Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 02 Dicembre 2014
 
   
  VENETO, STATI GENERALI DELLA PESCA: PESCA PROFESSIONALE IN PRIMIS

 
   
   Venezia - “Gli stati generali della pesca hanno concentrato la loro attività soprattutto sulla pesca professionale e molluschicoltura, nocciolo duro del settore ittico veneto” ha spiegato l’assessore alla pesca Franco Manzato durante l’incontro degli stati generali della pesca tenutosi a Chioggia. In base agli studi condotti quest’anno, la flotta marittima negli ultimi 12 anni ha perso il 38,7% delle 700 imbarcazioni. Ciononostante, sembra in ripresa il numero degli imbarcati marittimi: nel 2013, infatti, risultano operanti 1.685 persone con un rialzo del 2,5%. Le imprese ittiche (2.964 le ditte registrate nel 2013 nella produzione ittica primaria) calano del 2,6% nell’ultimo anno. Per la prima volta negli ultimi sette anni, anche le imprese dell’acquacoltura risultano in diminuzione (-0,1%). Considerando l’intera filiera ittica, le imprese registrate in Veneto nel 2013 sono 3.646 e scendono del 2,2%. Di queste imprese, il 57% operano nel rodigino (quasi tutte nel settore primario), mentre un 32% lavorano nel veneziano. Nell’ultimo anno il pescato della flotta locale è stato pari a 17.511 tonnellate, con un aumento annuo dello 0,1%. La bilancia estera del commercio di prodotti ittici segna un saldo negativo per 192,3 milioni di euro, con le importazioni in aumento del 5,3% e le esportazioni del 24,4%. “L’analisi della pesca professionale – precisa l’assessore – ha messo in evidenza una serie di problemi tecnici e particolari, ai quali è però possibile trovare una soluzione sia agendo sulle normative esistenti ove possibile, sia attraverso una maggiore colloquio fra istituzioni e operatori, sia agendo mediante gli strumenti finanziari preposti”. Alcuni esempi - carenza delle risorse e loro sovrasfruttamento; - eccessiva capacità dello sforzo di pesca: il decremento della capacità della flotta è più che compensato dagli incrementi di produttività; - eccessivi vincoli burocratici e difficoltà di interlocuzione fra organismi preposti che portano a poca chiarezza sulle competenze; - rapporti e concorrenza con marinerie Croate; - limitata visione imprenditoriale degli operatori; - carenza organizzativa fra operatori e difficoltà a costituire organismi unici per sfruttare economie di scala e acquisire rappresentatività nel settore; - aumento dei costi di produzione; - attuazione di politiche non lungimiranti e in linea con le caratteristiche tipologiche dell’Alto Adriatico; - mancata tutela della fascia costiera e delle altre aree di riproduzione degli stock; - carenza di politiche promozionali e di marketing territoriale ittico; - eccessiva antropizzazione della fascia costiera In questo contesto dovrebbero essere implementate delle politiche trasversali a tutti i comparti che operino in tre direzioni principali: 1. Tutela dell’impresa e dell’occupazione, per cui è opportuno lavorare al fine di: - Favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese della pesca e dell’allevamento; - Migliorare le strutture e i servizi per la pesca, infrastrutture e logistica; - promuovere forme di aggregazione organizzata dell’offerta per tipologia di prodotto e territorio e creazione di una unica Organizzazioni di produttori per comparto a livello regionale o addirittura di nord Adriatico; - agevolare percorsi di filiera per le imprese produttrici in modo da renderle protagoniste della valorizzazione del prodotto prevedendo incentivi per quelle che si aggregano e si orientano verso attività commerciali riappropiandosi di parte del valore del prodotto; - sviluppo delle attività connesse e affini, come l’avvio del recupero di strutture della pesca e acquacoltura per lo sviluppo di attività turistico-ricettive; 2. Tutela delle risorse: - agevolare gli operatori affinché a livello di produzione si aggreghino in Consorzi o altre forme associative che siano rappresentative e che presentino piani di gestione per ogni sistema di pesca; - per la salvaguardia di particolari specie in forte difficoltà, favorire l’introduzione, nei Piani di gestione, anche di fermi mirati per specie; - creare zone di tutela della pesca soprattutto nella fascia costiera; - favorire la ricerca applicata per studiare attrezzi di pesca meno impattanti e più selettivi, utilizzando la tecnologia per aumentare la selettività e non la produttività; 3. Rafforzamento dei controlli: - dare una forte spinta verso tutte le attività di controllo istituzionale per il ripristino della legalità e della certezza del diritto attraverso accordi con le forze dell’ordine per il rispetto delle misure minime di taglia, di maglia delle reti, di zone di pesca, etc. - estendere l’utilizzo di strumenti tecnologici per agevolare i controlli su uscite delle imbarcazioni, aree di pesca e quantitativi; - verificare gli impegni assunti da terzi in sede dei diversi accordi di programma conclusi in occasioni di lavori e infrastrutture  
   
 

<<BACK