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Notiziario Marketpress di Giovedì 05 Febbraio 2015
 
   
  "RES", UMBRIA; MARINI: "PUNTI DI FORZA DEL SISTEMA UMBRO FONDAMENTALI PER AFFRONTARE LA CRISI"

 
   
  Perugia, 5 febbraio 2015 - "Le attività di ricerca, come quella svolta da Aur, sono importanti per costruire politiche di governo innovative che debbono però tenere conto anche del tempo presente e di quanto le politiche nazionali ed europee incidano sulla possibilità concreta di mettere in campo strumenti efficaci per affrontare la crisi": lo ha detto la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, nel suo intervento conclusivo alla presentazione del Rapporto economico sociale dell´Umbria. Nell´operare una serie di "riflessioni" su quanto emerso dal Rapporto, Marini ha evidenziato come il blocco degli investimenti, soprattutto pubblici, dovuto ad una errata lettura delle politiche di rigore, sia un fattore cruciale che ha concorso all´aggravarsi della crisi nel Paese e in Umbria. Da qui "la necessità di ridare slancio a questo settore in maniera qualificata e rimetterlo in moto, perché finora – ha affermato Marini - la forte contrazione degli investimenti si è dimostrata una medicina che non ha aiutato il malato, ma ha aggravato la malattia". Relativamente alla ripresa dei consumi ed al dibattito aperto su questo tema, per la Presidente "vanno ricreate le condizioni socio economiche per la crescita, lo sviluppo, il lavoro, piuttosto che mettere in campo azioni finalizzate esclusivamente al loro incentivo". La specializzazione del sistema economico e produttivo dell´Umbria è un altro fattore su cui concentrarsi nei prossimi anni, seguendo peraltro la rotta indicata dall´Unione Europea. "L´utilizzo intelligente e trasversale in tutti i settori dei fondi strutturali per costruire ed accompagnare la specializzazione intelligente del sistema umbro sarà – per la presidente - una delle sfide da cogliere per recuperare il gap di competitività della regione. Per uscire dalla crisi è inoltre determinante la capacità di agire sui punti di forza che il sistema economico e produttivo dell´Umbria sa esprimere. A cominciare dalle imprese di eccellenza che, per lo più di medie dimensioni, non hanno carattere specialistico, ma tagliano orizzontalmente tutti i settori. Queste imprese hanno dimostrato – ha proseguito la presidente - un forte dinamismo e capacità nel fronteggiare la crisi, accomunate dalla spinta alla ricerca e all´innovazione, dal mantenimento dei livelli occupazionali, dalla propensione all´export. Il nuovo settennato dei fondi europei 2014 – 2020 va dunque utilizzato non solo per alleviare la crisi, ma per dare slancio alla parte più dinamica del sistema produttivo ed economico umbro, per accrescerne i punti di forza, puntando sulla internazionalizzazione, sulla rete dei servizi, sulla promozione integrata e sull´attrazione degli investimenti". Allo stesso modo per Marini "vanno sostenute quelle imprese (agricole, agroalimentari e di alcuni settori del manifatturiero) che operano sul territorio e che ne esprimono la vocazione strategica". Una leva essenziale per l´uscita dalla crisi verrà anche da politiche efficaci per la ricollocazione dei disoccupati e degli inoccupati e per l´inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. "In questo quadro – ha affermato la presidente - le risorse del Fondo sociale europeo dovranno essere orientate a percorsi di apprendistato e formazione capaci di definire figure professionali connesse all´innalzamento del sistema economico e produttivo regionale". Per quanto riguarda la coesione e l´inclusione sociale la presidente ha evidenziato che "le politiche di riferimento dovranno essere orientate non solo alla lotta alla povertà, ma anche al rafforzamento della rete sociale dei servizi sul territorio, in una visione di welfare e di inclusione sociale dai caratteri innovativi con al centro le persone". Infine, soffermandosi sulle azioni per lo sviluppo, Marini ha sottolineato che "la Regione non si accontenta di ripetere le ottime performance ottenute nella precedente stagione dei fondi strutturali, con il pieno utilizzo delle risorse a disposizione, ma intende fare un ulteriore salto di qualità affinché, già a partire dal prossimo triennio, le risorse per le politiche regionali di sviluppo possano sostenere la crescita di quella parte del sistema economico e produttivo regionale che può fare da traino, attrazione e capofila di una filiera".  
   
 

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