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Notiziario Marketpress di Giovedì 25 Giugno 2015
 
   
  INTERVENTO DEL PRIMO VICE PRESIDENTE TIMMERMANS, A NOME DI JEAN-CLAUDE JUNCKER, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA PREPARAZIONE DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL 25-26 GIUGNO 2015

 
   
  Bruxelles, 25 giugno 2015 - Signor Presidente, Signora Segretario di Stato, Signore e signori, Quando il presidente Juncker ha affrontato questo Parlamento il 15 luglio dello scorso anno, ha detto che il suo primo compito è quello di ricostruire ponti in Europa. Infatti costruire ponti in Europa, e non solo l´Europa, è un compito eminentemente europea. Ed è per questo che non può essere qui oggi pomeriggio; che sarebbe stato qui, ma sta cercando di costruire ponti con la Grecia. [Grecia] - Ciò è reso in questi mesi, nei giorni scorsi con la Grecia perché l´Unione europea non è fatto di escludere ma di includere. E tutto ciò che in Europa, a causa di un dialogo continuo che deve basarsi sulla comprensione e il rispetto reciproci. Non è sempre facile, non è un letto di rose ma arriva quando tutti sono pronti a costruire parte del ponte propria. E dobbiamo raggiungere un accordo questa settimana. Il tempo è breve. E dobbiamo andare direttamente al punto. Non ci sono possibili estensioni. Vi è l´obbligo di rispondere alle aspettative dei greci che soffrono. Ed è a loro che io, la Commissione, il presidente Juncker penso. E ´per loro che stiamo lavorando per aiutarli a combattere contro la disoccupazione, l´insicurezza sociale e costruire il loro futuro su una sana e solida. Questo significa che tutti abbiamo bisogno di prendere la responsabilità: il governo greco, l´Eurogruppo, il Fondo monetario internazionale, il Parlamento europeo, la Commissione europea. Dobbiamo tutti impegnarci per assicurare che la Grecia vuole un nuovo punto di partenza per l´occupazione, la crescita e gli investimenti attraverso le riforme che attuerà, ma anche grazie ai fondi europei. Dal momento in cui sono soddisfatte tutte le condizioni per un accordo, la Commissione è pronta ad attivare, riattivare o meglio, 35000000000 € dal bilancio dell´Ue per sostenere la Grecia. Presidente Juncker proporre soluzioni per facilitare l´assorbimento dei fondi strutturali e di investimenti europei e mobilitare immediatamente attraverso prefinanziamento ingenti somme per avviare progetti di investimento nell´economia reale. E ´stato solo dopo che gli sforzi congiunti che troveremo un accordo accettabile per tutti e confidiamo che questo sarà il caso dopo il Consiglio europeo nei prossimi due giorni. Costruire ponti è di nuovo quello che dobbiamo dedicare tutti gli sforzi durante questo Consiglio europeo. [Migrazione] - In primo luogo sulla questione della migrazione, perché se c´è un settore in cui la solidarietà europea può manifestarsi, è la migrazione. Ho partecipato ieri al Consiglio dei ministri, e, a volte siamo sorpresi dalla facilità con cui gli Stati membri richiedono la solidarietà ma sono piuttosto taciturno quando è necessaria la solidarietà di loro. Siamo tutti d´accordo che ci sia urgenza di affrontare la migrazione e crisi umanitaria a cui tutti i nostri paesi si trovano ad affrontare, in un modo o nell´altro. Una volta che questo è detto, ed è bello avere detto, l´urgenza è ora d´accordo su quello che dovrebbe essere Itfor che la solidarietà europea non è una parola vuota o una lacrima di gettare ogni tragedia nel Mediterraneo, ma che l´Europa rimane fedele ai suoi valori e dei suoi interessi. Il minuto di silenzio del Consiglio europeo non deve essere seguita da mesi di silenzio, quando hai bisogno di risposte. Quello che dobbiamo fare è raggiungere i quegli sventurati che rischiano la vita per lasciare il loro paese, lacerato dal conflitto, in