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Notiziario Marketpress di
Lunedì 22 Giugno 2015 |
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FAMILY DAY: DIFENDERE BAMBINI, NO DRAG QUEEN
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Roma, 22 giugno 2015 - "Oltre un milione di persone in piazza, in maniera entusiasta e sobria, è la migliore dimostrazione che il modello società che il mondo Lgbt ci vorrebbe imporre, quello basato sull´ideologia gender, è minoritario e da respingere al mittente". Così l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie di Regione Lombardia Cristina Cappellini ha commentato il Family Day a Roma a cui ha preso parte su delega del presidente Roberto Maroni. Proteste Per Convegno In Regione Ma Non Per Drag Queen A Expo - "Alla sfilata delle drag queen all´Expo, con l´avallo del Governo Renzi, del Comune di Milano e di Expo Spa - ha detto l´assessore Cappellini -, noi preferiamo le tante famiglie che hanno riempito piazza San Giovanni con mamme, papà, bambini e nonni". "Curioso vedere - ha proseguito - come l´abbraccio di Expo Spa alla cultura Lgbt non abbia destato quel clamore che la sola apposizione del logo Expo al convegno di Regione Lombardia sulla famiglia dello scorso gennaio aveva riscosso, con un linciaggio mediatico a cui abbiamo risposto a testa alta con i nostri principi e i nostri valori". "Evidentemente - rimarca l´assessore -, per certi benpensanti è preferibile una parata di drag queen alle esigenze delle famiglie italiane, massacrate dalla crisi e ultimamente da un´ideologia che mira, attraverso le scuole e i più piccoli, a destrutturate l´istituto della famiglia stessa". Regione In Campo Per Famiglia Naturale - "Noi non ci stiamo - ha concluso l´assessore Cappellini - e, come Regione Lombardia, l´abbiamo ribadito più volte, anche attraverso politiche ad hoc per la famiglia, oltre che con politiche culturali che non vogliono discriminare nessuno, ma che vogliono ribadire fermamente ciò che dovrebbe sembrare scontato. E che, invece, viene messo continuamente in discussione, sia con diversi interventi normativi di un governo centrale che umilia le famiglie italiane, spina dorsale del Paese, sia con metodi subdoli come quelli a cui stiamo assistendo nelle scuole e nel mondo del politicamente corretto che diventa pericoloso relativismo". |
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