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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Febbraio 2015
 
   
  SANITA’: NUOVI LEA; ZAIA AL GOVERNO, “BASTA INGANNARE LA GENTE. NON SONO GRATIS E I COSTI VENGONO CARICATI SULLE REGIONI. TRA TAGLI E MAGGIORI COSTI SARA’ FALLIMENTO. NON SMANTELLO LA SANITA’ VENETA. E’ GUERRA PER SOPRAVVIVERE”.

 
   
  Venezia, 9 febbraio 2015 - “Dopo mesi di belle parole, come se grazie a Renzi piovessero dal cielo nuove cure gratis per gli italiani, l’inganno è stato smascherato: i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) in Sanità costano cari. Naturalmente, secondo il Governo, dovrebbero pagarli le Regioni, aggiungendo nuovi costi ai nuovi tagli barbarici e magari, mettendo nuove tasse ai loro cittadini. E’ un inganno bello e buono della gente e l’ennesimo tentativo di far fuori le Regioni, mandando all’aria i loro bilanci sanitari, compresi quelli delle poche virtuose come il Veneto, o costringendole alla figuraccia di introdurre nuovi balzelli. Sappia Renzi che il gioco è stato scoperto e che sarà battaglia vera, una sorta di guerra per la sopravvivenza, non delle Regioni in quanto tali, ma dell’assistenza sanitaria ai cittadini”. Con queste dure parole, il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, interviene duramente all’indomani della presentazione, da parte del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin della proposta governativa di nuovi Livelli Essenziali di Assistenza. “No caro Renzi – incalza Zaia – il giochetto del tu paghi e io mi faccio bello non funzionerà. La prossima settimana di questa partita si occuperanno i tecnici delle Regioni; quella successiva sarà la volta degli Assessori coordinati dal nostro Luca Coletto e la partita è quindi ancora tutta da giocare”. “Lo faremo con il coltello tra i denti – annuncia fin d’ora Zaia – perché o il Governo stanzia fondi aggiuntivi, o diminuisce i tagli in modo di consentire alle Regioni di coprire la spesa sopravveniente. Erogare i nuovi Lea – conclude Zaia – è una cosa bella, che il Veneto ha fatto e vuole continuare a fare, per i suoi cittadini e senza mettere le mani nelle loro tasche. Prima lo capiscono a Roma e meglio è”.  
   
 

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