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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Maggio 2015
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO PLENARIA; DICHIARAZIONE DEL COMMISSIONE UE PRIMO VICEPRESIDENTE TIMMERMANS SULLA SITUAZIONE IN UNGHERIA

 
   
  Strasburgo, 20 maggio 2015 - Vorrei ringraziare il Parlamento per mettere questo punto all´ordine del giorno, come due recenti sviluppi in Ungheria hanno dato luogo a preoccupazioni importanti. Vorrei iniziare con il dibattito lanciato dal primo ministro Orbán sulla reintroduzione della pena di morte. Presidente Juncker e ho già fatto dichiarazioni chiare su questo, e questi rappresentano la posizione ufficiale della Commissione. L´articolo 2 della Carta dei diritti fondamentali dell´Ue vieta esplicitamente e chiaramente a chiunque di essere condannati a morte, né giustiziato. Inoltre, la Corte europea dei diritti dell´uomo ha stabilito che la pena di morte è una violazione della Convenzione europea dei diritti dell´uomo. L´abolizione della pena di morte è una condizione che gli Stati sono tenuti a rispettare per diventare membri del Consiglio d´Europa o dell´Unione europea. Questo fa parte dei nostri valori comuni. Per quanto concerne la Commissione, non vi è alcun dubbio sul fatto che la reintroduzione della pena capitale sarebbe in contrasto con i valori fondamentali dell´Ue. Una reintroduzione della pena di morte da uno Stato membro dovrebbe pertanto comportare l´applicazione dell´articolo 7 del trattato Ue. I meccanismi di cui all´articolo 7 del trattato Ue si riferiscono ai valori di cui all´articolo 2 del Tue, comprese la dignità umana e il rispetto dei diritti umani. Come sapete i trattati non prevedono la sospensione o la revoca l´appartenenza di uno Stato membro dell´Unione europea. Tuttavia, l´articolo 7 del trattato sull´Unione europea prevede un meccanismo sanzionatorio di vasta portata specificamente progettato per garantire il rispetto dei valori fondamentali di cui all´articolo 2 del trattato sull´Unione europea. Più in particolare sulla situazione in Ungheria vorrei fare le seguenti osservazioni. Il presidente Juncker ha dichiarato il 30 aprile che il signor Orbán deve subito chiarire che non è sua intenzione di reintrodurre la pena di morte. Sarebbe la sua intenzione, "sarebbe una lotta". La Commissione ha nel frattempo capito che il governo ungherese non ha piani concreti per adottare tutte le misure per introdurre la pena di morte, e che il primo ministro Orbán ha assicurato il presidente Schulz, che il governo ungherese si rispettare e onorare tutti i trattati e della legislazione europee. Mi riferisco al comunicato stampa del Presidente Schulz, del 30 aprile. Tuttavia, se il governo ungherese dovesse adottare misure per reintrodurre la pena di morte, mi permetta di sottolineare che la Commissione è pronta a utilizzare immediatamente tutti i mezzi a sua disposizione per garantire che l´Ungheria - così come ogni altro Stato membro - è conforme agli obblighi ai sensi del diritto dell´Unione e rispetta i valori dell´Unione sanciti all´articolo 2 del trattato sull´Unione europea. Non esiteremo un secondo su un caso del genere. Nella consultazione pubblica in materia di immigrazione, come annunciato dal governo ungherese, permettetemi di fare le seguenti osservazioni. In generale, la Commissione ritiene che la consultazione pubblica può essere uno strumento importante per i governi e altre autorità pubbliche per sviluppare politiche che possono contare sul sostegno della popolazione. Tuttavia, e ripeto ciò che ho già detto prima, una consultazione pubblica sulla base di pregiudizi, il leader e perfino fuorvianti domande, sul pregiudizio sugli immigrati non può essere considerato una base equa e oggettiva per la progettazione di politiche sane. Inquadrando l´immigrazione nel contesto del terrorismo, che rappresenta gli immigrati come una minaccia per l´occupazione e il sostentamento delle popolazioni, è dannoso e semplicemente sbagliato - sarà solo alimentare malintesi e pregiudizi. Non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte alle volte gravi sfide poste dalla migrazione nelle nostre società. Ma così facendo, non dovremmo mai perdere di vista i nostri valori fondamentali e della necessità di salvaguardare una società pluralista e diversificata, basata sul rispetto reciproco e la parità di trattamento di ogni singolo individuo. Ue e gli Stati membri stanno sviluppando risposte comuni alle sfide attuali, come l´Europa si fonda sul rispetto reciproco, della solidarietà e di cooperazione leale. Abbiamo bisogno di leader politici che sono disposti a spiegare la politica dell´Ue ai propri cittadini in modo aperto, equo ed equilibrato, e che si sono distinti per ditta valori europei comuni e comuni. Questo è l´unico modo in cui possiamo progredire insieme in Europa. La Commissione continuerà a monitorare la situazione da vicino e ringrazio il Parlamento europeo esplicitamente per il continuo supporto su queste importanti questioni.  
   
 

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