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Notiziario Marketpress di Giovedì 04 Dicembre 2014
 
   
  FUOCO DI SANT’ANTONIO, HERPES ZOSTER E NEVRALGIA POST ERPETICA: COSA SONO E CHE IMPATTO HANNO SUL SISTEMA SANITARIO

 
   
  Roma, 4 dicembre 2014 - Intervista al Prof. Giancarlo Icardi Direttore del Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova 1. Cos’è il Fuoco di Sant’antonio o Herpes Zoster? Perché si usa comunemente l’espressione “Fuoco di Sant’antonio”? Le due definizioni, "Fuoco di Sant´antonio" e "Herpes Zoster", indicano la medesima patologia, benché l’espressione popolare “Fuoco di Sant’antonio”, maggiormente radicata nella cultura italiana, sia più efficace del termine Herpes Zoster nella resa dei sintomi. La malattia è provocata da un virus incontrato quasi da tutti noi in età pediatrica sviluppando la varicella. Varicella e Fuoco di Sant’antonio sono, infatti, entrambi provocati dal virus Varicella Zoster della famiglia degli Herpes virus. Generalmente si ritiene che, superata la malattia, si diventi immuni ad essa, avendone sviluppato gli anticorpi. In realtà, il virus Varicella Zoster, già causa della varicella in età pediatrica, si annida nell’organismo, in uno stadio di latenza nei gangli nervosi, per diversi anni, fino al momento in cui esso si rende nuovamente visibile, non più come varicella ma come "Herpes Zoster". Per quanto riguarda l’utilizzo comune dell’espressione "Fuoco di Sant’antonio", la terminologia è legata al sintomo di bruciore con il quale è percepito il dolore neuropatico caratterizzante la patologia e difatti un tempo la malattia era anche definita “Fiamma del diavolo”. Proprio a causa dell´intensità del dolore, i sofferenti si affidavano a Sant´antonio; la tradizione vuole che il santo si rechi all’inferno per contendere al demonio le anime dei peccatori ed infine estinguere la "Fiamma del Diavolo". 2. Quali sono le principali complicanze del Fuoco di Sant’antonio o Herpes Zoster? Perché la Nevralgia Post Erpetica è la più temibile? Il Fuoco di Sant’antonio non si esaurisce clinicamente con la fase acuta, caratterizzata da rash cutaneo unilaterale e dolore: circa 1 persona su 5 tra coloro che sviluppano il Fuoco di Sant’antonio è colpita dalla sua più comune complicanza, la Nevralgia Post-erpetica, un dolore neuropatico che interessa le terminazioni nervose colpite dalla riattivazione del virus e che dura mediamente da 1 a 3 mesi o, nei casi più gravi, perdurare anche anni. Quando si parla di Fuoco di Sant’antonio si pensa ad una eruzione cutanea (vescicole che compaiono in corrispondenza dell´area cutanea innervata dalle terminazioni nervose interessate dalla riattivazione virale), ma in realtà la definizione è anche espressione di una sofferenza del nervo stesso, causata dal virus che si “risveglia” provocando un’infiammazione (nevrite). Fa i conti con il dolore circa il 70-90% dei pazienti durante la fase acuta dell´Herpes Zoster. La guarigione dal rash cutaneo impiega dalle 2 alle 4 settimane. La Nevralgia Post-erpetica è una condizione di dolore cronico che può intervenire dopo la guarigione dal rash cutaneo, generando sofferenza ed invalidità e tale complicanza rappresenta senza dubbio il motivo principale della particolare attenzione verso l´Herpes Zoster benché in realtà il Fuoco di Sant´antonio generi ulteriori complicanze, affatto banali e molto frequenti. Nel 10-20% dei casi, l´Herpes Zoster colpisce il nervo oftalmico: tale localizzazione può comportare, in taluni casi, patologie molto gravi a carico dell’occhio con riduzione permanente della vista e può richiedere un ricovero anche di oltre due settimane. In altri casi, il virus si può localizzare a livello del nervo trigemino, determinando una nevralgia a carico di questo nervo cranico. A complicare il quadro interviene la complessa gestione terapeutica della malattia: i farmaci utilizzati per il trattamento della Nevralgia Post Erpetica sono gravati da pesanti effetti collaterali e non sempre sono efficaci nell’eliminazione del dolore in poco tempo. 