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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Aprile 2007
 
   
  L’ARTE E LA SCIENZA DEL “NASO”

 
   
  “Ficcare il naso”, “col naso nell’acqua”, “non ti fidare di quegli uomini che hanno due fori sotto il naso!”, “a lume di naso”, “far saltar la mosca al naso”, “meglio un naso storto che nessun naso” e vive meglio chi “ha buon naso” perché “a naso” si riconoscono le cose buone, si ottengono successi “bagnando il naso” agli altri. Il naso … al centro del nostro volto, della nostra memoria, delle nostre emozioni. Attraverso l’olfatto si capta l’essenza delle cose con immediatezza, senza passare attraverso l’elaborazione razionale. L’olfatto imprime nella nostra psiche una memoria che resta in modo indelebile con noi. L’olfatto ci restituisce la possibilità di riconoscere le cose senza vederle e toccarle, ma captandone l’essenza, l’odore che da esse emana e che non dimentichiamo più. Più che in un album di foto, più che nel cassetto dei ricordi, la nostra storia è una memoria di odori. Gli odori si memorizzano nel nostro cervello in base alle nostre scoperte ed esperienze. Ci ricordano un istante preciso, un’emozione, una persona, un’epoca, un’atmosfera particolare. Possono essere buoni o cattivi in base al gusto personale di ognuno di noi. I profumi sono parte della nostra vita: ci ricordano, anche a distanza di anni, un istante preciso, una persona, un periodo della nostra vita, un’atmosfera particolare. Il funzionamento della memoria olfattiva è tale che i primi ricordi olfattivi che risalgono all´infanzia sono i più potenti nella loro capacità di suscitare delle emozioni gradevoli e anche i più facili a riattivare. In effetti, le memorie olfattive non svaniscono mai e la loro forza dipende dall´importanza che ha avuto la situazione in cui l´odore è stato percepito nel processo d´apprendimento delle persone. Più antiche sono le memorie olfattive, più profonde sono le emozioni che risvegliano. I profumi sono “impressioni” che evocano emozioni, accompagnano lo spirito su ampi orizzonti, sono il primo indumento che si porta sulla pelle, parlano di noi, ci permettono di interagire con gli altri, aprono le porte della conoscenza, lasciando un’impronta di noi che si ricorda nel tempo. Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. Il “naso”: termine familiare attribuito ai profumieri-creatori per raffigurare un’attività ad alti contenuti creativi, perché di arte si tratta - e solo parzialmente di scienza - nel sapere memorizzare, scegliere poi miscelare in uno sviluppo armonioso e sempre nuovo, materie prime di origini, proprietà e poteri evocativi diversi. Si tratta di una professione molto varia, una complessa “composizione” di basi tecniche, chimiche e scientifiche, di un bagaglio artistico acquisito attraverso la scoperta dell’arte e della sua storia e una sensibilità accentuata, sostenuta da una forte memoria e tanta volontà, che permette di trasformare le esperienze di vita in creazioni artistiche. L´apprendista-profumiere deve essere appassionato, metodico, tenace, creativo, modesto. L’apprendistato degli odori è un lungo percorso, bisogna odorare ripetutamente, ogni giorno, le stesse materie prime sino a memorizzarne non solo l’odore ma anche le proprietà e le possibili combinazioni tra di loro. Questo consente di operare con maggiore facilità nella scelta delle materie prime a seconda del profumo da costruire. La costituzione del repertorio personale di odori è un processo continuo che il naso arricchisce durante tutta la sua carriera. I giovani nasi incominciano con il riprodurre quello che la natura ha creato: l’odore di una rosa coperta di rugiada nel fresco mattino, il profumo delicato del mughetto, gli effluvi caldi del gelsomino nell’aria. Successivamente, compongono gli odori fissati nella memoria, un ricordo d’infanzia o una passeggiata, per poi cimentarsi nello studio e nella riproduzione olfattiva dei “grandi classici” per comprenderne le regole fondamentali dell’armonia e del successo, correggendo le prove sino al raggiungimento dell’”accordo perfetto”. Solo dopo avere superato questi stadi, ci si può confrontare con l’obiettivo finale: creare un nuovo profumo che altri potranno apprezzare. Le materie prime a disposizione di un profumiere-creatore sono circa 3. 000, raggruppate in “sfaccettature” (che raggruppano i tipi di materie prime a seconda dell’origine e affinano la definizione della personalità del profumo) e in “famiglie” (il principale segno di riconoscimento che ci permette di classificare i profumi) nell’ormai conosciuta piramide olfattiva con i tre livelli che illustrano lo sviluppo temporale della fragranza: le note di testa, di cuore e di fondo. L’arte e la scienza del “naso” e il nostro naso, legati dall’emozione e dal linguaggio degli odori dove “nessuno ha torto, nessuno ha ragione”. Niente sa emozionare più del profumo. E niente sa essere più duttile del profumo, per le infinite variazioni sul tema cui si sa prestare. .  
   
 

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