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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Giugno 2015
 
   
  IL DRAMMA DELLA POVERTA´ E LA MANCANZA DI RISPOSTE CONCRETE A LIVELLO NAZIONALE ED EUROPEO

 
   
  Trento, 10 giugno 2015 - Oltre sei milioni di persone in Italia, secondo i dati diffusi nel 2013, versano in uno stato di povertà assoluta e fra questi il numero dei minori è aumentato in una maniera drammatica rispetto alle rielvazioni del 2007 prima quindi della grandi crisi. Sono questi alcuni dei numeri che testimoniano la gravità della situazione in Italia e in molti Paesi europei se si parla di povertà e di conseguenza di politiche del lavoro contenuti nel nuovo libro della sociologa Chiara Saraceno “Il lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi” al centro dell’incontro proposto questa sera nel cartellone del Festival dell’Economia. Insieme alla Saraceno ne hanno discusso Chiara Appendino, Consigliere comunale di Torino del Movimento 5 Stelle e Roberta Carlini caporedattrice di “Ingenere.it. Chiara Saraceno ha spiegato al pubblicato che ha affollato la Biblioteca comunale di Trento come già prima della crisi si discutesse a livello europeo di come riconciliare le politiche dell’occupazione con quelle legate alla lotta alla povertà che anche allora era in preoccupante aumento. Una strategia spazzata via della crisi e che ora mostra un´Europa senza una direzione precisa, senza una politica concreta in grado di affrontare questi problemi così urgenti per la tenuta del tessuto sociale. Bisogna anche fare chiarezza su cosa si intenda per povertà che può essere relativa, quindi legata al tenore di vita medio di una nazione e assoluta se parametrata ad un paniere di beni primari. E a fare paura secondo Chiara Saraceno sono proprio le cifre della povertà assoluta in Italia: “Un numero che è triplicato passando dai 2, 4 milioni nel 2007 agli oltre sei milioni resi noti nel 2013 e fra questi poveri è impressionante e spropositato quello dei minori. Davanti a queste cifre appare ancora più grave come gran parte della politica e anche la coscienza del Paese di fatto tenda a rimuovere il tema della povertà”. Fra le cause di queste cifre che non possono lasciare indifferenti c’è anche quella legata ai lavori a bassa remunerazione, con un numero sempre maggiore di persone impiegate ma con un reddito insufficiente per condurre una vita dignitosa. Negli ultimi anni anche a livello europeo sono diminuiti i trasferimenti per le famiglie dei lavoratori, già assai limitati in Italia, e questo ha avuto fortissime ricadute sulle famiglie a basso reddito o a monoreddito che sono cadute di conseguenza in una grave situazione di povertà. Per guardare al presente e al futuro il quadro dipinto dalla Saraceno non lascia presagire nulla di buono: “In Europa non si vedono strategie mirate per un’occupazione in grado di non creare ulteriori contesti di povertà, mentre in Italia le politiche in questa direzione sono inesistenti o quando ci sono frammentarie e di fatto inefficaci”. In questo contesto la Saraceno è apparsa anche pessimista su quel reddito minimo di cittadinanza che è la bandiera del Movimento 5 Stelle rappresentato in questo momento del Festival dalla cittadina Chiara Appendino. “Nella mia città, Torino, - ha detto la consigliera comunale – i fatti confermano i numeri che emergono dal libro della Saraceno dove si evidenzia come un italiano su dieci sia a livello di povertà assoluta. Basti dire che a Torino il 43% dei giovani è disoccupato e sono in aumento i fattori della disuguaglianza con i poveri sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi”. Sull’opera di Chiara Saraceno, edita da Feltrinelli, si è soffermata anche la giornalista Roberta Carlini: “Bisogna rendersi conto di come la povertà sia una compagna stabile della ricchezza e del progresso. Ma si fa fatica a far comprendere questo concetto ad una politica che a livello nazionale ed europeo guarda altrove”. In attesa di scelte più illuminate il presente ci racconta come i nuovi poveri siano sempre più anche lavoratori sottopagati, come siano in crescita le disuguaglianza e di come sia sempre più necessario pensare ad uno strumento di protezione universale. “Perché la povertà – ha detto Roberta Carlini – non è solo una mera questione di risorse materiali ma si parametra anche dal potere di ciascuno di decidere per sé e per la propria vita”.  
   
 

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