3. Quali sono le persone che possono sviluppare il Fuoco di Sant’antonio/herpes Zoster? Conoscendo la storia naturale della malattia, sappiamo che di solito entriamo in contatto con il virus in età pediatrica, sviluppando la varicella, e che poi normalmente il virus rimane allo stato dormiente nel nostro corpo per tanti anni all´interno dei gangli nervosi. L’invecchiamento dell’individuo comporta inevitabilmente l’invecchiamento del sistema immunitario; il virus, dunque, "si risveglia", e ciò avviene in un numero cospicuo di persone, ossia circa 1 individuo su 4 nell’arco della vita, dopo i 50 anni. Alcuni soggetti a rischio possono avere manifestazioni dell´Herpes Zoster anche prima dei 50 anni. Ad ogni modo, l’incidenza, ossia il numero di nuovi casi, aumenta in modo significativo a partire da questa fascia d’età, motivo per il quale i trials clinici relativi al vaccino sono stati condotti nei soggetti a partire dai 50 anni di età. Un deciso innalzamento dell’incidenza si registra a partire dai 60 anni di età. Esiste la possibilità di recidive/recrudescenze da Herpes Zoster. Nell’arco dei 3-5 anni che seguono il primo episodio, si registrano basse probabilità che si sviluppi una nuova infezione, ma non è possibile escluderne la possibilità e, in base ad una recente review di 130 studi condotti in 26 Paesi, il rischio di recidiva è tra l’1 e il 6%. 4. Quanti individui sviluppano il Fuoco di Sant’antonio/herpes Zoster in Italia? Qual è la fascia d’età più colpita? Come detto, a partire dai 50 anni si verifica un iniziale aumento del numero dei nuovi casi, con un’incidenza di 4 casi ogni 1000 persone. Intorno ai 60 anni si arriva a un raddoppio dei casi, che diventano 7-8 ogni 1000 persone. L’incidenza negli over 70 sale fino a 10 casi ogni 1000 individui (dato europeo). I dati italiani ripercorrono il dato di incidenza europeo; ed il virus non presenta comportamenti diversi in funzione della regione geografica. Ogni anno in Europa si verificano circa 1.700.000 nuovi casi di Herpes Zoster. Di questi sappiamo che 1 su 4/5 sviluppa la Nevralgia Post Erpetica, quindi all’incirca 340-425.000 persone. Non sono osservabili differenze di genere nella comparsa dell´Herpes Zoster. 5. Che ruolo ha l’età del paziente e le malattie croniche sulla comparsa, la durata e la severità della Nevralgia Post Erpetica? Con l’aumentare dell’età aumentano le comorbidità, cioè patologie croniche sottostanti che possono facilitare la comparsa dell´Herpes Zoster e che possiamo ritenere fattori di rischio. Secondo studi epidemiologici pazienti affetti da malattie quali diabete mellito, Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (Bpco), malattie autoimmuni (ad es. Lupus, artrite reumatoide), insufficienza renale cronica, cancro, presentano, indipendentemente dall´età, un rischio molto più elevato di sviluppare Herpes Zoster. Dati di letteratura rilevano che questi soggetti sono esposti da 2 a 8 volte in più al rischio di sviluppare il Fuoco di Sant’antonio rispetto a coloro che non soffrono di queste patologie concomitanti. Il sistema immunitario depresso, l’età avanzata e le patologie croniche sottostanti favoriscono le complicanze del Herpes Zoster ed aggravano la situazione di fragilità dell´individuo peggiorando la sua qualità di vita. 6. Quali sono i vantaggi della prevenzione vaccinale nell’adulto anziano in generale e nel caso del Fuoco di Sant’antonio/herpes Zoster? Se parliamo di vaccinazione dell’adulto o dell’anziano (per convenzione individuo con più di 64 anni), sono 3 le vaccinazioni principali cui si fa riferimento: vaccinazione antinfluenzale, vaccinazione antipneumococcica e vaccinazione anti Herpes Zoster, aggiunta recentemente in termini cronologici, in Europa intorno al 2010, negli Stati Uniti dal 2006. L’influenza ha un forte impatto socio-sanitario per via dell’altissima diffusione. Ogni anno durante la stagione epidemica circa 4.000.000 di persone vengono colpite dalla sindrome influenzale. Ci si concentra in particolare sugli anziani perché l´influenza in un soggetto anziano può comportare pesanti complicanze, prima fra tutte la polmonite, o altre malattie