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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Febbraio 2015
 
   
  PREVISIONI ECONOMICHE DŽINVERNO: MIGLIORANO LE PROSPETTIVE MA I RISCHI RESTANO

 
   
  Bruxelles, 9 febbraio 2015 - Le previsioni dŽinverno della Commissione europea annunciano per questŽanno una ripresa della crescita delle economie di tutti gli Stati membri dellŽUnione europea, che era ferma dal 2007. Nel corso dellŽanno lŽattività economica dovrebbe ripartire a velocità moderata nellŽUe e nella zona euro, per poi registrare unŽulteriore accelerazione nel 2016. QuestŽanno il tasso di crescita dovrebbe salire allŽ1,7% per lŽintera Ue e allŽ1,3% per la zona euro. Nel 2016 la crescita annua dovrebbe raggiungere rispettivamente il 2,1% e lŽ1,9% grazie allŽaumento della domanda interna ed estera, a una politica monetaria molto accomodante e a un orientamento sostanzialmente neutro della politica di bilancio. Le prospettive di crescita in tutta Europa sono ancora frenate da un contesto poco favorevole agli investimenti e da unŽelevata disoccupazione. Gli sviluppi fondamentali verificatisi dallŽautunno scorso hanno tuttavia migliorato le prospettive a breve termine: i prezzi del petrolio sono scesi più rapidamente che in passato, lŽeuro si è notevolmente deprezzato, la Bce ha annunciato un allentamento quantitativo (quantitative easing) e la Commissione europea ha presentato il suo piano di investimenti per lŽEuropa. Tutti questi fattori avranno effetti positivi sulla crescita. Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per lŽeuro e il dialogo sociale, ha dichiarato: "LŽeuropa è giunta a una svolta critica. Il contesto economico è propizio a una crescita duratura e alla creazione di posti di lavoro. Cominciano a farsi sentire gli effetti delle riforme conseguenti alle dolorose scelte politiche che la crisi ha imposto ai governi. Dobbiamo imprimere maggiore slancio al processo di riforma per rafforzare la crescita e fare in modo che si traduca in un aumento del reddito dei cittadini. La Commissione rispetta gli impegni assunti su tre fronti principali: investimenti, riforme strutturali e responsabilità di bilancio. A questo punto il testimone passa agli Stati membri. Qui si vedranno i nostri risultati." Pierre Moscovici, Commissario per gli affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: "Le prospettive economiche dellŽEuropa si sono leggermente rischiarate rispetto a quando abbiamo presentato le nostre ultime previsioni. Il calo dei prezzi petroliferi e il deprezzamento dellŽeuro sono unŽautentica boccata di ossigeno per lŽeconomia dellŽUe. Il piano di investimenti per lŽEuropa e le importanti decisioni adottate di recente dalla Bce creeranno inoltre un contesto più favorevole alle riforme e a politiche di bilancio intelligenti. Ma la strada da percorrere per dare lavoro a milioni di europei disoccupati è ancora lunga e faticosa." Una crescita economica su ampie basi Anche se questŽanno tutti gli Stati membri dovrebbero registrare tassi di crescita positivi e negli ultimi trimestri la ripresa ha proseguito la sua espansione, i risultati economici nellŽUe continueranno probabilmente a presentare divergenze, in parte a causa dei progressi eterogenei compiuti dagli Stati membri in termini di riduzione dellŽindebitamento delle banche, del settore pubblico e del settore privato. Anche lŽincidenza positiva del calo dei prezzi petroliferi sulla crescita varierà in funzione del mix energetico di ciascun paese. Le condizioni monetarie accomodanti potrebbero avere effetti positivi maggiori nei paesi in cui le condizioni di finanziamento rimangono rigide. Il sostegno alle esportazioni derivante dal deprezzamento dellŽeuro dipenderà dal modello commerciale e dalla specializzazione di ciascun paese. Nel 2015 i tassi di crescita dovrebbero continuare a registrare forti variazioni a seconda degli Stati membri, spaziando dallo 0,2% della Croazia al 3,5% dellŽIrlanda. LŽinflazione calerà ulteriormente prima di risalire nel 2016 LŽandamento decrescente dellŽinflazione si è mantenuto. A dicembre la maggior parte degli Stati membri ha registrato temporaneamente un tasso dŽinflazione negativo in seguito al forte calo dei prezzi dellŽenergia. Nel 2015 lŽinflazione rimarrà contenuta, perché i bassi prezzi delle materie prime provocano una diminuzione del valore nominale, ma dovrebbe risalire dalla metà del 2015 e nel corso del 2016, a mano a mano che lŽattività economica si intensificherà, che i salari aumenteranno e che si ridurrà la capacità inutilizzata. NellŽue lŽinflazione dovrebbe arrivare allo 0,2% nel 2015 e allŽ1,4% nel 2016. Nella zona euro lŽinflazione dovrebbe essere pari a -0,1% questŽanno e salire allŽ1,3% nel 2016. La creazione di posti di lavoro si accelera, ma il calo della disoccupazione è lento La progressiva intensificazione della crescita economica andrà di pari passo con lŽaumento della creazione netta di posti di lavoro, che era scesa a un livello basso ma che negli ultimi dodici mesi ha registrato unŽaccelerazione. Verso la fine del periodo di riferimento i mercati del lavoro dovrebbero risollevarsi, ma la crescita economica non basterà a determinare un miglioramento sensibile. Nel 2015 il tasso di disoccupazione scenderà al 9,8% nellŽUe e allŽ11,2% nella zona euro. Le riforme del mercato del lavoro avviate negli ultimi anni dovrebbero continuare a dare risultati, favorendo un ulteriore calo dei tassi di disoccupazione nel 2016. I disavanzi pubblici continuano a diminuire La riduzione dei disavanzi pubblici prosegue, ma lŽorientamento della politica di bilancio è attualmente neutro. Nei prossimi due anni i rapporti disavanzo/Pil dovrebbero continuare a diminuire, passando dal 3,0% del 2014 al 2,6% questŽanno e al 2,2% nel 2016 per quanto riguarda lŽUe, mentre nella zona euro dovrebbero scendere al 2,2% nel 2015 e allŽ1,9% nel 2016. Il rapporto debito/Pil per lŽintera Ue dovrebbe aver raggiunto la punta massima (88,4%) nel 2014, mentre per la zona euro dovrebbe culminare al 94,4% questŽanno per poi iniziare a diminuire. LŽincertezza è aumentata LŽincertezza in merito alle prospettive economiche attuali è sostanzialmente aumentata. I rischi al ribasso si sono accentuati, mentre sono emersi nuovi fattori positivi. Questo è dovuto alle tensioni geopolitiche, alla rinnovata volatilità dei mercati finanziari sullo sfondo delle divergenze di politica monetaria tra le grandi economie e a unŽattuazione incompleta delle riforme strutturali. Un periodo prolungato di inflazione molto bassa o negativa comprometterebbe inoltre le prospettive di crescita. In uno scenario positivo, invece, certi fattori potrebbero dare un impulso superiore alle previsioni alla crescita nel mondo e nellŽUe grazie al calo dei prezzi dellŽenergia.  
   
 

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