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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Aprile 2007
 
   
  SOTTOSCRITTO L’ACCORDO PROVINCIALE PER I MEDICI DI MEDICINA GENERALE

 
   
   Trento, 18 aprile 2007 - “E’ un accordo importante e come parte pubblica che lo sottoscrive esprimiamo soddisfazione ed apprezzamento per il risultato raggiunto, perché con questo accordo si qualifica e si potenzia il servizio sanitario per i cittadini. Ed è un accordo che sancisce ancora di più come i medici di medicina generale siano parte integrante del Servizio sanitario provinciale. Ovviamente, non ci fermeremo qui: verrà stabilita una forma di valutazione sul raggiungimento degli obiettivi stabiliti, in particolare verrà individuato uno strumento per valutare, congiuntamente, il fenomeno degli accessi al pronto soccorso, perché è chiaro che nella qualificazione del ruolo dei medici di base noi dobbiamo vedere anche la possibilità di intervenire sui cosiddetti codici bianchi, cioè sui ricorsi non sempre necessari alle strutture ospedaliere”. Con queste parole Remo Andreolli, assessore provinciale alle politiche per la salute, ha introdotto – presso la sede di via Gilli – l’incontro che ha portato stamane alla firma dell’Accordo provinciale per i medici di medicina generale. A sottoscriverlo, oltre ad Andreolli, Josef Jorg per la Fimmg, Nicola Paoli per la Federazione Medicina aderente Uil Fpl e Francesco Amante per l’Intesa Sindacale Simet – Sumai – Cisl Medici. Da tutti apprezzamento e soddisfazione, in particolare per la valorizzazione dello strumento dell’associazionismo medico. Questo Accordo, è stato detto, va nella direzione di una migliore assistenza ai cittadini e nel contempo riconosce l’impegno dei medici di medicina generale. Pur non firmatario – la sua associazione non ha infatti sottoscritto l’accordo nazionale, ma c’è stata condivisione di gran parte del processo di confronto a livello trentino – era presente anche Renato Zerbinati dello Snami. Infine il gruppo di lavoro dell’Assessorato alle politiche per la salute che ha seguito il lungo, e non sempre facile, confronto: il dirigente Luciano Pontalti, Grazia Pocher e Lucia Bombarda. Questi i punti salienti dell’Accordo, sottolineati dall’assessore Remo Andreolli: Il rapporto di convenzione. Il rapporto di lavoro dei medici di medicina generale in convenzione con il Servizio sanitario è disciplinato da un accordo collettivo nazionale approvato in sede di Conferenza Stato-regioni e da accordi sottoscritti in sede regionale, integrativi delle disposizioni nazionali. L’ultimo accordo nazionale, approvato in data 23 marzo 2005, ha demandato alle Regioni (Province autonome) la regolamentazione diretta di alcuni istituti, in relazione alle diverse esigenze territoriali. Il nuovo accordo provinciale, che interessa medici dell’assistenza primaria (395) e medici della continuità assistenziale (150), consolida il percorso intrapreso con l’accordo provinciale dell’agosto 2001 e introduce alcune innovazioni per migliorare e qualificare l’assistenza sanitaria primaria. Il nuovo contesto. L’accordo riconosce i medici di medicina generale quale parte integrante del Servizio sanitario provinciale e ribadisce il loro ruolo fondamentale quale principale figura di riferimento per gli assistiti nella prima risposta ai bisogni di salute. Il contesto in cui il medico si trova oggi ad operare è caratterizzato da un aumento generalizzato della domanda di prestazioni da parte dei cittadini, provocato da diversi fattori quali l’invecchiamento della popolazione, la rapida dimissione dagli ospedali di pazienti chirurgici e di malati cronici o terminali, profondi mutamenti socio-culturali. Il cittadino chiede: una maggiore disponibilità di accesso agli ambulatori e un riscontro rapido alle sue richieste; un’assistenza professionalmente qualificata; una maggiore disponibilità all’ascolto da parte del medico; un’assistenza continua per i malati cronici e per i malati terminali. Le nuove esigenze e le richieste di prestazioni talvolta inappropriate pongono sempre più frequentemente il medico in difficoltà. In questo contesto il nuovo accordo individua strumenti che consentono al cittadino di trovare maggiore soddisfazione alle sue esigenze e al medico di offrire risposte appropriate ed efficaci. Il nuovo accordo Accesso all’assistenza. Tutti i cittadini avranno a disposizione una Carta dei Servizi del proprio medico, nella quale troveranno le indicazione e le informazione utili circa le prestazioni assicurate, le modalità e gli orari di accesso agli ambulatori nonché le modalità per contattare il medico curante. Il nuovo accordo prosegue il processo di incentivazione del lavoro dei medici in forma associata, avviato con l’accordo provinciale del 2001, puntando ora alla qualificazione delle attività delle associazioni. Il lavoro in forma associata presenta vantaggi sia per gli assistiti (accesso agli ambulatori medici dal lunedì al venerdì complessivamente per 8 ore al giorno, al pomeriggio fino alle ore 19. 00 o alle ore 20. 00, possibilità di rivolgersi a uno qualsiasi dei medici associati) che per i medici (migliore organizzazione dell’attività sia ambulatoriale che domiciliare, assistenza qualificata anche grazie al confronto con altri professionisti, condivisione di linee guida e percorsi assistenziali, utilizzo di strumentazione comune). I miglioramenti attesi con il nuovo accordo consistono nell’introduzione dell’obbligo per gli associati di concordare obiettivi comuni, effettuare verifiche e confronti interni e relazionare annualmente all’Azienda e alla Provincia sull’attività svolta. Benché già esista una rilevante disponibilità del medico di assistenza primaria verso i propri assistiti, con il nuovo accordo il medico sarà formalmente tenuto a organizzare la propria attività giornaliera in modo da assicurare la ricezione delle chiamate dei propri assistiti dalle ore 8. 