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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Gennaio 2015
 
   
  DIRITTI UMANI E SORVEGLIANZA: QUAL È IL GIUSTO EQUILIBRIO?

 
   
  Strasburgo, 22 gennaio 2015 - "C´è una proliferazione di tecnologie di sorveglianza. Ma cadendo in mani sbagliate, queste tecnologie potrebbero mettere a rischio i diritti umani e i nostri interessi strategici" ha ricordato Marietje Schaake, relatrice della relazione sull´impatto della sorveglianza digitale in materia di diritti umani. L´argomento è stato discusso il 21 gennaio in un´audizione pubblica organizzata dalla commissione per il Commercio internazionale e dalla sottocommissione per i Diritti dell´uomo. Le tecnologie hanno contribuito a promuovere i diritti umani, il coinvolgimento dei cittadini, rivoluzionando l´educazione, i media e l´accesso alla conoscenza. Tuttavia, come ricordato da Marietje Schaake nel suo discorso di apertura all´audizione pubblica, l´Unione europea deve riconoscere i rischi per i diritti umani in assenza di politiche intelligenti. "Dobbiamo imparare delle preziose lezioni dagli eventi degli ultimi anni, come la Primavera araba o le rivelazioni della Nsa. Ci hanno mostrato che tecnologie di sorveglianza hanno danneggiato gli interessi delle persone, la loro sicurezza e i loro diritti umani", ha avvertito Schaake sottolineando la necessità di rinforzare i controlli sull´esportazione delle nuove tecnologie. La prima parte dell´audizione si è concentrata sul problema del controllo delle esportazioni di tecnologie europee verso i paesi fuori dall´Ue. Quest tecnoglogie potrebbero infatti essere utilizzate per la sorveglianza dei movimenti di protesta, di individui e partiti di opposizione. D´altra parte, gli esperti avvertono che il controllo dell´esportazione può avere un impatto negativo sui posti di lavoro e l´industria. Oltre a essere un gesto inutile a causa dell´attuale circolazione della tecnologia. Il secondo pannello si è focalizzato sull´impatto delle tecnologie sui diritti umani nei paesi terzi. Dopo l´attacco a Charlie Hebdo, l´opinione pubblica è cambiata favorendo una politica di maggiore sicurezza. Gli Stati hanno l´obbligo di proteggere i cittadini e in base alle leggi si possono rafforzare la sicurezza e la sorveglianza. Il problema consiste nella possibile perdita di capacità di controllo delle procedure, ha spiegato Frank La Rue, ex relatore speciale delle Nazioni Unite. Tuttavia, "la sorveglianza di massa è di per sé un abuso di privacy", ha detto. L´udienza è stata presieduta da Elena Valenciano, presidente della sottocommissione per i Diritti umani e Bernd Lange, presidente della commissione per il Commercio internazionale.  
   
 

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