delle basse vie respiratorie, con aumento degli accessi al pronto soccorso, delle ospedalizzazioni (la probabilità di essere ricoverato per influenza è di 5-6 volte maggiore in un over 65), e anche in termini di decessi. I soggetti anziani sono fortemente suscettibili anche alle infezioni da pneumococco, un virus che può causare polmonite e sepsi, infezioni che hanno un grosso impatto in termini di ospedalizzazioni, complicanze e decessi su questa fascia della popolazione. Infine, per quanto concerne l´Herpes Zoster e le sue complicanze, come abbiamo già sottolineato, si tratta di patologie altamente dolorose. La Nevralgia Post-erpetica si colloca ai primissimi posti della scala del dolore riconosciuta a livello internazionale, con un elevato impatto non solo socio sanitario ma anche economico, sia in termini di costi diretti che indiretti. Si tratta quindi di una malattia altamente invalidante che può essere prevenuta esclusivamente con la vaccinazione. 7. In Italia il Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo della Malattie (Ccm) ha finanziato un progetto di ricerca sulla valutazione dell’impatto sanitario e socio-economico nella popolazione adulta del nostro Paese. Quali sono gli obiettivi dello studio? Si tratta di uno studio multiregionale finanziato dal Ccm. La Liguria è la regione capofila ma partecipano anche altre quattro regioni: Toscana, Veneto, Puglia e Valle D’aosta. Il progetto è partito all´inizio del 2014 ed avrà una durata di 18 mesi. L’obiettivo principale dello studio è quello di fornire un dato il più aggiornato possibile sull’impatto epidemiologico ed economico dell´Herpes Zoster. Il progetto prevede la collaborazione, all’interno di ciascuna regione coinvolta, dei medici igienisti e dei medici di famiglia che forniranno, estraendoli dai loro database, i dati relativi ai casi incidenti osservati tra i loro assistiti. Lo studio intende realizzare non soltanto una valutazione epidemiologica (impatto sanitario) ma anche e soprattutto economica (costi complessivi per la gestione della patologia) della malattia, al fine di indirizzare la strategia vaccinale relativamente all’utilizzo del vaccino anti Herpes Zoster. Sappiamo bene che oggi è prioritario stabilire se le risorse impiegate rappresentino un reale investimento e non soltanto un costo, attraverso analisi di costo-efficacia, costo-utilità, impatto sul budget che la vaccinazione anti Herpes Zoster potrà avere qualora il Sistema Sanitario deciderà di introdurla su scala nazionale. Attualmente siamo nella fase di raccolta dati. I primi risultati preliminari del modello che andremo ad elaborare saranno disponibili entro aprile 2015. Alcune Regioni stanno già valutando l’inserimento del vaccino anti Herpes Zoster. La Liguria, nello specifico, ha un progetto di contrasto al virus Varicella Zoster che prevede sia la vaccinazione anti Varicella nel bambino (dal 2015 per i nati nel 2014) che la vaccinazione anti Herpes Zoster di una coorte di soggetti anziani compresa tra i 65 e i 70 anni di età. Le vaccinazioni anti Herpes Zoster nell’anziano e anti Varicella nel bambino (oggi presente solo in 8 regioni) rappresentano una strategia complementare e sinergica contro il virus Varicella Zoster. La Liguria è la regione d’Italia con il più alto tasso di persone anziane, dove gli over 65 che rappresentano circa il 27% della popolazione. Su un totale di 1.660.000 liguri, ci sono più di 400.000 persone over 65. Ecco il motivo per cui la Liguria è sempre stata molto attenta alle politiche vaccinali non solo destinate all’età pediatrica ma anche all’anziano: oltre al vaccino antinfluenzale, è prevista l’offerta attiva e gratuita per il terzo anno consecutivo del vaccino antipneumococcico che ha permesso di arrivare a coprire i soggetti tra i 70 e i 75 anni, e andremo a completare questa triade vaccinale con l’offerta - almeno ad una coorte - della vaccinazione anti Herpes Zoster. La Liguria è senz’altro la regione che oggi è più avanti di altre su un processo decisionale di questo tipo.  
   
 

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