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Notiziario Marketpress di Martedì 03 Marzo 2015
 
   
  UE: MINORANZE RELIGIOSE IN MEDIO ORIENTE: "LA MORTE È DIVENTATA QUALCOSA DI BANALE"

 
   
  Strasburgo, 3 marzo 2015 - Il 26 febbraio la sottocommissione per i Diritti umani ha organizzato un´audizione congiunta con la delegazione del Parlamento sulla libertà di religione in Medio Oriente. La discussione sulla situazione dei cristiani e delle altre minoranze religiose è stata presieduta dal presidente della commissione Elena Valenciano (S&d, Spagna), che ha descritto la libertà di religione, "ciò a cui l´umanità aspira da un tempo immemorabile". Il deputato popolacco del Ppe Andrzej Grzyb ha descritto le conseguenze del conflitto in Medio Oriente come inimmaginabile: "La priorità è documentare ciò che avviene per dimostrare la portata dei crimini Altrimenti non ci saranno responsabili". Il deputato austriaco S&d Josef Weidenholzer ha richiamato l´attenzione sulla detenzione di 200 assiri cristiani nel nord-est della Siria, e ha chiesto "vogliamo davvero vedere questa regione del mondo senza cristiani?". Il deputato inglese Ecr Charles Tannock non ha alcun dubbio. "C´è un programma sistematico degli estremisti islamici e dei gruppi jihadisti per un Medio Oriente e un Nord Africa libera delle minoranze". Padre Nawras Sammour, invitato del Jesuit Refugee Service in Siria, ha sottolineato che nella regione "la morte è diventato qualcosa di banale" e che l´aumento del radicalismo e il fondamentalismo religioso è una "causa di incertezza e di ansia di tutta la comunità cristiana". Daniel Hoffmann dell´associazione Middle East Concern ha ricordato la recente decapitazione di 21 copti egiziani in Libia. Ha inoltre osservato che "la violazione dei diritti umani contro i cristiani e le altre comunità non è iniziata durante questi conflitti violenti, e non cesseranno con la loro conclusione o con una sconfitta di gruppi come Daesh". William Spencer, rappresenta dell´Istituto di diritto internazionale e diritti umani, ha sottolineato che "la situazione delle minoranze in Iraq era già molto, molto precario" prima dell´intervento dell´Isis. Alison Smith del Programma di Giustizia Penale Internazionale / Non c´è Pace Senza Giustizia, ha detto che i crimini nel nord dell´Iraq comprendono la presa di ostaggi, le esecuzioni sommarie, gli attacchi contro edifici religiosi, la riduzione in schiavitù, le conversioni forzate, le torture e gli stupri. Ha descritto i crimini commessi da Isis come "sconvolgenti per la loro portata, la brutalità, la natura sistematica, e soprattutto nella sfacciataggine in cui sono effettuati". Esther Kattenberg (Open Doors International) ha aggiunto che è "estremamente importante che l´Unione europea continui a condannare le violazioni dei diritti umani, come la libertà religiosa". Per gli ultimi aggiornamenti sul Parlamento europeo, guarda la nostra pagina delle Attualità.  
   
 

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