cerca di protezione internazionale a cui hanno diritto. E ´una questione di rispetto della dignità umana. Abbiamo anche bisogno di esprimere concretamente la nostra solidarietà nei confronti degli Stati membri di fronte a forti pressioni migratorie. Oggi sono l´Italia e la Grecia. Domani potrebbe essere altrove. In tutti i casi sono necessari meccanismi di solidarietà. Ed è adesso che dobbiamo mettere in atto, agendo insieme, non uno contro l´altro. Cerchiamo di essere chiari: non stiamo parlando di quote quando si parla di esseri umani. Si parla di un obbligo di solidarietà. Il presidente Juncker pertanto difendere con forza le proposte della Commissione sul trasferimento e reinsediamento, perché queste proposte sono necessarie e garantire un buon equilibrio tra solidarietà e responsabilità. E, insisto, la ripartizione tra gli Stati membri è fatto su una base fattuale, perché l´esperienza ci ha dimostrato che se si è su base volontaria non è così. Così abbiamo che raggiungiamo un accordo, entro la fine del mese di luglio, sugli aspetti pratici di una solidarietà e di un´equa distribuzione tra gli Stati membri ad attuare tali misure senza ritardo. Il costo della nostra inazione oggi sarebbe altrettanto pesante per i migranti che per l´Europa in cui la solidarietà deve essere condivisa. Dobbiamo fare questo non solidarietà, non farlo significherebbe negare i nostri valori. Così sappiamo che ci sono paesi con opt-in, altri che hanno opt-out; ma l´Europa è più credibile quando annuncia il suo sostegno di coloro che sono più vulnerabili e quando è unita e solidale. E Accolgo con favore l´Irlanda e anche la Norvegia, la Svizzera e il Liechtenstein hanno espresso la loro intenzione di partecipare al meccanismo di trasferimento. E Esorto altri paesi per imparare dal loro esempio. Ma per quanto abbiamo bisogno di essere generoso con le persone bisognose di protezione internazionale, come dobbiamo essere fermi nei confronti di coloro che non hanno motivo di rimanere in Europa, e non c´è bisogno di protezione internazionale. È per questo che il Commissario Avramopoulos ha presentato proposte per rafforzare le nostre politiche in materia di rimpatrio e di riammissione. E ´chiaro che il sostegno della nostra popolazione diminuisce se percepiscono che coloro che non hanno il diritto di rimanere nei nostri paesi rimangono lì. E come non è sufficiente per combattere i sintomi della crisi, dobbiamo anche rafforzare la nostra cooperazione con i paesi di origine e transito, per affrontare le cause della crisi. E le cause, le conosciamo bene, questi sono l´instabilità, la guerra e la povertà in Libia, Siria, in Iraq e in tutta l´Africa. Poi di nuovo si deve costruire ponti e sviluppare maggiore responsabilità condivisa e la cooperazione con i nostri partner africani. E deve a tutti i costi agli Stati membri di aumentare gli aiuti allo sviluppo. E ´fondamentale, abbiamo bisogno dello 0,7%, non domani, ma ora. E ´inaccettabile che molti paesi, compresa l´Europa, hanno ridotto il loro livello di aiuto pubblico allo sviluppo. [Defence] - E, mentre l´Ucraina in Siria, tramite il Oriente e Nord Africa Medio, il nostro quartiere è sempre più fragile e instabile, sarebbe ingenuo pensare che l´Europa non poteva essere un ´soft power´. Non ci può essere un ´soft power´ sostenibile senza ´hard power´; senza capacità di difesa integrata. Anche in questo caso si tratta di una questione di credibilità. Non è costruito durante la notte un esercito europeo. Si tratta di un vecchio progetto europeo, un progetto a lungo termine. Questo non rende l´Unione europea nei confronti di un progetto rivolto alla Nato. Noi non siamo concorrenti ma partner, nousdevons lavorare insieme ed essere coerenti. Questo è ciò che deve parléensemble la settimana scorsa il presidente Juncker e