00 alle ore 19. 00, o direttamente o tramite segreteria telefonica o collaboratori e a garantire la risposta più congrua nei tempi più brevi consentitigli. Ciò richiede per contro una maggiore maturità da parte del cittadino assistito sia nel comunicare chiaramente il proprio stato sia nel comprendere che i tempi di risposta del medico sono correlati alla gravità e all’urgenza delle richieste. E’ previsto l’obbligo per tutti i medici di svolgere una parte della loro attività su appuntamento. Qualificazione dell’assistenza. Il nuovo accordo provinciale conferma e rafforza gli interventi volti a consolidare la competenza professionale e a valorizzare le prestazioni cliniche del medico di assistenza primaria e di continuità assistenziale. In particolare l’accordo sottolinea l’importanza di alcune aree: in primo luogo viene risottolineata l’importanza delle attività di formazione per i medici di medicina generale, da realizzarsi anche con il coinvolgimento della Scuola di formazione specifica in medicina generale. La valorizzazione delle prestazioni cliniche viene assicurata anche grazie ai supporti tecnici e logistici che anche questo accordo conferma e amplia: si tratta in particolare delle figure dei collaboratori di studio e degli infermieri, per i quali l’accordo prevede un più corposo intervento e si tratta inoltre dello sviluppo dei processi di informatizzazione degli studi medici e la messa in rete dei medici con le strutture dell’Azienda sanitaria. La formula ideata dall’accordo, per la sua flessibilità, consentirà finalmente la connessione di tutti i medici con le strutture aziendali per la trasmissione bilaterale di informazioni e dati clinici. Per il miglioramento dell’assistenza l’accordo promuove il coinvolgimento dei medici in una valutazione dell’urgenza delle prestazioni prescrivibili ma anche nella definizione e applicazione di criteri di appropriatezza delle prestazioni nonché la loro partecipazione attiva nella cura dei pazienti cronici, anche attraverso specifici progetti, e dei pazienti terminali, attraverso le cure palliative. Infine l’accordo riconosce il ruolo fondamentale dei medici di medicina generale per l’attuazione di qualsivoglia politica sanitaria sul territorio e in particolare per la fondazione e l’applicazione di una politica di prevenzione. Concretamente ciò avverrà attraverso la rappresentanza dei medici di medicina generale presso il distretto sanitario e attraverso la realizzazione di progetto obiettivo mirati alle esigenza di salute del territorio. Impegni a breve. Alla firma dell’accordo seguiranno subito alcune importanti attività: la rivisitazione del servizio di continuità assistenziale; come è noto il servizio di continuità assistenziale, da non confondere con il servizio di emergenza presidiato dalla Centrale operativa 118, riguarda l’erogazione di prestazioni urgenti di medicina generale nei periodi non coperti dai medici di assistenza primaria. A tali prestazioni provvedono i medici di continuità assistenziale che assicurano una risposta a tutti gli assistiti per esigenze di carattere urgente. L’accordo prevede di aprire immediatamente un tavolo di trattativa per verificare i miglioramenti organizzativi e funzionali che possono essere introdotti in tale servizio. Al fine di diminuire gli accessi impropri al pronto soccorso, l’accordo prevede venga avviato uno studio per l’individuazione delle prestazioni classificate presso il Pronto soccorso con codice bianco più frequenti e la definizione delle possibili soluzioni per orientare gli assistiti a usufruire di dette prestazioni presso gli ambulatori dei medici di medicina generale. L’accordo prevede infine la possibilità di sperimentare modalità innovative di assistenza con riferimento ai modelli elaborati negli ultimi anni, come i centri di cure primarie, i nuclei di assistenza primaria, le unità territoriali di assistenza primaria e infine il modello ministeriale della Casa della salute. Le cifre. I medici di assistenza primaria sono attualmente 395, per un totale di circa 437. 000 assistiti. Il 54% dei medici oggi opera in associazione (circa 215 su 395) e ha in carico il 66% degli assistiti (circa 290. 000). Dal 2000 vi è stato un incremento dei medici associati pari al 36% (dal 18% al 54%). Esistono attualmente tre tipologie di forme associative: medicina di gruppo, caratterizzata dalla presenza di tutti gli associati presso un’unica sede aperta per 8 ore al giorno; medicina in associazione, caratterizzata dalla distribuzione territoriale degli studi degli associati, che assicurano il coordinamento degli orari in modo da offrire un’apertura degli ambulatori per 8 ore al giorno; medicina in rete, caratterizzata dalla distribuzione territoriale degli studi degli associati, che assicurano il coordinamento degli orari in modo da offrire un’apertura degli ambulatori per 8 ore al giorno, con collegamento in rete che consente la disponibilità immediata delle informazioni sugli assistiti in carico all’associazione. Attualmente i medici operano: il 21% in gruppo (84 medici), con in carico il 26% degli assistiti (circa 113. 600), suddivisi in 23 gruppi; il 16% in associazione (65 medici), con in carico il 18% degli assistiti (circa 78. 700), suddivisi in 19 associazioni; il 17% in rete (66 medici), con in carico il 22% degli assistiti (circa 96. 100), suddivisi in 14 reti. .  
   
 

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