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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Dicembre 2014
 
   
  USCITA COMUNE DI PERUGIA DA CENTRALCOM

 
   
  Perugia, 2 dicembre 2014 – "L´uscita annunciata del comune di Perugia dalla società Centralcom, in relazione alla costituzione di Umbria digitale, società in house del sistema pubblico regionale, che ha come mission principale la digitalizzazione della Pubblica amministrazione umbra, produrrà esattamente gli effetti opposti a quelli dichiarati dall´assessore del comune di Perugia, Calabresi. Le conseguenze, sarebbero infatti, oltre a possibili danni erariali da verificare, anche l´impossibilità di sfruttare le potenzialità connesse alle infrastrutture realizzate con fondi pubblici, per collegare le Pubbliche Amministrazioni, ai fini della banda ultralalarga nelle case dei cittadini e nelle imprese della città". E´ quanto afferma l´assessore regionale all´innovazione Fabio Paparelli, sottolineando come "Una recente pubblicazione de "Il Sole24ore" pone l´Umbria ai primissimi posti per la digitalizzazione della pubblica amministrazione (al terzo posto, di poco sotto Emilia e Toscana) ed uscire da questo processo virtuoso non produrrà nulla di buono per i cittadini perugini, ne per il sistema delle imprese o tantomeno per i lavoratori di Umbria digitale. Giova ricordare rispetto alle dichiarazioni dell´assessore Calabresi - aggiunge Paparelli - che il comune di Perugia ha rifiutato qualsiasi confronto nel merito tecnico con la Regione e con la società, rinunciando così a dare una opportunità concreta ai progetti della città, complementari agli investimenti fatti da Centralcom e non certo contrastanti. Ci domandiamo cosa c´è dietro, se non la volontà di mettere il capoluogo umbro in una condizione di isolamento dal contesto regionale e di uscita dai circuiti decisionali rispetto all´utilizzo dei fondi comunitari della prossima programmazione che vedranno Umbria digitale protagonista. Peraltro non corrispondono al vero le dichiarazioni dell´assessore Calabrese apparse sulla stampa relativamente al fatto che si sarebbe rifiutato di inserire nello statuto della costituenda Umbria digitale clausole relative alla possibilità di utilizzo delle infrastrutture per progetti aventi lo scopo di portare la banda larga nelle case e nelle imprese. A parte che la proposta, mai avanzata, non è di competenza statutaria ma eventualmente di patti parasociali, protocolli d´intesa o convenzioni, é vero invece che, nonostante solleciti diversi al confronto di merito cui é stato invitato l´assessore, anche dal suo sindaco, egli ha sempre rifiutato il confronto, rispondendo con una generica e politichese presunta incompatibilità degli obiettivi della giunta rispetto alla partecipazione in una società in house, per poi contraddirsi parlando di un recesso tecnico finalizzato ad un improbabile rientro in società dopo una generica ricontrattazione". "Basta ricordare – dichiara l´assessore Paparelli - che il Comune di Perugia è interessato da un innovativo intervento di cablaggio in fibra ottica finanziato dalla Regione Umbria per un importo di 3.000.000 di euro, finalizzato alla realizzazione di una rete a Banda Larga di lunghezza pari a circa 65 Km. I lavori sono attualmente in corso. In virtù di diversi atti convenzionali con Centralcom e Regione Umbria, il Comune ha affidato alla società la gestione delle Infrastrutture e la posa dei cavi in fibra ottica. Tale affidamento si è reso necessario ed inevitabile sia per le ingenti risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione Umbria nei confronti del Comune di Perugia che per l´impossibilità normativa (codice delle Telecomunicazioni) per l´Ente di fornire reti o servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico, se non attraverso società controllate o collegate, abilitate all´attività di operatore di telecomunicazioni, quale Centralcom è. A fronte di questa situazione, il comune di Perugia, uscendo da Centralcom, potrebbe trovarsi in una situazione paradossale: non in grado di poter utilizzare la fibra ottica della rete pubblica regionale perché non più socio e nello stesso tempo impossibilitato ad utilizzare la rete per il suddetto vincolo normativo. Peraltro l´esigenza manifestata dal Comune di voler realizzare reti Ftth non contrasta affatto con gli obiettivi e con la rete di Centralcom, che, progettata con criteri di neutralità e apertura, è sovradimensionata rispetto alle esigenze della pubblica amministrazione. Può essere pertanto utilizzata per sviluppare progettualità rivolte ai cittadini. Infine i finanziamenti pubblici per realizzare la posa di fibra ottica e sviluppare reti a Banda Larga nel territorio nazionale, non vengono destinati alle singole municipalità (Crescitalia), e senz´altro le risorse comunitarie possono essere veicolate con maggiore facilità dalle Regioni. La stessa Regione Umbria ha in effetti già finanziato con ulteriori 2.500.000 euro l´estensione della rete: l´avvio del progetto è previsto sin dai primi mesi dei 2015. L´uscita da Centralcom ne comprometterebbe l´utilizzo, a scapito di imprese e cittadini che vedono nei servizi digitali fonte di crescita e sviluppo". "L´annunciato recesso del Comune di Perugia da Centralcom/umbria Digitale – fa notare Paparelli - inoltre presenta diversi profili problematici in ordine alla stessa attività amministrativa. Il Comune di Perugia recederebbe da una società in house di cui è socio ed alla quale è stato affidato il compito di responsabile del procedimento, progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva, coordinamento della sicurezza, espletamento dei procedimenti autorizzativi, svolgimento della fase finale di esecuzione dei lavori, direzione lavori e prestazione assistenza legale." "Questo recesso, continua l´assessore, farebbe venire meno il presupposto dell´affidamento in house, sicchè il Comune di Perugia avrebbe pure l´obbligo di procedere alla revoca/recesso dall´affidamento, in quanto è venuto meno il suo presupposto (ovvero l´affidamento in house). Sia in caso di revoca che in caso di recesso dall´affidamento, la società Centralcom avrebbe comunque diritto ad un indennizzo. In assenza della revoca/recesso dall´appalto in house, Centralcom si dovrà tutelare sospendendo i lavori in corso, e chiedendo il risarcimento dei danni. Con conseguente responsabilità erariale da valutare. Parimenti la Regione Umbria, che ha erogato il finanziamento sul presupposto del completamento delle rete regionale, dovrà valutare se procedere in autotutela a revocare il finanziamento (valutando anche se richiedere il risarcimento del danno e la permanenza del diritto d´uso della rete da parte del Comune di Perugia). L´auspicio dunque - conclude Paparelli - è che il Sindaco Romizi voglia prendere in mano la questione ed aprire un confronto tecnico di merito, volto ad affrontare le questioni poste ed evitare conseguenze penalizzanti per la stessa città di Perugia".  
   
 

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