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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Febbraio 2015
 
   
  EMILIA-ROMAGNA: ACCORDO CON LE UNIONI REGIONALI DI LOMBARDIA E VENETO

 
   
  Bologna, 23 febbraio 2015 - A raccogliere e condividere una sfida comune proponendo una nuova strategia di sostegno alla competitività del sistema produttivo italiano sono le Unioni regionali delle Camere di commercio di Lombardia, Veneto ed Emilia-romagna che hanno siglato ieri a Bologna un protocollo di intesa con l’obiettivo di aiutare l’economia dei territori a cogliere le opportunità offerte da una dimensione territoriale più ampia e da una integrazione di forze e strategie. A firmare il documento i tre presidenti: Giandomenico Auricchio - Unioncamere Lombardia, Fernando Zillio - Unioncamere Veneto e Maurizio Torreggiani - Unioncamere Emilia-romagna. Si avvia un percorso di collaborazione per accrescere le relazioni di cooperazione e la concertazione di attività e politiche per una maggiore integrazione in grado di valorizzare le eccellenze attraverso un’azione condivisa. E’ un primo passo verso una prospettiva di medio lungo periodo indirizzata a una organizzazione camerale strutturata sulla dimensione di una macro-area. Le aree vaste rappresentano un nuovo ambito in cui organizzare la rete di relazioni delle imprese e tra le imprese, pur mantenendo attenzione, nelle linee di intervento, alle differenti peculiarità e diversi valori di identità dei territori. La grande area costituita da Lombardia, Veneto ed Emilia-romagna concentra più del 40 per cento del Pil nazionale, esprime il 54 per cento di quanto prodotto dall’industria manifatturiera, e il 55 per cento del valore delle esportazioni di beni verso l’estero. Il Prodotto interno lordo complessivo vale 625 miliardi e pone l’area davanti a Paesi quali Turchia, Paesi Bassi e Svizzera, con una ricchezza creata pari al 5 per cento di quanto realizzato dall’intera Unione Europea. Si comprende quindi la rilevanza della macro-area composta da Lombardia, Veneto ed Emilia-romagna. Sono numeri che la collocherebbero ai vertici europei, tuttavia le motivazioni che portano le tre Unioni regionali delle Camere di commercio a muoversi in una logica di area vasta vanno oltre i primati statistici. È il nuovo contesto competitivo a spingere verso il cambiamento le Unioni regionali e le Camere di commercio delle tre regioni. Il territorio è sempre meno quello definito dai confini amministrativi, ma dove insistono le relazioni delle imprese, aree vaste a geometria variabile i cui confini sono in perenne riconfigurazione. I settori tradizionali si sono ricomposti in filiere che tengono insieme componente manifatturiera e terziaria, rendendo sempre più complesso scindere le attività che compongono la catena del valore. La dimensione d’impresa, tradizionalmente identificata dal numero degli addetti, è stata sostituita dalla dimensione strategica, dall’intensità delle relazioni che l’impresa ha in essere con altri attori economici, privati o pubblici.  
   
 

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