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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Aprile 2007
 
   
  GLI ORI DEI CAVALIERI DELLE STEPPE COLLEZIONI DAI MUSEI DELL’UCRAINA TRENTO, CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO 1 GIUGNO-4 NOVEMBRE 2007

 
   
  Trento, 18 aprile 2007 - Gli scavi nelle “piramidi della steppa”, le monumentali sepolture a tumulo note come “kurgan”, hanno restituito straordinari tesori, risalenti ad oltre duemila anni fa. Le più importanti testimonianze portate alla luce saranno presentate al Castello del Buonconsiglio di Trento, dal 1 giugno al 4 novembre 2007. Lo ha annunciato il Direttore del Castello, Franco Marzatico, al termine di un lavoro di ricerca e di preparazione che da alcuni anni vede la collaborazione di specialisti italiani ed esteri e di istituti culturali e musei dell’Ucraina. Per la mostra di Trento sono stati selezionati oltre 350 tesori (e in questo caso il termine non è affatto abusato). Giungerà al Buoncosiglio anche, e del tutto eccezionalmente, una parte importante della cosiddetta “Camera d’oro” dell’Historical Tresaures Museum, insieme a reperti che sono patrimonio dell’Archeological Institute, dal National Historical Museum of Ucraine di Kiev e dall’Archelogical Museum di Odessa: meravigliosi manufatti in oro e argento, status symbol creati per esibire l’alto rango e il ruolo dominante dei principi delle tribù nomadi che per circa due millenni primeggiarono nella grande steppa. Diademi, pettorali, bracciali e altri monili ma anche armi da parata e magnifici finimenti per i cavalli. Meraviglie spesso cesellate finemente con figure di animali con significati simbolici. Il filo conduttore della mostra è costituito dallo splendore sfavillante dei gioielli che rispecchiano il variare delle mode, e dalla potenza di armi impreziosite dall’oro e da gemme e dalla sontuosità del vasellame cerimoniale da banchetto, segni del prestigio e del potere dei cavalieri dominatori delle steppe dal primo millennio avanti Cristo al dodicesimo secolo dopo Cristo. Un arco di tempo lunghissimo che sino alla fondazione e allo sviluppo del Principato Rus’ di Kiev vide il succedersi di popolazioni nomadi che in alterna misura hanno influenzato la storia dell’Occidente: Cimmeri, Sciti, Sarmati, Avari, Uno, Goti e poi i Pecenighi e i Polovzi. Ma le meraviglie in metalli preziosi realizzate dai maestri delle steppe o da grandi orafi greci che per alcuni secoli influenzarono l’arte degli Sciti saranno precedute da simboli dei ceti superiori delle popolazioni stanziali del Iv-ii millennio avanti Cristo. Da questa età remota giungeranno a Trento oggetti sorprendenti per fascino: capolavori d’argilla raffiguranti case o santuari, immagini di animali, figure stilizzate maschili e femminili che costituiscono una delle grandi novità proposte dalla mostra. Sono preziose testimonianze del tutto ignote al grande pubblico europeo che la mostra di Trento avrà il merito di far finalmente conoscere. .  
   
 

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