il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e hanno convenuto che le nostre squadre avrebbero regolarmente per coordinare meglio il loro lavoro. Ciò di cui abbiamo bisogno nel settore della difesa è quello di una cooperazione rafforzata, come del resto previsto dal trattato di Lisbona. E ´di fare di più insieme per fare meglio che in divisioni nazionali separati. Oggi nell´Unione europea, oltre l´80% degli investimenti in equipaggiamenti per la difesa è speso a livello nazionale. Così sia, che per ragioni di bilancio, ancora una volta si deve costruire ponti e avere più cooperazione nei mercati della difesa, nella ricerca e nell´innovazione, per fornire corrispondenti ai bisogni e sfide comuni. [Il futuro dell´Unione economica e monetaria] - Infine abbiamo bisogno di costruire ponti per il futuro e completare l´unione economica e monetaria, preservando l´integrità del mercato unico. La crisi ha dimostrato che l´euro ci protegge, ci ha portato stabilità monetaria, senza l´euro avremmo avuto momenti molto spiacevoli di rilascio emozionale di egoismi nazionali. Ma le proprietà protettive del l´euro non cadono dal cielo. Essi sono direttamente legati alla nostra credibilità per attuare politiche orientate alla stabilità, su una crescita economica equilibrata e altamente competitiva un´economia sociale di mercato al servizio della piena occupazione, il progresso sociale e la prosperità dei cittadini. Ed è proprio questo l´obiettivo delle proposte contenute nella relazione che è diventato uno dei cinque presidenti da quando il presidente Juncker ha voluto associare a stretto contatto con il presidente Schulz. Il rapporto include una tabella di marcia per completare l´Unione economica e monetaria, che è ambizioso, ma pragmatico. Alcune delle iniziative che vengono proposte possono e dovrebbero essere attuate senza indugio. I primi passi devono essere intrapresi dalle istituzioni dal 1 ° luglio 2015. Gli altri richiedono più tempo. Questo rapporto fornisce una chiara direzione essenziale soprattutto per i cittadini e gli operatori economici, e per la fiducia nella moneta unica. La prima fase, o "approfondimento attraverso la pratica" prende il via oggi fino a giugno 2017. Si basa su strumenti e trattati esistenti in vigore per aumentare la competitività, la convergenza, garantire politiche fiscali responsabili, completare Unione finanziaria e rafforzare la responsabilità democratica dell´Uem. La fase due di "realizzazione dell´Uem ´permetterà azioni su scala più ampia per rendere il processo di associazione di convergenza e di creare un tesoro della zona euro. La fase finale del 2015 fornirà un quadro stabile e prospero per tutti gli Stati membri dell´Ue hanno adottato la moneta unica ed essere attraente per gli altri. Costruire in fasi, in modo intelligente e spassionatamente, come proponiamo, un´unione economica, un´unione finanziaria un´unione fiscale e un´unione politica, non è un fine in sé, ma un mezzo per soddisfare le aspettative dei cittadini e preparare Ue alle future sfide globali. Perché l´Europa è più che il mercato unico e la moneta unica. L´europa è un grande progetto, un vasto, ambizioso. Mentre il Consiglio europeo che inizia domani cogliere ancora di questioni cruciali per il futuro della nostra Unione, e la Commissione vuole che i membri del Consiglio europeo sono gli architetti di un´Europa dal volto umano, un ´Europa forte in casa e forte nel mondo, il vostro presidente Martin Schulz e Jean-claude Juncker sarà attento. Me, Presidente, per concludere con una citazione che penso riassume le sfide del nostro dibattito e al Consiglio europeo. Questa è una citazione da Thé Lau, cantante olandese di grande talento, che è morto ieri sera, "Iedereen è van de Wereld a de Wereld Van è iedereen". Grazie.  
   
 

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