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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Aprile 2007
 
   
  ASSESSORE LIVIANTONI: “IDENTIFICARE IL VINO UMBRO CON L’UMBRIA E RICOMPORRE L’OFFERTA CONTRO LA DISPERSIONE”

 
   
  Verona - “Il ‘cuore verde’ dell’Umbria evoca emozioni, emozioni ambientali e storico-artistiche, che sono e devono sempre di più essere il valore aggiunto dei nostri vini: tutto il sistema e la nostra azione promozionale devono riuscire a realizzare appieno questa identificazione”. Lo ha detto l’assessore all’agricoltura della Regione Umbria Carlo Liviantoni, visitando l´1 aprile al “Vinitaly 2007” lo “stand” dell’Umbria. “Occorre lavorare – ha affermato Liviantoni – per una ricomposizione dell’offerta, contro una dispersione i cui problemi sarebbero destinati a ricadere sui coltivatori, sulla qualità e sulla promozione generale dell’Umbria”. Liviantoni (che si è intrattenuto a colloquio con gli espositori, ascoltandone bilanci, impressioni e suggerimenti) si è anche recato in visita (presso il padiglione del “Sol”, lo spazio dedicato agli olii) allo stand del Consorzio dell’Olio “Dop” dell’Umbria. “Gli uliveti – ha detto – rappresentano l’elemento caratterizzante del paesaggio umbro – e la qualità del nostro olio è una garanzia per il consumatore”. I commenti degli espositori umbri sui giorni della fiera appena conclusosi sono sostanzialmente positivi. Maria Teresa Lungarotti parla di “giornate faticose e fantastiche”; Marco Caprai dice che “il vino va bene, perché i produttori hanno ristrutturato e pensato al mercato”; Roberto Berioli delle cantine sociali “Terre del Carpine”/ I Vini del Trasimeno parla di un grande interesse verso i vini umbri da parte di importanti paesi, Stati Uniti in testa, frutto di un “affinamento del rapporto con i clienti” e del lavoro di comunicazione, che deve far capire, nella globalizzazione, che dietro il vino c’è un territorio e la sua storia secolare, che fa da sfondo alla qualità. Fra le curiosità, è sembrato di cogliere, nell’Umbria in fiera, la tendenza ad un rinnovato interesse per i vini da dessert, per “rivisitazioni” del classicissimo vinsanto, come quello presentato dallo stesso Berioli, o per i passiti, come quello della cantina “Cesarini Santoni”, che lo saluta come un “ritorno al passato, anzi al passito”, in nome di vecchie suggestioni della campagna, o come la “vendemmia tardiva” dell’azienda “Custodi” di Orvieto: tutte iniziative accomunate da un “amarcord” della tradizione agreste, reinterpretate in una chiave moderna che rispetta storia e territorio. Presidente “Jre” Marco Bistarelli - Abolito lo spazio “Ristorante” degli anni scorsi, utilizzato quest’anno per sostenere l’incremento delle aziende espositrici, la cucina umbra si è spostata nella “Sala dei Signori” al Padiglione 10, dove la sezione italiana dei “Jeunes Restaurateurs d’Europe”, presieduta dall’umbro Marco Bistarelli, ha eseguito “menu” a tre mani per tutti i giorni della Fiera. Bistarelli (impegnato nella preparazione di un “Crudo ma cotto” di “Cappello del Prete”, con crescione in salsa all’aceto balsamico e crema di sedano rapa) si è detto soddisfatto del primo anno della sua presidenza: “Il nostro scopo – ha affermato – è quello di stanare i cuochi dalle loro cucine e dar loro visibilità, diffondendo al tempo stesso una nuova idea del cibo, dei prodotti e delle tecniche di cucina: credo che ci stiamo riuscendo. In Umbria – ha aggiunto – l’abbinamento fra cibo e vino funziona benissimo, e il nostro compito è quello di migliorarlo sempre di più”. .  
   
 

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