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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Aprile 2015
 
   
  CANI FIUTANO LE SOSTANZE CHIMICHE CORRELATE AL CANCRO ALLA PROSTATA

 
   
  Bruxelles, 20 aprile 2015 - Il nuovo studio, effettuato dai ricercatori all’istituto clinico e centro di ricerca Humanitas a Milano e in altri istituti, ha coinvolto il rigoroso addestramento di due cani pastore tedesco di tre anni che individuano gli esplosivi per identificare “composti organici volatili specifici del cancro alla prostata” in campioni di urina. Le capacità di identificazione dei cani sono state messe alla prova su campioni provenienti da oltre 900 uomini, 362 pazienti affetti da cancro alla prostata oltre a 540 soggetti di controllo sani. I ricercatori hanno lavorato con un ospedale universitario italiano e con il centro veterinario militare del ministero italiano della difesa. Medscape riferisce sulla procedura di test: “Un addestratore conduceva un singolo cane in circolo attorno a una serie di ciotole coperte da una rete. Il cane compieva per una volta il giro completo e poi, durante il secondo giro, si fermava davanti a delle ciotole specifiche se esse contenevano l’urina con l’odore del cancro alla prostata.” Lo studio, pubblicato nel Journal of Urology, mostra che i cani hanno dimostrato una precisione diagnostica superiore al 97 % sia in termini di sensibilità che di specificità. Di fatto, per il “cane uno”, la sensibilità era del 100 % e la specificità del 98,7 %. Per il “cane due”, la sensibilità era del 98,6 % e la specificità era del 97,6 %. Entrambi i cani sono anche esperti nell’individuazione degli esplosivi. I cani erano in grado nella stessa misura di individuare i cancri alla prostata a basso rischio e anche quelli più avanzati, come il ricercatore principale dott. Gianluigi Taverna ha sottolineato su Medscape: “Il cane ha una reazione alla qualità e non alla quantità.” I risultati hanno portato il team di studio a concludere che “un sistema olfattivo canino allenato può rilevare i composti organici volatili specifici del cancro alla prostata nei campioni di urina con elevate sensibilità e specificità stimate”. I ricercatori hanno comunque avvertito che sono necessari ulteriori studi per indagare il potenziale valore predittivo di questa procedura per identificare il cancro alla prostata. Claire Guest da Medical Detection Dogs ha parlato al Guardian, dicendo che i risultati di questo nuovo studio erano “spettacolari”. Ha poi aggiunto: “Essi ci offrono un’ulteriore prova che i cani possiedono la capacità di percepire il cancro umano. Risulta particolarmente eccitante avere una percentuale di successo così elevata nell’individuazione del cancro alla prostata, per il quale i test esistenti sono sfortunatamente inadeguati.” Il dott. Taverna vede i risultati come una “reale opportunità clinica”. La speranza è che queste scoperte porteranno a uno scenario dove cani espressamente addestrati potrebbero fornire un metodo non invasivo per individuare il cancro. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Jurology.com/article/s0022-5347%2814%2904573-x/abstract    
   
 

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