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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Febbraio 2015
 
   
  BASILICATA: BOTTEGHE ARTIGIANE TRADIZIONALI IN VIA DI ESTINZIONE

 
   
  Potenza, 9 febbraio 2015 - Prosegue in Basilicata la moria delle imprese artigiane: dall’inizio della crisi (2009) ad oggi, nella regione – secondo le statistiche elaborate dall’Ufficio studi della Cgia-mestre su dati camerali - si contano 1.055 botteghe in meno, pari all´8,8%. Per Ciro Spera, presidente Casartigiani Potenza aderente a Rete Imprese Italia, “preoccupa che quasi il 50% della chiusura di attività riguarda l´edilizia artigiana con ditte di costruzione ma anche posatori, elettricisti, idraulici, manutentori caldaie, etc. Che stanno vivendo anni difficili e molti sono stati costretti a chiudere. Inoltre in questo contesto di crisi per le profonde trasformazioni che i diversi settori artigiani stanno subendo e per il fatto che i giovani non si avvicinano più ad antichi mestieri come i sarti, i calzolai, i fotografi, i rilegatori, molte attività artigianali tradizionali e di servizio particolarmente importanti per i cittadini corrono il rischio, fra qualche decennio, di estinguersi. Di qui l’impegno comune alle associazioni di Rete Imprese Italia Potenza per valorizzare l’imprenditoria giovanile, motore trainante del futuro economico del territorio attraverso i giovani. Purtroppo il programma Garanzia Giovani si sta rilevando inadeguato ad offrire opportunità alle generazioni 18-29 anni che non studiano e non lavorano. Bisogna guardare oltre e, in particolare, a quelle attività per acquisire nuove competenze ed entrare nel mercato del lavoro, dall´esperienza dei tirocini formativi in azienda all´accompagnamento e all´avvio di un´attività autonoma e imprenditoriale. Gli artigiani sono disponibili a fare la propria parte per l´apprendistato in bottega-laboratorio strumento di formazione sempre più valido. Le piccole imprese – evidenzia ancora Spera – sono state massacrate dalla crisi: il reddito medio da lavoro indipendente ha registrato una diminuzione del 10% nell’ultimo biennio, la pressione fiscale è ufficialmente al 44,3% del Pil ma quella “legale” su ogni euro di Pil dichiarato è già al 54%, e l’incidenza della tassazione sui profitti è al 66%, il 20% in più della media europea, mentre la burocrazia costa alle Pmi 30 miliardi di euro l’anno”.  
   
 

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