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Notiziario Marketpress di Mercoledì 04 Marzo 2015
 
   
  LA CRISI UMANITARIA A GAZA È “UNA BOMBA A OROLOGERIA"

 
   
  Bruxelles, 4 marzo 2015 - Pierre Krähenbühl, il presidente dell´agenzia dell´Onu responsabile per l´assistenza ai cinque milioni di rifugiati palestinesi in Giordania, Libano, Siria e nei territori palestinesi, si è rivolto alla commissione per gli Affari esteri, il 2 marzo. Lo abbiamo incontrato per conoscere le attività dell´Unrwa, l´agenzia finanziata dall´Unione europea e dei suoi Stati membri al 57% per il periodo 2007-2013. Il conflitto continua a imperversare in Siria generando 480.000 profughi palestinesi nel paese... Pierre Krähenbühl - Si tratta di uno dei conflitti più devastante in termini umani. All´inizio c´erano circa 560.000 profughi palestinesi in Siria. Oltre il 60% sono stati sfollati, la maggior parte si trova ancora in Siria e decine di migliaia nei paesi vicini. Il 95% dei profughi palestinesi in Siria dipende totalmente dagli aiuti dell´Unrwa mentre prima erano più autosufficienti. Una nuova generazione di palestinesi subisce una perdita di identità, un´espropriazione e lo spostamento in Siria. Qual è la situazione attuale su posto a sei mesi del conflitto della scorsa estate a Gaza? Pierre Krähenbühl - La popolazione ha sopportato per anni il blocco israeliano, portando alla disoccupazione e all´assenza di libertà di movimento. Oltre il 45% degli abitanti di Gaza è disoccupato, il 65% dei giovani. Parliamo di una bomba a orologeria. Quando le persone non hanno futuro e attraversano un conflitto come quello della scorsa estate con 1.500 persone uccise e 3.000 bambini feriti, ci si prepara a una serie di conseguenze devastanti. Cosa si deve fare per migliorare la vita di circa 1,3 milioni di rifugiati a Gaza? Pierre Krähenbühl - I donatori dovrebbero rispettare gli impegni assunti in occasione della conferenza del Cairo, ma abbiamo anche bisogno di un´azione politica per affrontare le cause alla radice del conflitto, in particolare l´occupazione e il blocco stesso. Che impatto ha l´ultima crisi in Medio Oriente sulle risorse dell´Unrwa? Pierre Krähenbühl - Sempre più persone dipendono dall´Unrwa dopo i conflitti a Gaza e in Siria, nonostante l´occupazione continui... Le pressioni sui nostri servizi sono in aumento. La regione è diventata più instabile, portando con sè il rischio di radicalizzazione... In questo contesto l´Unrwa è un attore affidabile e stabile nella regione. Nel mese di giugno 2014, l´Unione Europea e l´Unrwa hanno firmato una dichiarazione congiunta che prevede un contributo comunitario di 246.000.000 € fino al 2016. Pierre Krähenbühl - Il sostegno dell´Ue è stato assolutamente strumentale ma staremo a vedere come può essere rafforzato. L´europa è un attore fondamentale perché si concentra sui diritti umani e la preoccupazione per la dignità umana.  
   
 

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