Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Aprile 2007
 
   
  VENTAGLI: ACCESSORI “NECESSARI” TRA FASCINO E UTILITA’ SONO ESPOSTI ANCHE PREZIOSI ESEMPLARI D’EPOCA DELLA COLLEZIONE DELLO STUDIOSO BOLOGNESE ALDO DENTE

 
   
  Gorizia, 18 aprile 2007 - Dal 21 aprile al 31 luglio le ex-Scuderie di Palazzo Coronini Cronberg di Gorizia ospitano una interessante mostra di rari e preziosi ventagli d’epoca provenienti in gran parte dalla collezione dello stesso conte Guglielmo Coronini, ma anche da quella dello studioso e collezionista contemporaneo bolognese Aldo Dente. Fra i ventagli esposti – accessori usati in passato pure dagli uomini – ci sono pezzi di grande pregio, alcuni dei quali considerati autentici capolavori. Gli esemplari più antichi – tra cui quello raffigurante Agar e Ismaele, una scena dipinta a tempera su pelle di capretto nel 1750 e uno splendido esemplare inglese di brisè di avorio intitolato Coriolano con la madre e la moglie del 1790 – furono esposti alla “Mostra del ventaglio antico”, che si svolse a Gorizia nel 1966. “Di particolare interesse”, afferma Serenella Ferrari Benedetti, coordinatore culturale della Fondazione Palazzo Coronini Cronberg, “è la serie di ventagli realizzati dalla celebre manifattura parigina Alexandre, giunti a noi attraverso la madre del conte Guglielmo Coronini, Olga Westphalen von Fürstenberg (1868-1958). Infatti, uno zio materno di Olga, Eduard Cassini, fu consigliere personale dello zar Nicola Ii Romanov e sposò, nel 1880, la principessa russa Zoe Bibikova. La coppia, non avendo avuto figli, decise di destinare il proprio patrimonio alle due nipoti Olga e Thérèse Westphalen. Zoe morì nel 1906 e il marito sette anni più tardi: così nel 1913 Olga beneficiò di una cospicua eredità che divise con la sorella, e tra i preziosi oggetti a lei spettanti c’era anche lo splendido ventaglio da matrimonio di Zoe , è probabile che anche gli altri ventagli firmati da Alexandre siano appartenuti a Zoe, visto che era solita rifornirsi degli accessori prodotti dalla celebre manifattura parigina, seguendo l’esempio della stessa imperatrice e di gran parte dell’aristocrazia russa dell’epoca”. Per alcuni esemplari esposti nella mostra è stato possibile risalire ai proprietari dei ventagli attraverso i nomi vergati a penna o a matita sulle custodie o sugli involucri, come, per esempio, nel caso del ventaglio cinese da mezzolutto appartenuto a Maria Carolina Coronini nata Ritter de Zàhony (1850-1928), nonna paterna di Guglielmo, la quale tracciò sulla pagina di carta la sua firma e una data: “31 maggio 1921”. Sull’involucro di carta del ventaglio di piume di struzzo, invece, è indicata la sua appartenenza alla baronessa triestina Anna Segrè Sartorio. Da segnalare una scoperta recentissima fatta proprio in occasione di questa rassegna: il ventaglio Rose e insetti firmato dalla pittrice olandese Alida Elizabeth van Stolk (1830-1884 circa) autrice tra l’altro di opere di pregio (olii su tela e tavola) valutate dal mercato antiquario europeo e statunitense. Otto ventagli in mostra provengono dalla ricca collezione di Aldo Dente e sono il risultato di abili acquisti e ricerche approfondite spesso sfociate in pubblicazioni scientifiche. Ecco quindi un ventaglio di George Sheringham del quale quest’anno ricorre il 70° anniversario della morte, uno di Louise Abbema, compagna di vita di Sarah Bernardt per quasi mezzo secolo e uno di Madeleine Lemaire, allieva di Charlie Chaplin assieme alla Abbema. E poi ci sono meravigliosi ventagli reali come quello per le