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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Marzo 2015
 
   
  SI’ DEL TAR A RICERCA IDROCARBURI IN POLESINE.

 
   
  Venezia, 3 marzo 2015 - “La sentenza del Tar crea una situazione di ambiguità altrettanto grave che se avesse consentito direttamente le trivellazioni in Polesine”. A dirlo è l’assessore regionale all’ambiente commentando il pronunciamento del tribunale amministrativo del Veneto che ha dato ragione alla Northsun Italia, azienda multinazionale che ha presentato istanza di permesso di ricerca di idrocarburi nel sottosuolo. Conte infatti sottolinea che la sentenza accoglie il ricorso contro il parere negativo espresso dalla Regione, ma dando motivazioni che sembrano veri funambolismi semantici. Secondo il Tar, infatti, il metodo utilizzato per la ricerca non è la trivellazione ma consiste nel far vibrare una pesante massa appoggiata sul terreno che trasmette le vibrazioni al terreno sottostante e registra la risposta delle onde riflesse dai diversi strati del sottosuolo. “Sarà anche una metodologia di indagine indiretta e non distruttiva – fa rilevare Conte – ma la preoccupazione che determina è la stessa delle trivellazioni. Che senso ha fare queste ricerche se non per individuare giacimenti da sfruttare? Nessuno fa ricerche che siano fine a se stesse. Allora cosa vuol dire il Tar con questi sofismi, forse che poi si potranno fare anche le trivellazioni o addirittura le estrazioni di idrocarburi dal sottosuolo?”. "Per la Regione l´ambiente è una questione prioritaria – sottolinea Conte - per cui non è pensabile che possano essere avviate operazioni di ricerca per la coltivazione di idrocarburi sia in Polesine che nel mare Adriatico. Gas e petrolio saranno pure necessari alla nostra economia, ma è indispensabile che sia prima garantita la sicurezza del nostro territorio. Va evitato qualsiasi rischio per il Veneto che oltre tutto è la prima regione turistica italiana anche in forza dei suoi valori ambientali e paesaggistici”. “Ad aggravare ulteriormente la situazione – conclude l’assessore veneto – c’è ora il decreto Sblocca Italia che ha appena modificato le competenze in materia. L’istruttoria per la valutazione di impatto ambientale di progetti come questo non sarà più svolta a livello regionale ma nazionale e si è già visto con le trivellazioni in Adriatico quale sensibilità è stata mostrata. Oggi come oggi resta ancora prevista su questi temi l’intesa Stato-regioni, ma con le modifiche alla Costituzione che sono in itinere le Regioni saranno espropriate anche di questo. Con che prospettive?”.  
   
 

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