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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Aprile 2007
 
   
  DOMUS ESPERANTO: UN NUMERO DA COLLEZIONE INTERAMENTE SENZA PAROLE

 
   
  Milano, 10 aprile 2007 - domus esce questo mese in forma speciale: ‘domus Esperanto’, un numero senza parole, interamente composto da immagini, disegni, diagrammi, fotografie, schemi e schizzi. Lo spesso titolo allude alla possibilità di inventare un linguaggio universale per comunicare progetti, idee, opinioni sul mondo urbano, sul design, sull’architettura, togliendo alle parole il monopolio dell’informazione. “Questo numero della rivista programmaticamente esclude qualsiasi necessità di traduzione” spiega Stefano Boeri, direttore domus. “Non abbiamo però voluto rinunciare ad un ordine del discorso e ad una sintassi logica, la cui presenza è affidata solamente alle immagini. Immagini usate come una nuova forma di scrittura”. ‘domus Esperanto’ è strutturato come un normale numero della rivista, e contiene servizi, saggi, articoli, presentazioni, di progetti, più naturalmente le usuali rubriche di domus – la Rassegna dei prodotti, le recensioni dei libri, l’Almanacco… Ma tutto ciò è presentato senza l’ausilio delle parole. Usando le immagini come lettere, frasi, discorsi. Tra i contenuti ‘senza parole’ di questo mese: 70 editoriali visuali, preparati da alcuni grandi nomi dell’architettura internazionale: F. Gehri, Z. Hadid, Herzog e De Meuron, Mari, P. Starck, Mendini, Koolhaas etc. E un ultimo disegno di De Carlo; Il progetto di Takaharu e Yui Tazuka per un grande asilo ovale a Tokyo, raccontato dalle immagini scattate dai bambini; Un gioiello esclusivo di Dior come è stato presentato su Second Life e a Parigi; L’inserto ‘domus Paranoia’ dedicato alla sicurezza domestica; Roma - Beijing: Le mappe della creatività. La mappatura di due gruppi di architetti di Roma e di Pechino sulle zone della creatività delle rispettive città; Roma – Beijing: la costruzione dei monumenti imperiali. Un servizio di un confronto tra alcuni cantieri di Pechino ( Herzog e De Meuron per il National Stadium di Beijing, e Koolhaas con la sede della Cctv, tv nazionale cinese) confrontati con alcuni grandi cantieri della Roma imperiale. .  
   
 

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