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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Giugno 2015
 
   
  DISUGUAGLIANZE E OPPORTUNITÀ: UN AFFARE DI FAMIGLIA

 
   
  Trento, 10 giugno 2015 - Le tematiche dell’appuntamento, moderato dal vicedirettore de “Il Fatto quotidiano” Stefano Feltri ed approfondite dai due esperti di economia dell’Ocse, Orsetta Causa e Giuseppe Nicoletti, hanno messo in luce una situazione europea e più nello specifico italiana particolarmente difficile, che distinguerebbe il nostro paese per avere forti disuguaglianze, impari opportunità e scarsa mobilità sociale. “Solo se si riuscirà ad investire sempre maggiormente sull’istruzione, avremo una qualche possibilità per superare le diseguaglianze presenti attualmente in Italia”; così ha esordito questa mattina Giuseppe Nicoletti, responsabile della Divisione Analisi sulle politiche strutturali presso il Dipartimento Economia dell’Ocse a Parigi, parlando del futuro del nostro paese. Tema dunque, quello dell’istruzione, fondamentale per riuscire a superare le difficoltà attuali e riprendendo la tematica filo conduttore di questa decima edizione del Festival, per creare mobilità sociale, ovvero per consentire ai giovani di emanciparsi dall’influenza del contesto socioeconomico famigliare. Ma per avere le chiavi della mobilità, continua Nicoletti, bisogna dare una forte accelerata al concetto della pari opportunità, soprattutto correlato al mondo della scuola. Attualmente in Italia, sostiene l’economista, è dimostrato che chi nasce svantaggiato economicamente e culturalmente ha maggiori probabilità di rimanerlo. E sempre in tema di scuola gli altri dati forniti dagli esperti non sono più rassicuranti; per dare qualche misura, in Italia è in costante aumento la probabilità di non finire il liceo quando il padre non ha conseguito la licenza liceale; stessa cosa per quanto riguarda il diploma universitario; le cose non vanno meglio parlando del peso della famiglia sulle prospettive di salario, altro indicatore della scarsa mobilità sociale. Giuseppe Nicoletti fa poi un importante precisazione su quali siano i pilastri della mobilità sociale, pilastri che, continua, “dovrebbero essere presenti anche nel nostro paese” ed invece sono per la maggio parte totalmente assenti; il dinamismo economico, le politiche redistributive, l’accesso al mercato del lavoro, le eguali opportunità nell’educazione, un giusto peso della famiglia. Tra le varie criticità del nostro Paese l’esperto di economia cita in particolar modo un sistema fiscale che penalizza i giovani con un effetto poco redistributivo, una spesa pubblica sociale molto alta ma scarsamente rivolta ai giovani, un sistema educativo e di mercato del lavoro poco efficace, che sta a significare un altissimo abbandono dell’educazione secondaria e universitaria ed una generale inefficacia della scuola e del mercato del lavoro che concorrono tra le altre cause, allo spreco dei talenti. A peggiorare ulteriormente un quadro già piuttosto critico il numero altissimo di giovani incardinati in figure di lavoro “atipiche” che rendono ulteriormente debole un mercato del lavoro ormai “stremato”. Orsetta Causa, proseguendo la relazione odierna, sostiene che nonostante questo quadro estremamente critico, le possibilità per uscire dalla crisi e soprattutto sbloccare questa situazione di immobilità e disuguaglianza sociale in cui versa l’Italia ci siano tutte, a patto che fin da subito le istituzioni si impegnino, naturalmente assieme a noi cittadini, a ritrovare il dinamismo economico, per rimettere l’educazione in cima all’agenda politica, per migliorare i servizi per l’infanzia, formare meglio i giovani ma anche i meno giovani, per tutelare i lavoratori e dare sostegno ai disoccupati in modo da permettere loro di trovare altri impieghi e non ultimo, tassando in modo più efficace il patrimonio, ed in generale adottando delle politiche redistributive caratterizzate da maggior equità. Solo riconsiderando i fondamentali i pilastri della mobilità sociale, dunque l’Italia avrà la possibilità di uscire dalla crisi delle disuguaglianze e dell’immobilità sociale e di puntare su di un futuro, speriamo imminente, in cui i giovani avranno la possibilità di credere nuovamente nel concetto di meritocrazia, altro tema fondamentale ed ampiamente discusso in questo appassionante Festival.  
   
 

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