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Notiziario Marketpress di
Giovedì 22 Gennaio 2015 |
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“UN NUOVO PROGETTO DI CONSORZIO PER IL PARMIGIANO REGGIANO” LE PROPOSTE DELLA CIA PER FRONTEGGIARE LA CRISI DEL ‘RE DEI FORMAGGI’ PRESENTATE IN AUDIZIONE AL SENATO
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Bologna - "La Dop Parmigiano Reggiano è in una situazione di crisi di prezzo che, se non si creeranno le condizione per una inversione di tendenza, rischia di trascinare in default gli allevamenti e la stessa produzione tipica. Questo nonostante la crescita delle produzioni di grana esportate (+4,1%) visto che il calo dei consumi nazionali non ha consentito di assorbire le produzioni di formaggio, peraltro cresciute a ritmi fisiologici". E´ la premessa da cui è partito Antonio Dosi, presidente Cia Emilia Romagna e vice presidente nazionale, nel corso dell´audizione di ieri al Senato sui problemi del formaggio tipico emiliano. Si può ben definire drammatica la situazione attuale del settore e l’attività del Consorzio riguardo l’approntamento di interventi determinanti è in stallo da parecchi mesi. I motivi sono attribuibili allo squilibrio domanda/offerta piuttosto che a speculazioni ed alla fragilità e frammentazione del comparto, ma anche alla mancata efficacia e insufficiente adesione ad alcuni interventi promossi dal Consorzio. Secondo la Cia, per uscire da questa situazione le scelte necessarie sono: 1- Interventi urgenti e delle istituzioni a sostegno del reddito degli allevatori alle prese anche con la fine del regime delle quote latte. L’attuazione della Pac, del Prsr (Piano regionale di sviluppo rurale) e i 108 milioni di euro della legge di stabilità sono leve con le quali il Governo e le Regioni devono sostenere il settore in questo passaggio delicato, insieme ad altre misure tra le quali un´azione che consenta l’eliminazione delle barriere non tariffarie che incidono sulla vendita del formaggio in molti Paesi. 2- internazionalizzazione, con migliorando le politiche consortili a sostegno delle esportazioni e individuare aree di mercato nuove su cui intervenire con politiche commerciali coordinate, anche in concomitanza con Expo 2015. 3- Consorzio e Interprofessione: occorre una strategia in grado di mettere in campo un rinnovato gruppo dirigente, nel più breve tempo possibile, insieme ad un nuovo progetto sul Consorzio e sulle dinamiche future del settore. Ridiscutere, quindi, il ruolo dello strumento “Consorzio Parmigiano Reggiano”, se con ruoli e compiti affidati in toto o ripartiti con una specifica Oi (Organismo interprofessionale) interregionale. Altro obiettivo da perseguire è costruire una filiera in grado di riuscire a prevenire gravi perdite di reddito legate alle crisi di mercato, anche sperimentando ed utilizzando i nuovi strumenti della gestione del rischio previsti dallo sviluppo rurale. 4- Aggregazione della produzione. “La dispersione delle imprese di trasformazione (circa 360 caseifici/latterie) - ha concluso Dosi - ha mantenuto rapporti tradizionali con operatori commerciali che non hanno aiutato l’evoluzione delle relazioni commerciali e della partecipazione ai risultati della filiera. Occorre a tal fine promuovere forme di aggregazioni di diversa dimensione utili a qualificare la capacità dei caseifici di esitare al meglio il prodotto, a partire dall’utilizzo della Op (Organizzazione di produttori) sia nella forma cooperativa che di rete d’impresa”. |
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