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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Febbraio 2015
 
   
  PREPARAZIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DEL 12 FEBBRAIO

 
   
  Strasburgo, 11 Febbraio 2015  - Di seguito il discorso di Frans Timmermans, Primo Vice-presidente della Commissione europea: Signor Presidente, Signore e signori, Qui quasi due mesi, il 16 dicembre, sono stato onorato con il Presidente Juncker per presentare il programma di lavoro della Commissione europea per il 2015. Come abbiamo convenuto, si tratta di un programma che si concentra sull´essenziale. Esso si concentra su un numero limitato di azioni concrete sulle vere priorità. Un totale di 23 iniziative che la Commissione si è impegnata politicamente per attuare in questo anno, tra cui la sicurezza agenda europea per il periodo 2015-2020. Nel frattempo, gli attacchi terroristici a Parigi e quelli sventati in Belgio hanno posto la questione della sicurezza, in particolare della minaccia terroristica, uno di tutti i media e al centro dell´attenzione. Il Consiglio europeo informale del 12 febbraio sarà l´occasione per l´Unione di riaffermare la sua determinazione a combattere ogni forma di terrorismo e hanno a questo proposito un ampio scambio di vedute - sia le azioni degli Stati membri (che hanno la responsabilità primaria in materia) che il supporto può portare l´Unione europea in termini di solidarietà, valore aggiunto e sostenere la fiducia reciproca. La lotta contro il terrorismo Gli attacchi in Francia ha causato un´onda d´urto che ha scosso l´Europa. Di fronte alla minaccia del terrorismo, dobbiamo agire con determinazione per rendere le soluzioni strutturali per questa sfida rivolta alla società europea e i nostri valori fondamentali. Agire in fretta è essenziale, ma agire in fretta sarebbe un errore. Bisogna mantenere la calma e lasciare il tempo per una riflessione profonda. Questo esame approfondito dovrebbe concentrarsi sui molti aspetti di una domanda difficile e complessa, a cui dobbiamo dare una risposta equilibrata, tenendo conto sia della necessità di garantire la sicurezza dei cittadini che per difendere i diritti umani e le libertà fondamentali. In nessun caso può essere quello di mettere in discussione il nostro comune modo di vita, la nostra libertà ei nostri valori condivisi, perché questo è esattamente ciò che vogliono i terroristi. Egli deve essere capire quevivre tutto questo deve essere più di una semplice convivenza, più di un semplice convivenza. Questo è quello di arrivare a conoscersi e di rispettare la vita che ognuno sceglie. Personalmente, non posso considerare un´Europa dove le comunità hanno la sensazione, come la comunità ebraica in questo momento in Gran Bretagna e la Francia, che forse non avrebbero un futuro in Europa. Se gli ebrei d´Europa sentono di non avere futuro in Europa, l´Europa non avrà futuro. Dobbiamo difendere i nostri valori e la nostra diversità, mentre la difesa della nostra sicurezza e unità. La nostra lunga storia europea ci ha insegnato: non ci può essere sicurezza senza libertà, e non ci può essere libertà senza sicurezza. Non possiamo separare le due questioni. Il veleno peggiore che noi conosciamo nella storia europea, è l´ansia, la paura, la paura. La paura crea una situazione vis-à-vis tra loro: ci guardiamo l´un l´altro con la paura, la paura che l´altro vuole minare la nostra posizione. Nella storia europea ha sempre portato al disastro. Se la sicurezza è in primo luogo di competenza degli Stati membri, l´Europa è comunque una parte importante della soluzione globale da sviluppare. Non c´è dubbio che ci sarà più la consultazione e il coordinamento tra la sicurezza europea, il meglio; e meno terroristi si adattano le lacune esistenti nella particolare applicazione e l´uso di strumenti di cooperazione esistenti. Per la verità è che la lotta al terrorismo europeo, dovrebbe prima iniziare con la semplice attuazione delle decisioni già approvato. L´unione europea ha un arsenale significativo in termini di legislazione e di strumenti europei in materia di sicurezza. La debolezza risiede in gran parte nella loro applicazione sul campo, che è spesso lontano dal vivere fino a ciò che è già stato deciso. Va ricordato che dal 1 dicembre 2014 da solo, la Commissione europea ha il diritto di avviare un procedimento nei confronti di reati degli Stati membri che, in tutto o correttamente non recepiscono le nostre regole comuni in questo settore. Si parla così tanto di Schengen, ma si parla spesso male perché, signore e signori, Schengen non è il problema, Schengen deve essere parte della soluzione. E prima di pensare a miglioramenti che potrebbero essere apportati al codice frontiere Schengen - e la Commissione è pronta, quando arriva il momento di fare il punto - prima che il primo passo sarebbe ancora fare pieno uso delle possibilità e flessibilità esistenti in base alle norme vigenti, come ad esempio la possibilità di reintrodurre incorniciato e modo limitato i controlli in tempo alle frontiere interne. Noi preferiamo