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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Marzo 2015
 
   
  CONTRO IL CARO-AFFITTO, NASCE IL FONDO HOUSING TOSCANO A PALAZZO STROZZI SACRATI UN CONVEGNO CON TANTI SINDACI

 
   
  Firenze, 4 marzo 2015 - C´è chi è troppo ´ricco´ per aver diritto ad un alloggio pubblico, ma è anche troppo povero per il mercato; e una casa in affitto, ancora meno una da acquistare, non se la può permettere o fatica a trovarla. Metter su casa, complice la crisi, negli ultimi anni è diventato ancora più difficile: basta guardarsi attorno per rendersene conto. Anche la finanza pubblica, costretta a fare i conti con tagli e risorse sempre più scarse, vive le sue difficoltà. Si cercano ´alleanze´ con il privato. In Toscana una risposta al caro affitto arriva dall´housing sociale. Ed è una risposta anche alla crisi del settore edile, perché a disposizione del fondo a cui la Regione ha aderito potrebbero essere messi i tanti immobili invenduti che si accumulano in città: immobili spesso da completare e che potrebbero dunque rivelarsi anche una possibilità di lavoro per tante piccole e medie imprese toscane. Se ne parla stamani in Regione a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza toscana: un convegno con tanti sindaci, "un percorso che parte da lontano - spiega l´assessore Vittorio Bugli a far gli onori di casa assieme alla vice presidente ed assessore alle politiche sociali Stefania Saccardi - un percorso che inizia nella primavera del 2013 dai lavori al tavolo per l´edilizia" e che ha visto stamani appunto la firma di un protocollo con l´ingresso della Regione nel Fondo Housing Toscano gestito e partecipato dalla Cassa Depositi e Prestiti, la ´banca´ degli enti locali oggi trasformata in società finanziaria, per l´80 per cento ancora in mano al Ministero dell´Economia e il resto a fondazioni bancarie e mercato. Tutto è nato nella primavera del 2013 appunto. Al tavolo per l´edilizia, dove si discuteva fino ad allora essenzialmente di crisi aziendali, si prova a mettere in fila alcune idee per il rilancio del settore. Si discute di dar vita a un fondo di social housing. La proposta diventa poi quella di aderire ad un fondo che già esiste. Nella legge finanziaria per il 2014 si prevede uno stanziamento da 5 milioni e alla fine dell´anno scorso viene individuato il fondo dove investirli, che è il Fondo housing toscano (Fht). Una strategia che porta a centrare due obiettivi in uno: rilanciare il se ttore edilizio ma anche affiancare alle tradizionali politiche abitative della Regione Toscana e alla tradizionali politiche pubbliche per l´abitare, quelle fatte di case popolari di proprietà pubblica e date in affitto, uno strumento innovativo partecipato anche da investitori privati, sia pur un privato particolare come è il privato ´sociale´. La firma di oggi del protocollo d´intesa tra Regione, Cassa Depositi e Prestiti e Investire immobiliare Sgr sta tutta qui: un modo per coordinare le diverse politiche dell´abitare e coinvolgere nella programmazione i territori con i Lode, ovvero le conferenze dove siedono i Comuni e che si occupano della gestione delle case popolari. Un´opportunità per recuperare a patrimonio abitativo gli immobili ora vuoti, da rintracciare attraverso un bando che sarà presto pubblicato, e non utilizzare così ulteriore suolo. Sarà naturalmente la Sgr, la società di gestione del risparmio, a valutare l e possibilità di investimento. Cosa è l´housing sociale L´espressione è oramai diventata da alcuni anni parte del lessico non solo degli addetti ai lavori. Ma se tutti sanno cosa sono le case popolari o l´edilizia economica residenziale, ovvero quelle case che Regione e Comuni costruiscono (o acquistano) e mettono poi a disposizione di quella parte di società più a rischio di marginalità o in difficoltà, cosa sia esattamente l´housing sociale forse non è chiaro, nei dettagli, proprio a tutti. L´housing sociale è una formula che consente di realizzare alloggi e servizi per chi non riesce a soddisfare il bisogno di una casa: magari perchè quella casa non c´è, magari perchè le famiglie che la stanno cercando non hanno i requisiti per accedere all´assegnazione di alloggi pubblici ma faticano a ricorrere al mercato privato. L´housing sociale rimane dunque un´edilizia low cost, che però si differenzia dall´edilizia popolare pura per la sua declinazione in chiave welfare. Un esempio? S´immagini un condominio. Si immaginino servizi che possono essere utili anche ad un microcomunità che vive in un palazzo, dalla baby sitter per i bambini alla badante per gli anziani. Nell´housing sociale può capitare che siano gli stessi affittuari e condomini ad aiutarsi l´un con l´altro offrendo quei servizi. Ma anche se questo non avviene, l´obiettivo primario rimane quello di favorire la formazione di un contesto abitativo e sociale dignitoso, non solo offrendo un alloggio adeguato ma anche relazioni umani ricche e significative. Nel segno dell´integrazione e del benessere e con forme varie, dall´affitto calmierato, moderato o agevolato all´acquisto a prezzo convenzionato o l´affitto con possibilità di acquisto.  
   
 

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