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Notiziario Marketpress di Giovedì 26 Febbraio 2015
 
   
  BOLZANO.: PRESENTATA RICERCA IPL SUI MODELLI DI WELFARE STATE IN EUROPA

 
   
   Bolzano, 26 febbraio 2015 - Presentata il 25 febbraio, dall’Istituto per la promozione dei lavoratori (Ipl), una ricerca sui modelli di welfare state in Europa, alla presenza del presidente dell’Istituto Toni Serafini e dell’assessora provinciale al welfare Martha Stocker. Lo studio dell´Ipl sul "Welfare state", presentato, analizza la spesa sociale italiana rispetto a quella di altri Paesi europei, sfatando alcuni luoghi comuni rispetto al welfare. Non è vero che l´Italia ha un´elevata spesa sociale. Infatti la spesa sociale in Italia raggiunge il 29,9% del Pil (con 7.017 € pro-capite annui), mentre nei 27 Paesi dell´Unione europea ammonta mediamente al 29,4% del Pil (pari a 6.907 € pro-capite all´anno). Quindi, la spesa italiana si colloca esattamente nella media europea. Quello che cambia molto tra i vari paesi europei è come viene suddivisa la spesa tra i vari settori del sociale. Vero è che il welfare italiano si caratterizza per un´elevata spesa pensionistica (51,4% rispetto alla spesa pubblica totale), che corrisponde al 15% del Pil (media europea dell´11%). Bassa risulta invece la spesa sociale a favore delle famiglie italiane: appena 331 € pro-capite (1,3% del Pil), a fronte di una media europea di 553 € (2,3% del Pil). Nel suo intervento l´assessora provinciale alle politiche sociali, Martha Stocker, ha sottolineato che il confronto dei dati, evidenziato dalla ricerca dell´Ipl, "Ci consente di valutare se siamo sulla strada giusta con la nostra politica in campo sociale e di analizzare se i nostri investimenti in infrastrutture e nel trasferimento di servizi siano adeguate alle sfide. Inoltre gli investimenti nel settore sociale non vanno intesi solamente come dei costi, bensì come investimenti nel futuro, per aiutare le persone e dare loro nuove opportunità, cosa questa che ha delle ripercussioni positive anche sull´economia nel suo complesso". "Il welfare italiano è molto sbilanciato sulle pensioni, mentre investe poco sulle famiglie" ha quindi sottolineato Silvia Vogliotti che ha curato lo studio dell´Ipl, "ed inoltre la spesa sociale italiana risulta inefficace nel far uscire le persone dalla povertà. Meglio sarebbe garantire più servizi ai cittadini, rispetto agli attuali contributi spesso esigui ed a pioggia, che pesano solo sulle casse pubbliche, senza indurre alcun effetto positivo." Il sistema di welfare state italiano - che offre protezioni e risorse diverse non a seconda del bisogno, ma a seconda della categoria cui si appartiene - risulta inoltre poco equo. In Europa l´Italia si posiziona appena al 23° posto rispetto all´equità sociale, mentre primi in classifica sono i paesi nordici, che prevedono prestazioni universali, a prescindere dalla categoria di appartenenza, e molti servizi ai cittadini. "In Europa serve maggior coesione sociale e quindi una maggiore equità sociale. E ciò si realizza anche attraverso un welfare universale minino europeo" ha sottolineato Toni Serafini, Presidente dell´Ipl. "Bisogna inoltre superare la concezione che la spesa sociale sia improduttiva, essa va vista in molti casi come un investimento nel futuro, quale parte integrante della crescita e dello sviluppo" ha concluso Stefan Perini, direttore dell´Ipl. La ricerca può essere scaricata dal sito web dell´Istituto all´indirizzo http://www.Afi-ipl.org/images/pdf/welfare_1_it.pdf  Ulteriori informazioni possono essere richieste al direttore dell´Istituto Stefan Perini (Tel. 0471 41 88 30, stefan.Perini@afi-ipl.org ), nonché alla ricercatrice Ipl Silvia Vogliotti (Tel. 0471 41 88 45, silvia.Vogliotti@afi-ipl.org ).  
   
 

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