agire rapidamente sulla base delle regole esistenti che ci permettono di perdere in un processo legislativo che durerà per anni, con un esito incerto. Molto lavoro è già stato avviato dalla Commissione con le autorità competenti degli Stati membri per facilitare l´uso di queste possibilità al meglio. Per concludere su questo punto, non credo sia saggio in questa fase a guidare i nostri sforzi per cambiare l´attuale quadro giuridico del codice frontiere Schengen. Dovrebbe anche finalmente ci stavamo muovendo sulla questione del registro unico europeo del Passenger Name Record (Pnr). Penso che ci sarà una risoluzione di mettere al Parlamento dopo questo dibattito, e ci tengo a sottolineare che accolgo con favore gli sforzi del Parlamento per facilitare la ricerca di una soluzione. La Commissione resta a disposizione del Parlamento e del Consiglio per facilitare una soluzione. Dobbiamo rafforzare la capacità dell´Unione europea in termini di intelligence e di analisi, tra cui posta all´interno di Europol di un centro integrato di intelligence sulle minacce del terrorismo e della radicalizzazione, così come una migliore utilizzazione delle strutture esistenti e migliorare ulteriormente gli scambi tra gli Stati membri, le agenzie dell´Ue e l´Intelligenza analisi del Servizio di azione esterna. Qui non è nuove regole, nuove misure; qui è il livello di fiducia tra gli Stati membri e tra i servizi interessati. E dobbiamo concentrarci, naturalmente, i nostri sforzi sulla prevenzione, per contrastare l´influenza dei movimenti radicali in alcuni dei nostri cittadini. E ´ancora un grosso problema per le imprese europee. Perché i giovani che sono nati qui, che fanno parte della nostra società, sono tentati da una ideologia nichilista che arma per attaccare mortalmente la stessa società da cui provengono? E ´ancora un grosso problema per tutti, anche a livello europeo. Abbiamo strumenti contro di essa. Dobbiamo avere una rete di allarme. Abbiamo bisogno di più dialogo con i rappresentanti delle religioni. Dobbiamo fare uno sforzo per creare la tolleranza spazio che l´Europa deve essere quello di avere un futuro comune, di avere un futuro europeo. Anche in questo caso, una Europa senza tolleranza non esiste, sarà frammentato, sarà un confronto europeo. Ucraina Siamo tutti, credo, nello spirito di Minsk oggi. Noi tutti speriamo che ci sarà la possibilità di una soluzione. Noi vogliamo la pace in Europa, vogliamo una soluzione pacifica dei problemi in Ucraina. Il Consiglio europeo informale il Giovedi sarà anche l´occasione per parlare di Ucraina, dove persistente violenza che condanniamo con la massima fermezza. Chiediamo con forza responsabile per i recenti attacchi di ostilità che sono già state troppe vittime innocenti finiscono. Non c´è, non ci può essere una soluzione militare alla situazione in Ucraina orientale. La soluzione può essere solo politica e registrarsi in conformità del diritto internazionale, l´indipendenza e la sovranità dell´Ucraina. Si trova nella piena attuazione degli accordi di Minsk. E ´questo, a questa domanda cruciale, oggi Converse la cancelliera tedesca e il presidente francese con Presidenti Putin e Poroshenko. Vorrei ricordare sostegno umanitario per la Commissione in Ucraina. Il mio collega Christos Stylianides era fino a poco tempo in Ucraina per esprimere la solidarietà dell´Unione europea con il popolo ucraino. La Commissione europea quest´anno in Ucraina un supplemento di $ 15.000.000 €, portando a 92 milioni il totale degli aiuti umanitari forniti dall´Ue e dagli Stati membri dall´inizio del la crisi. Grecia Il Consiglio europeo ha inoltre discutere i prossimi passi per la nostra moneta comune. La nostra solidarietà con il popolo greco è tutto, la Grecia è un grande paese e il popolo greco è un popolo coraggioso che hanno fatto enormi sacrifici; merita il nostro rispetto. Prima di tutto, che meritano la Grecia e dei greci, questo è un futuro, così come i loro figli e nipoti. È in questo futuro che viene a investire. Nelle discussioni in corso, vogliamo una soluzione che permette il popolo greco a guardare al futuro con aplomb, vogliamo una soluzione che sia equa per tutti, rispettata e rispettabile per tutti. Per la Grecia. E per tutti i cittadini europei, con i quali commesso precedenti governi greci. Come ha detto il presidente Juncker, l´Europa incontra la Grecia e la Grecia devono essere conformi con l´Europa. Credo in virtù del dialogo. Noi tutti vogliamo la Grecia ad essere un giocatore costruttivo nell´Ue. E tutti noi dobbiamo imparare a gestire un modo collettivo e solidale la nostra moneta unica. Al centro di tale gestione collettiva, vi è l´obbligo di costruire una forza solo intersecano e la solidarietà. E quando discuteremo l´intersezione della forza di alcuni, e la solidarietà degli altri, dobbiamo sempre garantire che tutti in Europa, rispettiamo la dignità di ogni nazione e di ogni popolo e abbiamo anche rispettato il regole sono quelle dell´Unione europea e che si applicano anche a tutti.  
   
 

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