nozze di Sissi con l’imperatore Francesco Giuseppe, proveniente da un erede Asburgo-lorena; quello di pizzo per le nozze di Umberto I con Margherita di Savoia, ereditato dalle regine d’Italia e proveniente dall’esilio di Cascais di Umberto Ii; poi, ancora, il ventaglio che ricorda l’unione dello zar Nicola Ii Romanov con Alice (poi Alexandra) di Hesse-darmstadt, suggellata a San Pietroburgo il 26 novembre 1894 e dipinto dalla celebre miniaturista inglese Margaret Nisbet; infine, quello cinese donato per il matrimonio di Maria Alexandrovna, figlia dello zar Alessandro Ii, con Alfredo di Edimburgo, figlio della regina Vittoria. Esso ha una particolarità: tutti i personaggi raffigurati hanno gli abiti realizzati con seta ritagliata e applicata, mentre le loro teste sono di avorio dipinte e incollate. Il ventaglio – come spiega Aldo Dente – è sempre stato legato ad occasioni e situazioni specifiche come il matrimonio, il lutto, il mezzolutto, il ballo, la presentazione a corte, il postribolo (con scene erotiche); può celebrare anniversari, riparare dal riverbero della luce, dal calore dei camini e addirittura servire per dialogare a distanza con un linguaggio convenzionale appositamente creato. Troviamo ventagli muniti di specchietti con funzione retrovisiva, con orologi, con termometri, con servizi da cucito, con cornette acustiche, con lenti, il tutto sempre nascosto e incorporato nelle guardie o nel perno delle stecche. Il ventaglio pieghevole fu introdotto in Europa per merito dei portoghesi, tramite le relazioni commerciali con l’Oriente, e trovò diffusione – grazie alla regina Giovanna d’Asburgo, sovrana del Portogallo, e a Caterina de Medici, regina di Francia – dalla seconda metà del Cinquecento. L’origine della pieghettatura è attribuita ai giapponesi, che l’avrebbero inventata osservando la chiusura delle ali del pipistrello. Prima della metà del Cinquecento in Europa erano usate, fin dai tempi più remoti, ventarole rigide dalle più disparate forme che venivano largamente utilizzate anche negli ospedali per dare sollievo ai sofferenti, alle partorienti, ai moribondi. “I produttori di ventagli “ ricorda Aldo Dente “furono riconosciuti sotto l’aspetto corporativo nel 1673 da Luigi Xiv e ufficialmente dal 15 febbraio 1678 la professione diventò ereditaria da padre a figlio, con l’obbligo per i neofiti di un apprendistato di quattro anni. L’italia, invece, rimase famosa nel Xviii secolo per la produzione dei ventagli da “Grand Tour”, raffiguranti le vedute di Roma e di Napoli: questi esemplari sono e restano il prototipo delle cartoline illustrate diffusesi solamente verso la fine dell’Ottocento”. “Celeberrimi pittori ottocenteschi come Degas, Pissarro, Toulouse-lautrec, Kokoschka, De Nittis e Fattori, tanto per citarne solo alcuni” fa notare ancora Aldo Dente “dipinsero pagine di ventagli su committenza. Questo significa che la grandezza dell’arte si può trovare, talvolta, anche in oggetti apparentemente di minor conto o addirittura frivoli come i ventagli”. Sembra quasi impossibile che questi piccoli, vezzosi oggetti abbiano fatto parte della Storia, attraversando indenni il corso del tempo dopo essere appartenuti a personaggi anche molto importanti. Ma non è stato solo il destino, con la sua casualità, a condurli fino a noi, bensì anche l’attenzione e la sensibilità di Guglielmo Coronini e Aldo Dente, che come tutti i grandi collezionisti hanno saputo raccogliere e conservare tracce tangibili di momenti pubblici e privati, di cultura e civiltà della nostra storia. . .  
   
 

<<BACK