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Notiziario Marketpress di
Lunedì 03 Novembre 2014 |
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DAL MET DI NEW YORK A BUSTO ARSIZIO: LA «CARMEN » SUL GRANDE SCHERMO DEL CINEMA SOCIALE BUSTO ARSIZIO (VARESE), 3 NOVEMBRE 2014 - DAL PALCO DEL METROPOLITAN OPERA DI NEW YORK AL GRANDE SCHERMO DEL CINEMA TEATRO SOCIALE DI BUSTO ARSIZIO.
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Giovedì 4 novembre, alle ore 19, la sala di piazza Plebiscito propone, in contemporanea con un altro centinaio di sale cinematografiche italiane, il live Hd dell’opéra-comique «Carmen» di Georges Bizet. L’appuntamento, inserito nella stagione cittadina «Ba Teatro», inaugura la rassegna «L’opera al cinema», promossa dall’associazione culturale «Educarte», con la Fondazione comunitaria del Varesotto onlus, grazie alla preziosa collaborazione di Microcinema Distribuzione. La regia è di Richard Eyre, mentre la direzione musicale è a cura del maestro Pablo Heras-casado. Anita Rachvelishvili interpreta la seducente Carmen, ruolo nel quale è già stata apprezzata nei maggiori teatri d’opera del mondo. Aleksandrs Antonenko è l’ossessionato caporale Don José. La promettente soprano Anita Hartig veste i panni di Micaela; Ildar Abdrazakov è il torero Escamillo. Il fascino di «Carmen», opera lirica in quattro atti che i librettisti Henri Meilhac e Ludovic Halevy trassero dall’omonima novella di Prosper Merimee, è tutto racchiuso nelle parole del filosofo Friedrich Nietzsche: «Ho udito ieri -lo credereste?- per la ventesima volta il capolavoro di Bizet. Ancora una volta persistetti in un soave raccoglimento, ancora una volta non fuggii. Questa vittoria sulla mia impazienza mi sorprende. Come rende perfetti una tale opera! Nell´udirla si diventa noi stessi un «capolavoro». [...] Questa musica [...] mi sembra unica. Si avvicina leggera, morbida, con cortesia. [...] La sua serenità è africana: […] la sua felicità è breve, improvvisa, senza remissione. […] Finalmente l’amore, […] l’amore come fatum, come fatalità, cinico, innocente, crudele». A leggere questa affermazione, riportata in una lettera del dicembre 1888, sembra impossibile credere che «Carmen» sia stata fatale per Georges Bizet. Il compositore e pianista francese morì, infatti, tre mesi esatti dopo la «prima», tenutasi il 3 marzo 1875 all´«Opéra-comique» di Parigi. C’è chi ipotizza che la grande freddezza, con la quale il pubblico e la critica accolsero la storia dell’avvenente sigaraia di Siviglia, causò all’autore del «Don Procopio» e de «L´arlèsienne» una forte depressione, che lo condusse al suicidio; c’è, invece, chi parla di un attacco d’angina. Sta di fatto che, nei mesi che seguirono la «prima», Georges Bizet, subissato dalle critiche per il soggetto giudicato «immorale» e per la musica altrettanto controcorrente, non avrebbe mai potuto lontanamente immaginare che nell´autunno 1875, a Vienna, la sua «Carmen», alla quale aveva lavorato con passione dal 1872 all’autunno del 1874, sarebbe divenuta un successo mondiale. Un successo, questo, destinato a incantare personalità del calibro di Otto von Bismark, della regina Vittoria, di Giuseppe Verdi e di Petr Il´ič Čajkovskij, che parlò di «invenzioni piccanti e gustose che accarezzano l’orecchio e tuttavia toccano e commuovono il cuore». Per l’edizione viennese, Ernest Giraud, da sempre amico di Georges Bizet, compose la musica per i recitativi che nella versione originale erano parlati, secondo i dettami dell’opéra-comique. «Carmen» divenne così un grand-opéra, e come tale viene applaudita ancora oggi. La sottile orchestrazione, unita alla perfetta invenzione musicale fatta di melodie morbide e sensuali, che rispecchiano il carattere dei personaggi, hanno reso, infatti, quest´opera una delle più apprezzate e, quindi, più replicate al mondo. La trama è imperniata su sentimenti forti, come l’amore passionale e la morte, l’illegalità e la sfida al destino e alle sue regole imperscrutabili. La sigaraia di Siviglia, con il suo temperamento sfrontato e il suo fascino magnetico, porta fuori dalla ragione il brigadiere don José, caporale dei Dragoni del Re, che per lei lascia l’esercito e si dà alla macchia, vivendo con zingari, contrabbandieri e fuorilegge. Ma la donna, presto, si invaghisce di un altro uomo: il torero Escamillo. Il finale è degno di un articolo di cronaca nera: Carmen muore per mano del suo stesso amante, mentre nell’arena di Siviglia è in corso una corrida e il matador sta sferrando il colpo mortale al toro. Indimenticabili rimangono nell’immaginario collettivo alcuni brani musicali come la voluttuosa e civettuola habanera «L´amour est un oiseau rebell», la funerea «Aria delle carte» o la fatale «C´est toi! C´est moi!» del finale. La rassegna «L’opera al cinema» del teatro Sociale di Busto Arsizio, nata con l’intento di valorizzare il nuovo sistema di proiezione digitale della sala integrato con una parabola collegata alla piattaforma Opensky e con un pacchetto M-box 2.0, prevede altri cinque appuntamenti. Si riprende giovedì 25 novembre, alle ore 19, quando nel cinema di piazza Plebiscito sarà possibile assistere a un altro avvincente live Hd dal Metropolitan Opera di New York: «Il barbiere di Siviglia» di Gioachino Rossini, per la regia di Bartlett Sher e con la direzione musicale di Michele Mariotti, che vedrà in scena Isabel Leonard, Lawrence Brownlee e Christopher Maltman. Dal prestigioso teatro americano saranno trasmessi anche i live Hd delle opere «La donna del lago» di Gioachino Rossini (martedì 17 marzo 2015 – ore 19.00), «Cavalleria rustica» di Pietro Mascagni e «Pagliacci» di Ruggero Leoncavallo (martedì 28 aprile 2015 – ore 19.00). La rassegna ha, inoltre, in agenda due contributi Special ideati e prodotti da Andrea Andermann, in collaborazione con Rada Film, che ambientano altrettante opere liriche nei luoghi in cui il loro autore, Giuseppe Verdi, le ha immaginate: «La Traviata à Paris» (martedì 17 febbraio 2015 – ore 19.00), per la regia cinematografica di Giuseppe Patroni Griffi, la fotografia di Vittorio Storaro e la direzione musicale del maestro Zubin Mehta, e «Rigoletto a Mantova» (martedì 12 maggio 2015 – ore 19.00), per la regia di Marco Bellocchio e con Placido Domingo nei panni del buffone di corte che piange la morte della figlia Gilda. |
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