto Fava, "che le aziende da qui a sei mesi non ci siano più. Se mi devo preoccupare di mettere risorse per un sistema, devo poterlo fare subito". Occorre intervenire in maniera ´choc´ sul comparto: "Insisto - ha aggiunto Fava - , il Ministero ci consenta di liberare immediatamente risorse per affrontare la crisi drammatica di questo settore, come ha fatto la Francia mesi fa, intervenendo a livello regionale con contributi alle imprese - 15 milioni di euro - di Bretagna e Normandia". Confronto Macroregionale - In terzo luogo, ha rilevato Fava, "bisogna andare spediti a definire un accordo di filiera vero e proprio, spostando il livello di discussione prevalentemente a livello lombardo - lontano dai tavoli ministeriali -, estendendolo alle altre quattro Regioni del Nord (Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia), insieme alle quali rappresentiamo il 90 per cento della produzione suinicola e stabilire così obiettivi a prescindere dalla volontà tanto dei tavoli romani che del livello comunitario. "Se la Lombardia fa il 40 per cento dei suini lombardi, bisogna iniziare a fare da noi - ha detto l´assessore -. Fermo restando che le filiere verticali funzionano quando c´è anche la grande distribuzione". "Bisogna arrivare velocemente a una evoluzione positiva - ha concluso -: una voce unica, un progetto unico è utile al sistema, e anche alla politica, che con quel sistema deve interfacciarsi per risolvere i problemi".  
   
 

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