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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Aprile 2015
 
   
  FORMAGGI DOP, ASSESSORE LOMBARDIA: SPINGERE PRODOTTI PER MIGLIORARE REPUTAZIONE TERRITORIO

 
   
   Bergamo - "Percepire il profumo del formaggio è elemento distintivo per capire il valore di certe produzioni. Se poi, però, ai nostri bambini a scuola diamo prodotti che hanno sempre lo stesso gusto, ogni sforzo è vano. Non si può pensare di conoscere e apprezzare il formaggio senza gustarlo. Ci vuole naso. Il viaggio nel gusto e nella distintività dei nostri territori è immenso, perché noi siamo realmente scrigno di biodiversità". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, intervenendo a ´Bergamo, capitale delle Dop, una opportunità da valorizzare´, evento organizzato nel capoluogo orobico nell´ambito degli incontri del ´Sistema delle eccellenze lombarde´. "Bergamo è il territorio europeo con il maggior numero di formaggi Dop - ha ricordato Fava - ed è a pieno titolo capitale delle Dop casearie con 9 formaggi su 50 totali". Di queste 29 sono nell´Italia del Nord: l´elenco comprende Formai de Mut dell´Alta Val Brembana, Strachitunt, Taleggio, Gorgonzola, Bitto, Grana Padano, Provolone Valpadana, Quartirolo Lombardo, Salva Cremasco, a cui si aggiungono i Formaggi Principi delle Orobie, da tempo oggetto di un progetto di promozione. Valore Economico - "Se faccio un esperimento con la capra orobica, al massimo quel prodotto lo mangiano a Bergamo - ha detto Fava -, ma non va molto lontano. Tutto ciò che è tutela e identità va bene, ma non sempre, perché, se quel prodotto non esprime un valore economico, resta un esperimento romantico. Creare distintività va bene, ma non è sufficiente l´iniziativa di un singolo produttore, perché a competere con i grandi gruppi non basta la buona volontà". Promozione Parte Dal Prodotto - "Serve promozione sul sistema, facendo annusare il prodotto - ha ricordato Fava -. Bisogna portare i prodotti nelle piazze e farli sentire, annusare alle persone. Quelle che normalmente passeggiano nei centri, che vorrei sfidare a indovinare il nome di certi formaggi. Poi ci preoccupiamo di conquistare mercati stranieri, ma prima dobbiamo spiegare al nostro consumatore cosa sono le nostre produzioni casearie". Tornare dunque a promuovere per la strada. "Abbiamo bisogno di promuovere con risorse, modalità moderne e aggregandosi. Se i consorzi fanno tutela e promozione centrano il loro obiettivo. Occorre spingere sui prodotti per far raggiungere nel tempo una buona reputazione ai nostri territori".  
   
 

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