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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Gennaio 2015
 
   
  PROVOLONE: LAVORAZIONE ARTIGIANA E AUTOMAZIONE PER SUCCESSO AURICCHIO

 
   
  Pieve San Giacomo/cr - "Un piccolo artigiano con la lavorazione e le dimensioni della grande industria. Sta in questa chiave di lettura la ragione del successo di Auricchio". Lo ha evidenziato l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, visitando lo stabilimento Auricchio a Pieve S.giacomo (Cremona). Qui si lavora mezzo milione di litri di latte al giorno per produrre provolone (dolce, piccante, stravecchio e giovane), con 250 dipendenti. Dalla Campania A Cremona - "L´azienda è nata a San Giuseppe Vesuviano (Napoli) nel 1877, ma vi sono esperienze anche precedenti - ricorda il presidente Antonio Auricchio - e con mio nonno sbarca nei grandi pascoli del Nord. Sceglie di insediarsi in provincia di Cremona, creando inizialmente tanti piccoli caseifici". Il gruppo comprende altri siti produttivi: Macomer/sardegna (pecorino romano ´premium price´ in Usa, prodotti realizzati solo con latte di pecora), Erbusco/brescia (mozzarella, quartirolo, salva, taleggio), Cava Manara/pavia (ex caseificio Colombo), Scandiano/reggio Emilia e Solignano/parma, in alta Val di Taro. Prodotto Che Si Identifica Con Marchio - "Un ´prodotto-marchio´ - ha rilevato l´assessore -: ormai il provolone si identifica con questo marchio, di un´azienda che ha fatto la storia dell´attività casearia in Lombardia". Concentrandosi su un versante inesplorato. "Gli altri grandi gruppi si sono focalizzati su altri prodotti - ha osservato Fava - dal fresco al grana. Più difficile pensare ad avere un brand che si ispira a un prodotto specifico, con una sua collocazione in termini di consumi molto concentrata geograficamente. Questa azienda ha portato in giro per il mondo un prodotto che storicamente era realizzato e consumato da Roma in giù". Rapporto Diretto Con Produttori Latte - "Il secondo aspetto rilevante - ha proseguito l´assessore - è che questa impresa mantiene un rapporto diretto con i produttori di latte. Aspetto non da poco, in un momento caratterizzato da forti oscillazioni sul valore del prezzo del latte e che ha condizionato fortemente i rapporti tra imprese. Non è un caso che, quando ci si lamenta dell´attuale situazione di difficoltà nel mondo agricolo, si fa riferimento a una impresa come questa, che ha mantenuto un certo standing". "Se avessimo mantenuto il campione azionario dell´attività casearia in mano ai nostri imprenditori, anziché regalarlo ai Francesi, - ha concluso Fava - oggi forse racconteremmo una storia diversa".  
   
 

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